LE BOLLETTE DI PONTIDA: LEGA MOROSA, L’ENEL NON ALLACCIA LA CORRENTE ALLA SEGRETERIA
MA IN PADAGNA LE BOLLETTE NON SI PAGANO? … E I DIPENDENTI FINISCONO A CARICO DELLO STATO ITALIANO
Girano i tagliaerba per il coup de thèà¢tre del raduno 2015.
Girano per riprodurre un enorme Sole delle Alpi, tributo al bandierone (17 mila metri quadri) che nel 2005 venne steso sui prati per festeggiare il ritorno a Pontida di Umberto Bossi dopo la malattia.
Tagliano e scavano i leghisti, in un’opera di cesello vegetale che ha rischiato di finire oscurata. Letteralmente.
Il raduno avrebbe potuto restare senza corrente elettrica: causa bollette non pagate in sedi sparse qui e là per l’Italia (partita Iva unica, tutto il mondo leghista è paese) il partito a livello centrale risulta moroso e l’Enel ha risposto picche quando dalla segreteria orobica che si occupa dell’organizzazione è stato chiesto di attivare il (solito) contratto per gli allacciamenti di palco, musica, schermi e via dicendo. Ostacolo aggirato alla fine, con un militante che si è intestato la fattura (non si va oltre i 200-300 euro) e il direttivo a certificare il lesto rimborso (neanche il militante si fidava del partito)
Eppure la procedura per ogni gestore elettrico è prassi ma sul pratone ha portato un paio d’ore di brivido per il rischio black out impensabile in vista del raduno che Matteo Salvini ha già definito «evento», quello in cui «lanceremo la sfida a Renzi per governare il Paese».
Girano i tosaerba a Pontida ma ormai la brutta faccenda è vox populi.
Riunione domani mattina a Milano proprio per «motivi fiscali»: si mette mano allo statuto per dare autonomia alle diverse regioni.
La Lega Nord federale dividerà le sue sorti fiscali da quelle degli organismi locali.
Altro esempio concreto: 70 dipendenti che facevano capo a via Bellerio sono in cassa integrazione, ragion per cui ogni altra assunzione è bloccata, anche nelle province che hanno fondi.
Come si sia arrivati a questa situazione è oggetto del contendere: gli stessi cassaintegrati avevano più volte accusato la segreteria di aver foraggiato in eccesso le campagne elettori di Maroni e Salvini, facendo saltare i conti dell’ordinaria amministrazione.
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