“NEL 2018 CI FU UNA RICHIESTA MOLTO STRANA DA PARTE DELLA LEGA”: LA SOTTOSEGRETARIA ALLA GIUSTIZIA, ANNA MACINA, EX GRILLINA E ORA IN “IMPEGNO CIVICO”, RICORDA DI QUANDO IL CARROCCIO PRESENTÒ UN EMENDAMENTO PER SOPPRIMERE IL DIVIETO DI RICEVERE CONTRIBUTI DA GOVERNO STRANIERI
“NON FECI CONGETTURE, DI SICURO AVEVANO UN FORTE INTERESSE. MI PARVE ASSURDO INSERIRE QUELLA RICHIESTA IN UN PROVVEDIMENTO CHE PARLAVA DI TRASPARENZA”
La sottosegretaria alla Giustizia Anna Macina, ex 5 Stelle e oggi in Impegno civico, durante il governo Conte uno era capogruppo alla commissione Affari costituzionali della Camera.
Lega e Movimento discutevano il varo della legge cosiddetta “spazzacorrotti”. Sono i giorni che seguono l’incontro moscovita del 18 ottobre 2018 tra Gianluca Savoini e misteriosi emissari vicini al presidente Putin.
Al comma 2 della legge era scritto che «ai partiti e ai movimenti politici è fatto divieto di ricevere contributi provenienti da governi o enti pubblici di Stati esteri, da persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero». Sul tavolo arriva un emendamento leghista che propone semplicemente di sopprimere il comma.
Come andarono le cose?
«La richiesta era molto strana, inserirla in un provvedimento che parlava di trasparenza dei finanziamenti dei partiti, dove ci si proponeva il massimo tracciamento, mi parve assurdo».
Quindi si oppose subito?
«Chiamai Luigi Di Maio, era lui il capo politico del partito. Ci confrontammo stabilendo la linea: dovevamo essere irremovibili».
Era un emendamento mirato a possibili finanziamenti dalla Russia?
«Non feci congetture, di sicuro avevano un forte interesse. Ho il flash di una riunione tutta centrata sul punto, con Igor Iezzi della Lega».
Cosa le disse?
«Provò a spiegarmi che se ci fosse stato un imprenditore residente all’estero che voleva sostenere la Lega, che male ci sarebbe stato?
Risposi che in una democrazia erano inopportune ingerenze dall’estero, di qualsiasi tipo».
E alla fine?
«Venne ritirato»
I rapporti con la Lega erano già ai ferri corti?
«In quel momento no, il governo era partito da pochi mesi e ognuno aveva degli obiettivi da raggiungere, per noi c’era il decreto dignità e il reddito di cittadinanza. Non posso avere certezze sulle loro mire specifiche, però fu importante opporsi, anche con il sostegno del nostro capo politico di allora».
(da la Repubblica)
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