L’ITALICUM FRANTUMA IL PD, ASSEMBLEA SENATORI: 71 SI’, MA 29 NON VOTANO PER PROTESTA
LA VIGILESSA BOSCHI: “STRAPPO PESANTE, IN AULA SI ADEGUINO”
Clima infuocato all’assemblea dei senatori del Pd a cui ha partecipato Matteo Renzi per la resa dei conti finale sull’Italicum.
Il sì alla riforma della legge elettorale come richiesto dal premier è passato con 71 voti e un astenuto. I 29 senatori dissidenti hanno scelto di non partecipare al voto. “Penso che sia legittimo dare battaglia in base alle proprie convinzioni, anche io l’ho fatto quando ero in minoranza – ha commentato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi -. Ma ora l’assemblea del gruppo a maggioranza si è espressa a favore dell’Italicum e io spero che in aula la minoranza si adegui”.
Tra minoranza Pd e premier sull’Italicum la tensione è palpabile.
La minoranza infatti ‘contesta’ la norma sui capolista bloccati con un documento – firmato da 29 senatori – e presentato da Paolo Corsini.
“Le leggi elettorali sono leggi ordinarie, ma poichè attengono al valore della democrazia evocano principi costituzionali”, ha sottolineato Corsini per indicare la prevalenza di libertà di coscienza nella scelte.
“Se ci fosse stata questa legge elettorale Bersani sarebbe andato al ballottaggio e sarebbe diventato presidente del consiglio”.
È l’esempio che il premier ha rivolto alla minoranza dem per dimostrare la validità dell’Italicum.
“Se mancano voti Pd all’Italicum sarebbe molto grave”.
“In un partito democratico – ha detto il primo ministro – non si caccia la minoranza ma dopo il confronto si decide per fare insieme le cose”. Il segretario del Pd ha continuato: “Se il Pd facesse mancare i suoi voti alla legge elettorale sarebbe un passaggio di grande delicatezza. Sarebbe molto grave”. Renzi ha poi affermato che non si tratta di un voto di coscienza.
Il presidente del Consiglio ha poi spiegato la ratio dell’Italicum: “Voglio fare la legge elettorale con Berlusconi perchè non voglio più governarci insieme”. Il premier ha assicurato: “Questa non è la ‘notte dei lunghi coltelli’ e l’elezione del Presidente della Repubblica non c’entra nulla” con il voto sulle riforme.
Renzi: “Boccia mi ha detto che faccio come l’Isis”.
“Mi ha detto Francesco Boccia che faccio come l’Isis”. È una frase pronunciata da Renzi in assemblea al Senato, secondo quanto riferisce su twitter Corradino Mineo. La frase sarebbe stata pronunciata dal deputato del Pd in un’intervista. “Renzi citando Boccia fa la vittima per strappare un applauso ai senatori Tutto pur di vincere!”, commenta Mineo.
Il documento integrale dei 29 senatori dissidenti:
La legge elettorale costituisce indubbiamente un fondamentale strumento per la vita democratica e non solo in quanto svolge un’indispensabile funzione regolatrice, ma pure perchè rimanda a diritti e garanzie costituzionalmente definiti e sanciti. Proprio a partire da questo dato essa impegna coscienza e responsabilità di ciascuno.
Per quanto riguarda la nuova legge elettorale, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che costituisce ineludibile riferimento, non si possono che valutare positivamente le novità intervenute rispetto al testo approvato in prima battuta alla Camera. Si è alzata la soglia che evita il ricorso al ballottaggio; sono state uniformate e abbassate al 3% le soglie di ingresso, garantendo, dunque, quote di rappresentanza alle diverse forze politiche; si è inserita infine l’indicazione della preferenza al fine di restituire agli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti.
Di contro non è condivisa da altre forze politiche la prospettiva di collegi uninominali. Questo comunque il punto fondamentale cui la nuova normativa deve attenersi: restituire compiutamente lo scettro al principe-cittadino-elettore.
Sotto questo profilo riteniamo non sia condivisibile la nomina di capilista bloccati. Essa configura, infatti, un Parlamento nel quale i nominati rappresenteranno la maggioranza dei Deputati e in cui la possibilità di eleggere con preferenza i propri rappresentanti verrà lasciata di fatto esclusivamente al partito vincitore del premio di maggioranza.
In secondo luogo, la previsione di capilista pluricandidati istituzionalizza una pratica che espropria l’elettore del controllo effettivo del proprio voto con possibili rischi di incostituzionalità .
Si deve, infatti, tanto più considerare che siamo impegnati in un percorso di riforme costituzionali che prevede una sola Camera politica con un unico rapporto fiduciario col Governo. Infine, quanto alla clausola di salvaguardia essa deve necessariamente rapportarsi alla conclusione definitiva del processo di riforma costituzionale.
Paolo Corsini
Miguel Gotor
Vannino Chiti
Maurizio Migliavacca
Donatella Albano
Claudio Broglia
Rosaria Capacchione
Felice Casson
Giuseppe Luigi Salvatore Cucc
Erica D’Adda
Nerina Dirindin
Marco Filippi
Federico Fornaro
Maria Grazia Gatti
Maria Cecilia Guerra
Paolo Guerrieri Paleotti
Josefa Idem
Silvio Lai
Sergio Lo Giudice
Doris Lo Moro
Patrizia Manassero
Luigi Manconi
Corradino Mineo
Massimo Mucchetti
Carlo Pegorer
Laura Puppato
Lucrezia Ricchiuti
Lodovico Sonego
Walter Tocci
(da “il Fatto Quotidiano”)
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