L’AUTOGOL DELLA GELMINI: “TROPPE MULTE”, MA SULLO SFONDO DEL SUO VIDEO AUTO IN SOSTA VIETATA
L’EX MINISTRO SCATENA L’IRONIA DELLA RETE: “LA STESSA DEL TUNNEL DEI NEUTRINI”
La campagna elettorale – mancano ormai poco più di due mesi alle prossime amministrative – passa anche (e come potrebbe essere altrimenti) attraverso i social. Mariastella Gelmini – capolista per Forza Italia a sostegno del candidato di centrodestra, Stefano Parisi – ha postato sul suo profilo Twitter un video per denunciare le «diecimila multe al giorno emesse dal Comune di Milano».
La deputata azzurra ha accusato il sindaco uscente, Giuliano Pisapia, di utilizzare i verbali come «strumento per fare cassa sulla pelle dei cittadini».
E, mentre sciorinava a favore di videocamera una multa-tipo, Gelmini ha rincarato la dose snocciolando pillole di programma: «Vogliamo un traffico fluidificato – ha ribadito – e autovelox solo dove servono».
L’ironia in Rete
E però, in Rete il cinguettio ha suscitato ironia per la scelta, non proprio ideale, del contesto.
Gelmini, infatti, condannava l’uso esagerato delle sanzioni di fronte a tre auto in sosta vietata.
Tanto è bastato per scatenare commenti del tipo: «Gentile signora Gelmini, chi parcheggia in divieto di sosta (come le auto dietro di lei!) non dovrebbe essere multato?».
E ancora: «Poveretta! Peccato che l’auto è in divieto di sosta».
Tra i più caustici, Pierfrancesco Maran. L’assessore comunale alla Mobilità , sulla sua pagina Facebook, non ha mancato di sottolineare: «Questa candidata davanti a tre auto in sosta irregolare dice basta multe. È la stessa del tunnel dei neutrini dalla Svizzera al Gran Sasso».
Nel suo commento, tutt’altro che clemente, faceva riferimento a una gaffe dell’allora ministra dell’Istruzione – era il 2011 – che, attraverso una nota diffusa dal dicastero di viale Trastevere, aveva plaudito alla «scoperta del Cern di Ginevra e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare», sui neutrini.
Nel documento si parlava della fantomatica costruzione di tunnel tra i laboratori del Gran Sasso e il Cern, alla quale l’Italia aveva contribuito con uno stanziamento di 45 milioni. La defaillance era subito diventata virale sui social, schizzando al secondo posto tra i trend topics, gli argomenti più discussi, di Twitter.
Maria Egizia Fiaschetti
(da “il Corriere della Sera“)
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