LA PROF COLPITA DAI PALLINI IN CLASSE A ROVIGO: “ALUNNI PROMOSSI E NESSUNO HA CHIESTO SCUSA, MI SPIEGHINO IL 9 IN CONDOTTA”
“NEMMENO I GENITORI SI SONO DEGNATI DI CHIEDERE SCUSA”
Maria Cristina Finatti è la professoressa di Rovigo colpita lo scorso 11 ottobre da due pallini sparati da una pistola ad aria compressa in classe. A gennaio ha denunciato i due alunni responsabili dell’accaduto. Ha atteso che la scuola prendesse provvedimenti.
Al termine dell’anno scolastico lo studente è stato promosso. Con 9 in condotta. E lei adesso è una furia: «Nessuno mi ha chiesto scusa. Ho dedicato la mia vita alla scuola. E ora mi sento emarginata». Finatti parla in un’intervista a Repubblica. Nella quale comincia raccontando prima di tutto i fatti: «Era appena iniziata la scuola e non conoscevo ancora bene gli alunni di quella prima. Ho visto subito una disposizione diversa dei banchi e me la sono segnata. Oggi dimostra che erano tutti complici».
Le palline di plastica
«Quel giorno sono stata raggiunta per due volte da palline di plastica sparate da una pistola ad aria compressa, con la seconda ho rischiato di perdere un occhio, per fortuna avevo la mascherina. Ho pianto perché non capivo cosa stesse succedendo, quando mi sono ripresa ho capito che stavano girando un video che poi è stato diffuso», prosegue Finatti nel colloquio con Vera Matrangola. E prosegue: «Prima il vicepreside mi ha messo del ghiaccio in testa, poi sono andata a casa in bicicletta. Mi ha preso un senso di abbandono che non mi ha più lasciato. Da quel giorno ho sempre sentito disagio ad andare a scuola, io che ai ragazzi ho dedicato la vita».
Sulla denuncia, dice di aver aspettato fino all’ultimo prima di farlo. E che sperava che la scuola prendesse provvedimenti. Oppure un segnale dei genitori del ragazzo. Ma non è successo nulla.
Le scuse e il ritiro della denuncia
«Le uniche scuse arrivate sono state tramite la preside, a condizione che ritirassi la denuncia! Alla fine, non volevo più sentirmi così umiliata e ho presentato esposto, denuncia e querela nei confronti di tutta la classe presso la Procura della Repubblica al Tribunale dei Minori a Venezia per lesione dolose, reiteramento del reato, interruzione al servizio di pubblica utilità e oltraggio al pubblico ufficiale», aggiunge.
A quel punto ha continuato a insegnare nell’istituto Viola Marchesini, ma in un’altra sezione. Mentre dal ministro Valditara vorrebbe sapere «quali sono stati i criteri utilizzati per dare un 9 in condotta e perché l’episodio è stato svalutato». Infine: «Posso capire che si possano fare delle bravate, ma quello che mi ha delusa e indignata è che nessuno mi ha mai chiesto scusa. Se ci fossero stati un’ammissione di colpa, un sincero pentimento, un gesto umano di empatia sarebbe stato diverso. È l’indifferenza che ti distrugge».
(da agenzie)
Leave a Reply