L’AQUILA: MAI ARRIVATI I FONDI PROMESSI DAI PAESI DEL G8 PER IL RESTAURO DEI BENI ARTISTICI
ALTRO CHE “SOCCORSO VERSO LA CAPITALE DEL DOLORE”, COME DISSE IL PREMIER: SU 300 MILIONI DI AIUTI PROMESSI NE SONO ARRIVATI APPENA 15….SOLO FRANCIA, GERMANIA, RUSSIA E KAZAKISTAN HANNO ADOTTATO UN MONUMENTO, GLI ALTRI SE SONO FREGATI, USA IN TESTA
Ricordate la kermesse del G8 all’Aquila, coi capi di Stato attoniti e in lacrime che confortavano il nostro premier e assicuravano aiuti economici tangibili e a breve?
Ricordate quanto Berlusconi ci avesse tenuto a fare ad ogni costo la riunione del G8 all’Aquila, definendolo “un soccorso alla capitale del dolore italiano”?
Il summit solidale è ormai lontano: vediamo di fare un bilancio dei promessi interventi delle potenze mondiali che, ricordiamo, si erano impegnate ad adottare un monumento e a provvedere al suo restauro.
Su 45 monumenti interessati solo dieci hanno ricevuto “promesse” concrete di finanziamento e solo cinque sono in fase avanzata di progettazione. Nell’ordine hanno mantenuto le promesse la Francia che si è impegnata a restaurare la chiesa di S. Maria del Suffragio (3,2 milioni di euro), la Germania con la chiesa di S. Pietro (3 milioni), la Russia con palazzo Ardinghelli e la chiesa di S. Gregorio (7,4 milioni di euro), il Kazakistan con la chiesa di San Biagio (1,5 milioni).
Tutti gli altri soffrono di amnesie o ci hanno preso per i fondelli.
Il governo ci aveva assicurato che aveva senso fare il G8 all’Aquila ( altra spesa di 50 milioni di euro, più quelli spesi alla Maddalena), perchè ci sarebbe ritornata una dote di 300 milioni di euro.
E il ministro dei Beni culturali Bondi aveva pure fatto una “lista di nozze”, con i 45 monumenti da adottare ad opera delle potenze internazionali.
Dal 29 maggio ad oggi non si è visto un euro e ciò ha indotto il consiglio regionale abruzzese a chiedere al ministro degli Esteri Frattini “di far rispettare gli impegni e a rappresentare la necessità di intervenire rapidamente per il recupero del patrimonio storico ed architettonico compromesso dal terremoto”.
Ricordiamo il presidente Obama che prima era intenzionato a restaurare la chiesa di Santa Maria Paganica, poi disse che avrebbe preferito finanziare borse di studio e alla fine non ha fatto nè uno nè l’altro.
O Zapatero che si era impegnato per la “Fortezza spagnola” del 1530 o il Canada per un nuovo campus univesitario o il Giappone per la Chiesa di Sant’Agostino o l’Inghilterra per quella di San Clemente o la Cina per il Palazzo dei Nobili o l’Australia per l’oratorio Sant’Antonio.
Solo queste nazioni, messe insieme, avevano promesso 80 milioni di euro. Alla fine non si è visto nulla.
Secondo la Protezione civile, per l’Aquila servono 3 miliardi di euro e almeno 10 anni di lavoro.
Solo le chiese danneggiate sono 1.062 e per riaprirle servono 1.150 milioni. Per i palazzi storici necessita un altro miliardo e mezzo, altri 200 milioni per interventi vari e 150 per le tele e le statue.
Alla fine prendiamo atto che il G8 all’Aquila è stato solo un bluff, una passerella per tutti coloro che di essere “i Grandi della terra” hanno dimostrato di esserlo solo per potenza economica, non certo per il rispetto degli impegni assunti e per sensibilità umana.
Si sono fatti quasi tutti una passeggiata, hanno visto la sofferenza e sono tornati a casa con la pancia piena.
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