“MOSTRERO’ LE LORO FACCE IN TV”: MYRTA MERLINO CONTRO LA FOGNA DEL WEB
LA GIORNALISTA LANCIA SU LA7 LA CAMPAGNA “ODIO L’ODIO”… “SERVE UNA LEGGE PER STANARE GLI ANONIMI”… NO MYRTA, BASTA ANDARLI A PRENDERE CASA PER CASA
“L’odio fa male a chi lo prova e a chi lo riceve. Ed è contagioso. Gli odiatori vanno stanati, segnalati, puniti”.
Per questo Myrta Merlino lancerà una campagna su La7, “Odio l’odio”, allo scopo di arrivare a una legge che consenta di identificare e processare gli odiatori del web.
Ne parla in un’intervista al Corriere della Sera.
“Proverò a riunire su una legge i parlamentari che frequentano L’aria che tira. Vorrei che anche i Cinque Stelle si dissociassero. Ho già convinto Luigi Di Maio a prendere le distanze dagli insulti che ricevo dai grillini, ma una cosa è farlo a mezza bocca in tv, un’altra è impegnarsi”.
La campagna funzionerà così:
“Ogni giorno, darò una grafica con i peggiori post. Che siano persone comuni, anonimi, politici, devono tutti vergognarsi. E manderemo i nostri redattori a cercarli”.
Perchè? “Per chiedere di ripetere quello che hanno scritto, spiegarlo, avere un confronto. Mentana su Facebook ne mazzola tanti che poi si smontano. Ho il sospetto che siano tutti vigliacchi che, alla terza domanda pacata che gli fai, tacciono”.
Tra gli insulti e le minacce web che più l’hanno turbata, la giornalista ne nomina alcuni: un post “in cui invitavano a ‘farmi la festa’, uno con la mia faccia in un wc e un ‘tiriamo la corda’”.
“La violenza verbale è inammissibile quanto quella reale. E, dalla Rete, trasmigra ad altri luoghi, imbarbarendo non solo il linguaggio, ma gli animi”.
Quando si è decisa a passare all’azione? “[…] quest’estate, guardavo mia figlia Caterina, 16 anni, controllare like e faccine e mi sono accorta di essere terrorizzata: io, se ricevo un insulto, spengo e non ci penso più, ma una sedicenne no, ne soffre. Buona parte del riconoscimento della sua identità passa dai social”.
Rendiamo merito a Myrta di aver preso una iniziativa in assenza delle istituzioni preposte, ma il problema è facilmente risolvibile perchè le leggi ci sono, manca chi le faccia rispettare.
In una notte basterebbe bussare a casa di un primo migliaio di deliquenti del web e tradurli in galera.
I servizi sui Tg del giorno successivo con gente ammanettata determinerebbe il ritorno al mondo civile da parte di questi vigliacchi da tastiera.
Per i mandanti e gli ispiratori, compresi certi politici, nessuna pietà : tutti dai loro amici libici, ospiti per un anno dei centri di accoglienza di Al Serraj che tanto amano.
In alternativa potranno scontare la pena in un carcere del Cairo, ospiti di Al Sisi, altro loro referente ideale.
Leave a Reply