NO ALLA RIAPERTURA DI BAR E RISTORANTI IN CALABRIA: SINDACI E CITTADINI IN RIVOLTA CONTRO L’ORDINANZA DELLA SANTELLI
DA CARLOPOLI A LAMEZIA TERME UNA PIOGGIA DI CRITICHE …E I CALABRESI FURIOSI MANDANO IN TILT ANCHE IL SITO DELLA REGIONE
Comuni calabresi in rivolta contro l’ordinanza firmata dalla governatrice Jole Santelli che dispone la riapertura di bar, ristoranti e pasticcerie con servizio all’aperto.
A Carlopoli, nel Catanzarese, il sindaco Mario Talarico in un avviso contesta l’atto e aggiunge che si atterrà a quanto previsto dai Dpcm del 10 e 26 aprile.
Il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, annuncia la non applicazione mentre il sindaco di Trebisacce, Franco Mundo, si riserva di impugnare il provvedimento.
Sarà “consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto”: è quanto prevede l’ordinanza che va contro la ripresa “lenta” prevista dalla Fase 2. Per questo motivo, il governo si starebbe orientando verso la diffida dell’ordinanza.
Il documento – che, secondo la Santelli, parla il “linguaggio della fiducia” – dispone una serie di riaperture già dal 30 aprile. Tra queste, anche il commercio di generi alimentari nei mercati all’aperto, inclusa la vendita ambulante anche fuori dal proprio Comune, fermo restando il rispetto delle distanze interpersonali e l’uso delle mascherine e guanti.
A fare discutere in particolare modo è la riapertura delle attività di ristorazione, che, stando al nuovo decreto, avrebbero dovuto riprendere a partire dal primo giugno. Oltre alle vendite d’asporto, la regione consente ai locali – bar compresi – di somministrare sul posto e solo tramite tavoli all’aperto.
L’esecutivo è pronto alla diffida dell’ordinanza, dopo averla discussa al Cdm che si è svolto ieri sera. La diffida è l’atto che precede l’impugnativa. Si tratta, in sintesi, di una lettera con cui si invita il governatore a rimuovere le parti incoerenti dell’ordinanza rispetto al dpcm varato.
Se le modifiche non vengono apportate, il governo può a quel punto decidere di ricorrere al Tar o alla Consulta e impugnarla. Le Regioni in fatti possono decidere in autonomia di apportare modifiche rispetto alle indicazioni del governo, ma queste modifiche non possono essere in contrasto con il quadro fornito dal dpcm, valido su tutto il territorio nazionale.
La notizia è stata accolta negativamente dalla gran parte dei sindaci calabresi: sulle loro pagine Facebook stanno informando le loro comunità dell’intenzione di non applicare l’ordinanza di Santelli.
Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà , per esempio scrive che “a volte la realtà supera la fantasia. Non si gioca sulla pelle e sulla salute dei cittadini. Spero che la notte porti consiglio, in caso contrario ci determineremo di conseguenza. Intanto chiedo a tutti di mantenere la calma, ne parliamo domattina”.
Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano (Cosenza), informa che “con particolare riferimento alle attività commerciali interessate, restano in vigore le ordinanze sindacali in materia di contenimento del contagio. Capisco la sincera volontà di alcune attività , in grave difficoltà , di aprire e mi spiace, ma questo non è il momento di fare confusione. Il ritorno alla quotidianità deve essere ponderato”.
Pino Belcastro, sindaco di San Giovanni in Fiore (Cosenza), annuncia che emetterà un’ordinanza in linea con le norme varate dal governo “la mia città non la metto in pericolo”.
Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi (Reggio Calabria), dice che nel suo comune “si applicherà la Costituzione Italiana. Dovrà essere rispettato quanto previsto dal Dpcm. Che la notte porti consiglio…”.
Michele Tripodi, sindaco di Polistena (Reggio Calabria), definisce “illegittima e stucchevole l’ordinanza della presidente Santelli, dal modello tutto chiuso al modello tutto aperto (prima del tempo), tranne ovviamente per gli ambulatori della sanità pubblica ancora avvitata su stessa”.
Anche il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, su Facebook annuncia il “no” all’ordinanza di Santelli: “È vero che la Calabria è regione interessata a oggi in maniera marginale dall’epidemia Covid 19, anche per le condivisibili misure sinora adottate dalla Regione Calabria e per il rigore. Non è però ora il momento di operare strappi laceranti rispetto alle indicazioni date dalla Comunità scientifica ed il ritorno alla auspicata normalità dovrà avvenire gradualmente”.
“Fino a pochi giorni fa — dice Callipo — la presidente della Regione Jole Santelli parlava di tenere chiusa la Calabria fino a fine maggio, oggi addirittura anticipa la fase 2 andando ben oltre le riaperture che il governo ha annunciato per il 4 maggio. Quella annunciata stasera dalla presidente Santelli, con un tempismo quantomeno irresponsabile perchè prevede le riaperture già per domani (oggi ndr), è un’ordinanza — prosegue il capogruppo di ‘Io Resto in Calabria’ — molto imprudente ed evidentemente incoerente con quanto sostenuto da lei stessa fino a ieri”.
Secondo Callipo, “l’ordinanza, poi, contrasta con quanto previsto dai provvedimenti governativi e, oltre che pericolosa, è utile solo a un eventuale contenzioso con il governo di cui proprio non si sentiva il bisogno. Non vorremmo che tutto ciò risponda a una strategia politica concordata tra i governatori di centrodestra. Se così fosse, vorrebbe dire che si sta giocando sulla pelle dei cittadini calabresi per meri calcoli politici. In un’emergenza come quella attuale non si può governare in balia di interessi di partito o di improvvidi sbalzi d’umore. Intanto — conclude il capogruppo di ‘Io Resto in Calabria’ — di misure concrete sul piano economico, sanitario e sociale neanche l’ombra”.
(da agenzie)
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