LA ROMA DI ALEMANNO COME ROMANZO CRIMINALE
L’INCHIESTA DI REPORT: AFFARI E CRESTE, CRIMINE ORGANIZZATO E APPALTI… ALEMANNO QUERELA: “MENZOGNE”
È Massimo Carminati, il “nero” di Romanza criminale (che racconta la Banda della Magliana), il nome che tuona nell’inchiesta di Report “Romanzo Capitale”.
Domenica la trasmissione di Milena Gabanelli ha raccontato la collisione tra l’amministrazione comunale e mafie romane.
Che adesso entrano negli appalti pubblici, anche nell’affare metro C.
Si tratta di una torta dal costo totale di 3,5 miliardi di euro, troppo appetitosa per non attrarre interessi.
Ed è in questo ambito che un imprenditore, rimasto anonimo, racconta a Report i rapporti tra Riccardo Mancini (ex Avanguardia Nazionale), braccio destro di Alemanno, ora in carcere, e Carminati, ritenuto il capo più rispettato della criminalità organizzata a Roma.
Carminati all’età di 55 anni non ha conti in sospeso con la giustizia.
Accusato dell’omicidio Pecorelli (poi assolto) e arrestato per decide di rapine e omicidi, del passato porta un segno indelebile: un colpo di pistola esploso a distanza ravvicinata da un carabiniere, che gli è valso il soprannome di “Cecato”.
“Nel 2008 — racconta la fonte a Report- Mancini si mette al tavolo con le imprese e spartisce subappalti per realizzare la metro C. In cambio chiedeva dal 5 al 7%”.
E ancora: “ Ci sono tanti giri di criminalità intorno alla metro C. Anche se Carminati lo si trova di più nel ramo “dimissioni del patrimonio del Comune”, che vuol dire anche le rimesse nell’Atac e alcune caserme che 3 anni fa sono tornate di proprietà del campidoglio”.
Nel 2006 a vincere il bando per la metro C è il consorzio costituito da Astaldi, Vianini Lavori (del gruppo Caltagirone), Ansaldo Sts e il consorzio cooperative costruzioni. Poi Mancini avrebbe spartito i subappalti tra diverse aziende.
Tra queste il Consorzio Stabile Roma Duemila che, in Ati con la Marcantonio Spa, ha ottenuto appalti per 16 milioni di euro.
Presidente del Consorzio è Maurizio Marronaro, della stessa famiglia di Lorenzo Marronaro, (ex calciatore della Lazio e del Bologna), socio in affari con Marco Iannilli, commercialista di Lorenzo Cola, indagato per le tangenti dell’appalto romano sui filobus affidato a Finmeccanica.
“Il gruppo -continua l’imprenditore- subaffitta poi forniture alle società Fravesa, La Palma, Tripodi Trasporti. Tutte escluse per mafia ma solo dopo aver preso i lavori”. La Fravesa è di proprietà dell’imprenditore calabrese Giovanni Tripodi di Melito Porto Salvo. Nel 2010, a lavoro già affidato, riceve un’informativa interdittiva della Prefettura di Roma.
La Palma srl invece dall’Ati Marcantonio-Consorzio ottiene tre appalti. Poi riceverà anche questa una misura interdittiva.
Ma c’è di più. Perchè nell’affare della metro C in totale ci sono state 5.265 richieste di informative antimafia, 12 interventi per bloccare gli appalti, 11 informative atipiche su aziende vicine ad ambienti criminali.
Ora si apre il capitolo Carminati, che con Alemanno condivide il passato nelle file dei Nar.
Proprio come molti che il sindaco ha portato nella propria amministrazione.
Da Antonio Lucarelli, portavoce di Forza Nuova, diventato poi capo della segreteria del sindaco. A Stefano Andrini, condannato nel 1989 a 3 anni e mezzo, finito a dirigere l’azienda pubblica dei rifiuti.
O anche Lattarulo, ex banda della Magliana, ora consulente per le politiche sociali. Intanto il sindaco ha già annunciato querela contro Report e sul suo blog ha aggiunto: “La Gabanelli se vuole, si candidi. In un documento confuteremo tutte le menzogne”. La giornalista risponde: “Nella sua replica Alemanno ha espresso una critica, ma non è entrato nel merito di nessuna questione
Valeria Pacelli
(da “La Repubblica”)
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