LA TRANSFUGA GRILLINA: “HO VOTATO SI’ PERCHE’ ME LO CHIEDEVA LA GENTE”
PAOLA DE PIN RACCONTA GLI INSULTI RICEVUTI DA CHI PARLA DI DEMOCRAZIA: “LE MINACCE SONO INIZIATE MESI FA”
«Mentre dichiaravo il mio voto di fiducia a Letta, pur con tutte le mie riserve, ho sentito un gran vociare e ho visto il senatore Castaldi venire verso di me e puntarmi il dito contro. Poi non ho capito più niente…».
Paola De Pin, ex Movimento 5 Stelle passata al Gruppo misto, la racconta così.
È lei una delle protagoniste della mattina più lunga per il governo. Ha tremato tenendo tra le mani il foglio del suo discorso, ha pianto, ha ricevuto insulti dai suoi ex colleghi pentastellati («Venduta», «Sei come Scilipoti», «Hai preferito il Palazzo al Movimento»).
Ma, più di tutto, si è sfogata. «Mi sono liberata dopo mesi di violenze verbali nei miei confronti. E anche oggi ho avuto la dimostrazione che il Movimento ha fallito, non ammette il dissenso». Peggio: «Contro chi la pensa diversamente usa il “metodo Boffo” alla stregua degli altri partiti».
«Andare per la quarta volta al voto con l’attuale sistema sarebbe una irresponsabilità senza precedenti», aveva detto la De Pin nel suo intervento in Aula, contestando “i vertici” del movimento di Grillo che «con la scusa della fedeltà a un pezzo di carta hanno tradito gli elettori che chiedevano un cambiamento».
Subito è stata bagarre. «Non esci di qui — le avrebbe gridato il senatore grillino Gianluca Castaldi — ti devi dimettere».
E lei era esplosa a piangere. In sua difesa si erano schierati i vicini senatori del Pd e poi lo stesso Letta le aveva espresso parole di «vicinanza».
Il presidente dell’Aula Grasso valuterà eventuali provvedimenti.
«Sono contenta della solidarietà , ma ribadisco che il mio è stato un voto travagliato. È quello che mi chiedeva la gente al supermercato: nessuno voleva tornare al voto già a novembre», racconta la De Pin raggiunta telefonicamente, dopo una riunione pomeridiana della commissione straordinaria per la promozione dei diritti umani di cui è segretaria.
«Continuo nel mio lavoro da senatrice – spiega ancora -. Sono contro alla linea dello scontro totale professata da Grillo da quando è entrato in Parlamento. Perchè non ha ottenuto niente».
Ed è proprio dai giorni delle consultazioni che, secondo la De Pin, è cambiato tutto. «Il principio per cui uno vale uno è saltato. Bisogna seguire la linea dettata dai leader. Ma io l’ho contestata e sono stata oggetto di minacce da parte di David Borrelli, il braccio destro di Grillo in Veneto, che ho querelato».
L’avventura politica della De Pin comincia proprio a Nordest, in quella Marca trevigiana un tempo feudo della Lega Nord.
«Ho studiato Scienze politiche a Padova ma non mi ero mai impegnata prima di entrare nel Movimento. Gestivo un negozio di grafica e di cartucce per stampanti», racconta. Poi il salto, da Fontanelle – piccolo comune nel Trevigiano – a Roma. «Appena ho espresso i miei parerei contrari alla linea sono stata oggetto di insulti, mail, telefonate che minacciavano me e i miei famigliari», dice la 49enne madre di due bimbi.
Poi la rottura. Datata giugno e in solidarietà ad Adele Gambaro, la senatrice espulsa con rigoroso voto on line.
E via di polemiche sulla diaria: «Ho già versato 6 mila euro in beneficenza. E così continuerò a fare con tutti i soldi che non spendo per ragioni di servizio», racconta. Ma aggiunge: «Certo, ora vivo a Roma e ho due collaboratori..».
Il suo futuro politico? «Non lo so, per ora ho fondato un’associazione di promozione sociale anche con altri fuoriusciti dal Movimento».
Il nome è già un programma: “Stelle Cadenti”.
Davide Lessi
(da “La Stampa“)
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