“L’ESERCITO ISRAELIANO STA COMMETTENDO CRIMINI DI GUERRA E PULIZIA ETNICA”: MOSHE “BOGIE” YAALON, L’EX MINISTRO DELLA DIFESA DEL GOVERNO NETANYAHU DAL 2013 AL 2016, ROMPE IL TABÙ ISRAELIANO E SMONTA LA FAVOLETTA DELL’ESERCITO ISRAELIANO CHE SOSTIENE DI ESSERE “IL PIÙ MORALE DEL MONDO”
LE SUE PAROLE HANNO SCATENATO UN TERREMOTO NEL PAESE: LO STATO MAGGIORE CHE HA SCARICATO LE COLPE SUI POLITICI E TSAHAL È STATO COSTRETTO A RESPINGERE LE ACCUSE, MA LA DEVASTAZIONE A GAZA È SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI
Se c’è un primato di cui Tsahal, l’esercito israeliano, si fa vanto è quello di essere «l’esercito più morale del mondo». A mettere in discussione il calibro delle forze israeliane, recentemente, è l’ex capo di stato maggiore dell’esercito ed ex ministro della Difesa, Moshe “Bogie” Yaalon (nel governo Netanyahu dal 2013 al 2016), che ha dichiarato e ribadito che a Gaza l’Idf sta commettendo «crimini di guerra» e «pulizia etnica».
Se non uno tsunami, le sue parole hanno generato un terremoto, in Israele, le cui scosse di assestamento si continuano a registrare. «Penso che la dichiarazione di Yaalon avrebbe dovuto essere rivolta al livello politico, non all’esercito. Ma quello che ha detto è corretto. Il governo sta spingendo l’esercito a fare una specie di pulizia, per così dire, etnica. Ma accusare i militari è sbagliato». Haim Tomer, interpellato ieri a Tel Aviv, a margine della conferenza per la Giornata del Governo di qualità, ha prestato servizio nel Mossad in vari incarichi, in Israele e all’estero, tra il 1986 e il 2011. È stato, tra le altre cose, capo della Divisione antiterrorismo e dell’intelligence, concludendo il suo servizio nel governo come responsabile della divisione per il collegamento internazionale e operativo, fino al 2014.
Yaalon ha voluto lanciare un allarme. Egli stesso ha ricalibrato le accuse in successive interviste televisive e ha corretto il tiro parlando di «interferenza dei politici, che stanno corrompendo l’esercito». Si parla di Gaza, fronte ancora caldo dopo quattordici mesi di guerra e un bilancio di 44.502 morti, secondo il ministero della Sanità di Hamas.
«Non sto parlando di omicidio di massa – precisa a Channel 12 dopo le reazioni dello Stato Maggiore – ma piuttosto di evacuare una popolazione dalle sue case, distruggere le loro case: questo è ciò che sta accadendo a Beit Hanoun, Beit Lahiya».
Alla domanda sul mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale per il primo ministro Benjamin Netanyahu, sfuma: «Penso che, moralmente, siano successe delle brutte cose, qui, dal nostro punto di vista».
«L’Idf opera in conformità con il diritto internazionale ed evacua i civili in base alle necessità operative, per la loro stessa protezione». Tsahal insomma respinge le «gravi affermazioni» secondo cui sta conducendo una pulizia etnica nella Striscia di Gaza
(da agenzie)
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