MATTEO SALVINI E LA FOTO CON ROGER ETTER, IL NEONAZISTA PREGIUDICATO
SALVINI ERA MINISTRO DEGLI INTERNI: LA FOTO LO IMMORTALA CON IL SINDACO LEGHISTA DI LUINO E IL NEONAZISTA SVIZZERO CONDANNATO PER TENTATO OMICIDIO A 11 ANNI DI GALERA
Foto di famiglia dal Canton Ticino: con sorpresa. Se gratti, come i biglietti delle lotterie, esce la combinazione. In questo caso i “numeri” del neosovranismo verde-nero: Lega, estrema destra e il link con la Russia.
Metti insieme Matteo Salvini, un vicesindaco leghista e un neonazista svizzero – vicino ad ambienti russi – pregiudicato per tentato omicidio (ha sparato in testa a un imprenditore).
Nella fotografia, che risale a qualche mese fa – quando Salvini era ancora ministro dell’Interno -, i tre posano sorridenti, vestiti in modo informale.
L’ex capo del Viminale sfoggia una t-shirt con il disegno della croce di San Giorgio (simbolo dell’eroismo dei crociati in Terra Santa e prima bandiera della Lombardia), e, sovrapposte, due asce incrociate, emblema di forza guerresca. Un fregio che ricorda i martelli incrociati degli Hammerskin neonazisti.
A diffondere l’immagine sui social è un salviniano doc: Alessandro Casali, vicesindaco di Luino (Varese). Il politico balzò alle cronache nel 2015 per un exploit poco felice: nel giorno in cui nel canale di Sicilia muoiono 900 migranti (molte donne e bambini), pubblica su Facebook un volantino-fotomontaggio dal titolo “Vacanze in Italia”, con un barcone e la scritta “35 euro al giorno, vitto e alloggio, ricariche telefoniche e sigarette”.
Chi chiese le dimissioni di Casali, si dovette rassegnare: è rimasto saldamente sulla poltrona di vicesindaco. Oltre a lui, nella fotografia insieme a Salvini, c’è una terza persona. La cui presenza accanto a due uomini delle istituzioni dovrebbe imbarazzare: ma tant’è.
Di chi si tratta lo indica lo stesso Casali, che ai due hashtag #matteosalvini e #alessandrocasali aggiunge il nome: Roger Etter.
Etter è un personaggio molto noto in Ticino: soprattutto noto alle cronache nere e giudiziarie. Ex deputato dell’Udc, partito svizzero della destra conservatrice, la sera del 24 febbraio 2003 invita nella sua villa di Rovio l’imprenditore edile Ernesto Zanini e gli spara in testa. La vittima si salva per miracolo (perde un occhio e subisce una lesione permanente all’udito), Etter viene condannato a 11 anni per tentato omicidio. I giudici, che scartarono l’ipotesi dell’incidente avanzata dall’imputato, accertarono che il politico voleva uccidere l’ex amico per coprire una serie di malversazioni: Etter gestiva un conto segreto di Zanini, in dieci anni si era messo in tasca oltre 3 milioni di franchi. Un gruzzolo decisamente superiore ai miseri 30mila franchi di risarcimento sul quale i due, Etter e Zanini, si accordano tramite avvocati.
Oggi Etter ha 59 anni. Scontata definitivamente la pena, dopo avere frequentato l’Università di Scienze economiche a Lugano si è ributtato in politica fondando l’associazione di estrema destra “Fratria”. Non una sorpresa per uno che da sempre non fa mistero della sua nostalgia per le camicie brune e il Sudafrica boero, affascinato dalla gioventù ariana, dalle armi, dalle croci celtiche e dall’iconografia della Germania hitleriana. Etter, introdotto in ambienti economici e politici russi, a sorpresa rispunta pubblicamente quest’estate a Lugano.
L’11 giugno con la sua “Fratria” ospita per una conferenza pubblica Aleksandr Dugin, il filosofo postnazista, amico e consigliere di Putin, che è a fianco di Gianluca Savoini sia all’hotel Metropol di Mosca sia in tappe italiane del pensatore-scrittore (anche nella sede di CasaPound).
Mentre Dugin intrattiene la platea dell’hotel Pestalozzi a Lugano, in Italia tiene banco lo scandalo Russiagate. Le manovre moscovite di Savoini con gli uomini di Putin. L’imbarazzo di Salvini. L’inchiesta giudiziaria e le continue rivelazioni che stringono il cerchio politico intorno al Capitano leghista. Adesso spunta la curiosa fotografia ticinese .
Dal neonazi Etter a Dugin e Savoini, passando per Salvini e il suo vicesindaco.
(da “La Repubblica”)
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