LOTTERIA ITALIA DEL CENTRODESTRA: GELMINI O FONTANA? DECIDERANNO I SONDAGGI
BERLUSCONI PERPLESSO: “FONTANA CHI?”… IL RISCHIO DI PERDERE LA LOMBARDIA CON UN CANDIDATO DEBOLE
L’accordo nel centrodestra sulla Lombardia “non è ancora chiuso”. Lo sostiene, in un’intervista a Repubblica il capogruppo di Forza Italia Paolo Romani che rilancia la possibile candidatura di Mariastella Gelmini.
“C’è una richiesta molto forte della Lega per Attilio Fontana – spiega – ed è in corso una nostra valutazione.”.
Sono ore di incontri e telefonate frenetiche nel centrodestra, dopo la rinuncia a sorpresa del governatore in carica Roberto Maroni e l’apertura della contesa per scegliere il suo successore, che dovrà vedersela con Giorgio Gori per il centrosinistra, Dario Violi per M5s e un candidato ancora da decidere per Liberi e Uguali.
E’ proprio il leader degli azzurri Silvio Berlusconi a lasciare aperta la partita. In un’intervista a Radio Capital spiega: “”Stiamo attendendo i sondaggi per vedere quali sarebbero i risultati di uno scontro Gori-Fontana o di uno scontro tra Gori e una nostra candidatura, che può essere Mariastella Gelmini, siamo ancora distanti da una decisione definitiva”.
L’affondo della Lega sul nome di Fontana, infatti, ha creato più di un malumore in Forza Italia, che in queste ore ha fatto pressing su Berlusconi per rivedere una decisione che, dopo il vertice di Arcore di domenica, sembrava già presa.
In questo scenario a dir poco fluido, si inserisce anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi, fondatore e leader del movimento “Rinascimento”, nonchè assessore regionale in Sicilia ed ex assessore alla Cultura del Comune di Milano con Letizia Moratti.
Sgarbi potrebbe concorrere alla carica di presidente della Lombardia. Almeno questo è quello che sostiene il diretto interessato: “Le sollecitazioni che mi giungono in queste ore dalla base del movimento e dagli alleati politici mi impongono di valutare questa prospettiva” ha spiegato in una nota.
Berlusconi vuole capire se Attilio Fontana, indicato dalla Lega per subentrare a Maroni nella candidatura al Pirellone, sia l’uomo giusto «per vincere, perchè con la Lombardia – ripete il leader – ci giochiamo non solo la prima regione d’Italia, ma anche le possibilità di successo alle Politiche».
Una ragione molto concreta insomma che i suoi usano per convincere i tanti sospettosi, tra i quali lo stesso Salvini, che no, non c’è nessuna segreta intesa tra il leader azzurro e Maroni per sottrarre alla Lega un uomo forte ed utilizzarlo non solo per indebolirla, ma anche come premier possibile nel prossimo governo
Fontana è sì «persona capace e perbene», ma i sondaggi non lo vedrebbero forte abbastanza da far stare sicuri della vittoria. E se Berlusconi non vuole un braccio di ferro con Salvini, che ieri avrebbe sostanzialmente minacciato di far saltare l’alleanza se il candidato non sarà un leghista, nemmeno può accettare a scatola chiusa «un nome che ci arriva di punto e in bianco». Così come, sono convinti ad Arcore, anche all’interno della Lega «stanno ragionando bene sul da farsi, i dubbi non sono solo nostri».
Motivo per cui la scelta slitta almeno a domani. Quando si capirà se esistono alternative di livello (la Gelmini lo sarebbe, ma per la Lega sarebbe quasi impossibile accettare un nome forzista) e si deciderà come chiudere l’accordo complessivo.
Sì perchè era previsto che delle Regioni al voto il Lazio sarebbe andato a FI, dove si va verso la candidatura di Gasparri, che togliendo dal «campo» lo sfidante Pirozzi di FdI (gli verrebbe dato un collegio uninominale), accetterebbe di correre.
Ma allo stesso modo la Lega per il Friuli chiedeva la candidatura del suo capogruppo alla Camera Fedriga per il Friuli, molto ben radicato in regione. Ora, anche questa scelta si ridiscuterebbe, con FI che vorrebbe la Regione per sè.
Restano insomma tanti nodi da sciogliere, ed è certo che finiranno per riversarsi sul tavolo del programma e soprattutto su quello delle candidature: entrambi dovevano riunirsi oggi, saranno convocati invece domani, quando la situazione dovrebbe essere più chiara.
E per FI a trattare andranno lo stesso Ghedini, Sestino Giacomoni e non più la Gelmini come era stato indicato domenica ma Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo ma sempre attivissimo nella politica nazionale, anche per tutelare di più le posizioni dei parlamentari del Centro e del Sud.
(da agenzie)
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