L’ACCORDO SI POTREBBE CHIUDERE SUI COLLEGI UNINOMINALI
PD DIVISO TRA LISTE BLOCCATE E REFERENDUM
Matteo Renzi ha rotto un tabù: “Se c’è l’accordo di tutti l’Italicum si può modificare”. Così la minoranza del Partito democratico sta affinando la strategia per poter far passare alcune correzioni a una legge elettorale che tanto hanno criticato.
In questi minuti i ventidue membri Dem della commissione Affari costituzionali si stanno riunendo.
E la strategia dei non renziani è quella di presentare le proposte di emendamento al gruppo, in modo da tentare di far passare correzioni al testo che abbiano la forza di essere state condivise anche dall’anima del partito vicina al segretario.
Alcune sono note. Si va dall’alzamento della soglia utile a ottenere il premio di maggioranza al 38/40%, all’abbassamento dello sbarramento per i partiti singoli al 5/6%.
Ma è sulle modalità di selezione dei candidati che si gioca la vera partita. Su questo versante, gli esponenti dell’opposizione interna presenteranno a Renzi un ventaglio ampio di possibilità tra cui scegliere.
Le preferenze, anzitutto.
Il tentativo di mediazione sarà quello di prevedere non la possibilità di scrivere il nome del candidato su uno spazio bianco della scheda, bensì quello di inserire uno spazio accanto ai nomi dei collegi plurinominali un quadratino da poter crocettare. Magari con una doppia preferenza di genere.
Complicato che la proposta passi. Così come quasi impossibile che venga accolto l’emendamento che vorrebbe inserire le primarie per legge.
La contrarietà di Forza Italia è netta, e i proponenti ne sono consapevoli.
Una proposta che punta ad alzare il tiro, per puntare ad un accordo su un punto più basso della scala.
Così il vero punto di caduta sarà la terza modifica della quale, secondo gli uomini di Gianni Cuperlo, il partito dovrebbe farsi carico.
Vale a dire trasformare i collegi plurinominali in collegi uninominali. Mantenendo l’impianto generale che prevede un proporzionale con il riparto dei seggi calcolato sul piano nazionale.
Dividere il paese in 630 pezzetti per la Camera e in 315 per il Senato, in modo che ogni territorio abbia il proprio parlamentare di riferimento.
Un po’ come funzionava il sistema elettorale per l’elezione delle Province.
Una proposta che in queste ore sta intercettando trasversalmente molti favori.
Perchè farebbe salva la possibilità dell’individuazione chiara della scelta dell’elettore, così come invocato da Cuperliani, Giovani Turchi e dal Nuovo Centrodestra, e scongiurerebbe le preferenze tanto invise a Renzi e Berlusconi, superando anche – con un escamotage maggioritario – le perplessità di Enrico Letta sulle liste bloccate.
Intanto oggi pomeriggio il plenum della Commissione è chiamata a votare l’adozione della bozza dell’Italicum.
Salvo sorprese, voteranno a favore Pd, Fi, Ncd e i popolari di Mario Mauro.
Contrarie le opposizioni di Lega, Sel e M5s e i montiani di Scelta civica.
Ma la battaglia si giocherà sugli emendamenti. Ci sarà tempo per presentarli fino a domenica sera, al massimo lunedì mattina.
Poi si inizierà a ballare.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply