LE DUE ATTRAZIONI DEL MUSEO DELLE CERE CHE VOGLIONO FARE LA GUERRA ALLE MUMMIE
SALVINI E LA MELONI CONTRO IL MUSEO EGIZIO DI TORINO PERCHE’ FA LO SCONTO “DUE PER UNO” AGLI ARABI… SUGGERIAMO ALLA DIREZIONE DI FARE LA STESSA PROMOZIONE AI SOVRANISTI DA AVANSPETTACOLO
Al senso del ridicolo non c’è più un limite per i finti sovranisti italiani (quelli che se ne fottono che un giovane ricercatore italiano venga torturato e ucciso da un regime militare straniero) e così non trovano di meglio che far ridere tutta Italia montando una delirante polemica per la campagna lanciata dal Museo Egizio di Torino che prevede un biglietto gratis agli arabi che si presentano alla biglietteria in coppia.
Campagna rilanciata con cartelloni apparsi in questi giorni sui bus cittadini, ritenuta dal direttore Christian Greco “un mezzo per condividere il prezioso patrimonio del museo con le genti del paese d’origine di quel patrimonio”.
Una normalissima operazione promozionale che al museo delle Cere dei sovranisti italiani scatena una serie di convulsioni e dichiarazioni da Bagaglino.
Fratelli d’Italia parla di “iniziativa assurda, ingiustificabile, discriminatoria nei confronti di chi non è arabo e anche offensiva nei confronti delle donne” ( cosa c’entrino le donne lo sanno solo loro…) e intimano a Gtt, la società di gestione del servizio pubblico, di “far togliere immediatamente tutti i cartelloni dai mezzi pubblici”, neanche ci fosse una foto oscena, roba da scompisciarsi dalle risate.
Giorgia Meloni su Fb aggiunge “Ricordiamo che il museo Egizio di Torino è finanziato coi soldi degli italiani. Il 4 marzo scegliete un governo di patrioti, votate Fratelli d’Italia”,
Qualcuno dovrebbe ricordarle che semmai sono gli italiani che hanno depredato l’Egitto e che guadagnano da decenni sulle loro tombe e sui loro reperti, ma ci rendiamo conto che per comprenderlo bisognerebbe aver letto almeno la brochure del Museo.
Poteva mancare a questo avanspettacolo un altro reperto del Museo delle Cere?
Ecco che si accoda Salvini in ritardo: “Razzismo contro gli italiani, pazzesco! Al Museo Egizio di Torino biglietti sconto solo per i visitatori arabi. Ma siamo matti? Qualcuno deve chiedere scusa e dimettersi” scrive su Facebook il leader della Lega.
Arriva anche la replica del Museo Egizio. “Abbiamo rilanciato questa campagna per il pubblico arabo convinti che il compito di tutti i musei del mondo sia quello di aumentare l’audience senza fermarsi davanti alla barriere della lingua e della religione. Non è un caso se le nostre audio-guide sono in sette lingue”.
Con queste parole la portavoce del Museo Egizio di Torino ribadisce l’importanza della campagna indirizzata al mondo arabo che offre ad ogni coppia che si presenta in biglietteria due biglietti al prezzo di uno.
“Per noi è un’operazione di marketing culturale, non certo politica – viene ancora specificato – e ci spiace se il nostro scopo non sia stato capito e che possa venir strumentalizzato. Si tratta di una campagna locale, mirata a raggiungere le migliaia di persone di lingua araba che risiedono a Torino e provincia, ma che è stata anche allargata ai social attraverso l’azione di un’agenzia nazionale specializzata in comunicazione etnica a cui abbiamo dato il mandato”.
Ma vediamo di cosa stiamo parlando.
Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante del mondo dopo quello del Cairo.
Nel 2016 il museo ha fatto registrare 852 095 visitatori, risultando il decimo sito museale statale italiano più visitato.
Nel 2017 i Premi Travellers’ Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia[, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo.
QUANDO E COME NASCE
Nel 1759 un appassionato egittologo di Padova, Vitaliano Donati, si recò in Egitto per effettuarvi scavi e ritrovò vari reperti, che furono inviati a Torino.
All’inizio dell’800, all’indomani delle campagne napoleoniche in Egitto, in tutta Europa scoppiò una vera e propria moda per il collezionismo di antichità egizie.
Bernardino Drovetti, piemontese, console generale di Francia durante l’occupazione in Egitto, collezionò in questo periodo oltre 8 000 pezzi tra statue, sarcofaghi, mummie, papiri, amuleti e monili vari.
Nel 1824 il re Carlo Felice acquistò questa grande collezione per la cifra di 400.000 lire e unendovi altri reperti di antichità classiche di Casa Savoia, tra cui la collezione Donati, diede vita al primo Museo Egizio del mondo.
Sul finire dell’Ottocento il direttore del museo, Ernesto Schiaparelli, avviò nuove acquisizioni e si mise personalmente a condurre importanti campagne di scavi in Egitto. In questo modo, intorno agli anni trenta del ‘900, la collezione arrivò a contare oltre 30000 pezzi in grado di testimoniare ed illustrare tutti i più importanti aspetti dell’Antico Egitto, dagli splendori delle arti agli oggetti comuni di uso quotidiano.
Il museo è dedicato esclusivamente all’arte egizia. Al suo interno si possono trovare mummie, papiri e tutto ciò che riguarda l’antico Egitto (compresi animali imbalsamati).
Dopo lavori di ristrutturazione e ampliamento, il 1 º aprile 2015 il museo, con un’estensione di 60 000 m ², completamente ristrutturato è stato nuovamente inaugurato con una superficie espositiva più che raddoppiata, una sala mostre, e aree per la didattica. Il museo risulta suddiviso in quattro piani (tre piani fuori terra e uno sotterraneo) con un percorso di visita cronologico. Alcuni di questi interventi di ampliamento sono stati realizzati grazie al Gioco del Lotto, in base a quanto regolato dalla legge 662/96.
Inoltre il museo è fornito di un’importante biblioteca, spazi di restauro e studio di mummie e papiri e dal giugno 2015 partecipa a una spedizione archeologica internazionale in Egitto.
Dopo un anno dalla riapertura, con il nuovo allestimento il risultato è di quasi 1 milione di visitatori, posizionandosi così tra i musei più visitati d’Italia.
Il biglietto di ingresso costa in media sui 15 euro: moltiplicate la cifra per 1 milione di visitatori e già capirete che si tratta di un museo in grado di mantenersi da solo, dando lavoro a decine di persone.
Ovviamente è più facile che il concetto lo capisca chi ha lavorato almeno una volta in vita sua.
Se poi si moltiplicano queste entrate per decine di anni, vi renderete conto di quanto i “reperti arabi” di cui ci siamo appropriati abbiano mantenuto migliaia di famiglie italiane che operano nel Museo e nell’indotto.
Se qualcuno deve proprio lamentarsi, forse dovrebbero farlo i “patrioti egiziani”, non quelli tarocco italiani, tanto per capirci.
Fermo restando che ogni struttura museale fa giustamente promozione nei modi commerciali che meglio ritiene: se invece che a cittadini arabi lo sconto fosse stato diretto a cittadini russi siamo certi che “i patrioti” non avrebbero avuto nulla da dire.
Un suggerimento però ci sentiamo di darlo alla direzione del Museo: provi a lanciare una promozione due x uno rivolta a una categoria in espansione, quelli dei “fasci da avanspettacolo”, alias coloro che del fascismo non hanno capito una mazza salvo copiarne gli aspetti folkloristici.
Una bella visita guidata ai sarcofaghi con possibilità di sosta all’interno potrebbe farli sentire realizzati.
E fategli lo sconto: inserirne due al prezzo di uno.
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