MUTUI, ADDIO SURROGHE: IL GOVERNO STA CON LE BANCHE E I NOTAI
ANCORA UNA VOLTA PENALIZZATI I CONSUMATORI
Il governo del cambiamento, anzi del popolo, si scopre dalla parte delle banche e dei notai. Anche quando a essere penalizzati sono i consumatori.
A dire il vero, Lega e Cinque Stelle hanno ereditato dal governo Gentiloni il provvedimento che di fatto esonera i notai del rispetto delle norme a tutela dei consumatori e del mercato, ma si sono ben guardati dal metterci mano.
Anzi, al congresso nazionale del notariato, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha ribadito la stretta collaborazione fra il dicastero e i professionisti annunciando “un tavolo”.
D’altra parte il rapporto è stretto da tempo. E con una manovra a tenaglia è stato garantito uno status quo che penalizza chi cerca di innovare un settore ancorato al passato.
Ad esempio, con una circolare del ministero della Giustizia del 12 dicembre dello scorso anno penalizza l’80% delle surroghe, aumentando i costi delle quietanze notarili se la banca passiva non si presenta a firmare l’atto di surroga.
Insomma la circolare aumenta i costi per la banca attiva, se la banca passiva non collabora come dovrebbe alla surroga, facendo ostruzionismo, premiando così la condotta scorretta della banca che perde il cliente. Abbastanza per far desistere migliaia di italiani.
A completare l’opera è arrivato il capolavoro di Pd e Leu che con un emendamento alla legge di bilancio 2018, a firma Bruno Tabacci ha sottratto i notai al controllo dell’Antitrust.
Un provvedimento sacrosanto secondo i notai perchè eviterebbe un quarto grado di giudizio, ma che di fatto protegge una delle caste più potenti d’Italia dalle incursioni dell’authority a tutela dei consumatori.
Dal 2007 a oggi, l’Antitrust si è battuta per la portabilità dei mutui contro i cartelli fra le banche; i cartelli fra banche e notai e i cartelli fra i notai stessi.
Comprensibile la gioia di Salvatore Lombardo, presidente dei notai italiani, che tra applausi scrocianti, al congresso nazionale del 6 novembre ha detto: “Sono diminuite, consentitemelo di dirlo, fortunatamente le surroghe (perchè noi abbiamo fatto una battaglia su questo), in quanto le surroghe agevolavano il singolo ma non agevolavano l’economia. È il nuovo mutuo che agevola l’economia. Il nuovo mutuo che mette in giro nuove risorse, fa fare nuove attività . Le surroghe sostituiscono a un singolo creditore un tasso inferiore a un tasso superiore … Ecco perchè sono contento di questo”.
E poco importa che il beneficio al singolo consumatore possa tradursi in maggiori consumi o in una più equa redistribuzione del reddito.
Per capire il sistema basta leggere il procedimento I803 dell’Antitrust secondo cui il Consiglio notarile di Milano “appare aver posto in essere un’articolata strategia collusiva, sviluppatasi attraverso un insieme di iniziative” che si prefiggevano “l’obiettivo comune di indurre i notai del distretto a limitare, sotto il profilo quantitativo, la propria attività , così restringendo il confronto concorrenziale tra gli stessi e conducendo, in ultima analisi, ad una ripartizione del mercato e a una limitazione della concorrenza di prezzo”.
Per l’authority il Consiglio notarile avrebbe “interpretato e applicato norme professionali e deontologiche in maniera anticoncorrenziale”.
Tradotto: per i notai meglio lavorare meno mantenendo tariffe più alte che innovare e lavorare di più a prezzi più bassi.
Ecco perchè il notariato e il Ministero gravano di maggiori tasse e contributi le surroghe più veloci da concludere, rispetto a quelle trilaterali in cui la banca passiva può bloccare la portabilità : perchè fanno emergere i notai piຠefficenti a scapito degli altri.
E questo non va bene, ora che la leggina Tabacci sottrae i notai al mercato ed alla concorrenza.
Senza l’intervento di Tabacci&Co — confermato anche dal Movimento 5 Stelle -, la scure dell’Antitrust si sarebbe probabilmente abbattuta sulla casta. Così invece si fa politica anticoncorrenziale rimpinguando le finanze della cassa notarile: i proverbiali due piccioni con una fava.
Sulla norma Tabacci, però, pende un ricorso dell’autority per la Concorrenza alla Corte Costituzionale: il 4 dicembre si è tenuta l’udienza pubblica, ma in attesa della sentenza il provvedimento resta in vigore.
Nel frattempo a festeggiare sono sempre le banche. Dopo l’entrata in vigore delle liberalizzazioni volute da Bersani hanno perso il diritto alla penale di estinzione anticipata del mutuo, ma si sono inventate le spese obbligatorie di istruttoria e oggi assistono festanti al crollo delle surroghe.
Dal 2007 a oggi sono circa 500mila gli italiani che sono riusciti a liberarsi di un cattivo mutuo a costo zero con un risparmio che arriva anche a duemila euro l’anno (ossia un miliardo l’anno di risparmi per le famiglie italiane).
Senza la portabilità del mutuo — o con costi che la renderebbero proibitiva — i consumatori presto potrebbero non avere più difese contro le banche più aggressive, con il rischio di pagare un conto finale ancora più salato.
(da “Business Insider“)
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