NON TUTTI I FIGLI SONO UGUALI: IL CASO FOA E LA FIGLIA DELLA FORNERO
DOV’ERA QUESTA EQUANIMITA’ QUANDO LEGA E M5S ERANO ALL’OPPOSIZIONE?…. LA FIGLIA DELLA FORNERO FU PERSINO AGGREDITA SOTTO CASA PERCHE’ ACCUSATA DI ESSERE RACCOMANDATA…IL FIGLIO DI POLETTI RICEVETTE TRE PROIETTILI PER POSTA… LUPI FU COSTRETTO A DIMETTERSI
C’è un Leonardo Foa che lavora nello staff della comunicazione di Matteo Salvini e c’è un più noto Marcello Foa fortemente candidato dal vice premier e ministro dell’Interno alla presidenza della Rai.
È un problema? Per il Governo non lo è.
Sarebbe ottimale riuscire a valutare le persone sul merito e non sul sospetto, ma non si può non negare quanto il tema dei “figli di” pesi nella battaglia politica interna.
Allora si tratta di capire come si possa giudicare se un giovane “figlio di” sia bravo e meritevole oppure raccomandato e approfittatore.
E, inoltre, come possano giudicarlo serenamente coloro che in altri casi del passato non hanno mostrato la stessa equanimità di giudizio sulla materia.
La tolleranza che ora viene scoperta da Lega e 5 Stelle scoperchia un doppio standard di moralità per cui in casa propria diventano lecite cose che fuori casa considererebbero inaudite.
Possiamo immaginare come la notizia venga letta da Silvia Deaglio, una carriera accademica inappuntabile e un profilo prestigioso come professoressa nella facoltà di Medicina dell’Università di Torino.
Lei, figlia dell’ex ministra Elsa Fornero e dell’economista Mario Deaglio, venne aggredita – i leghisti in prima linea – perchè docente nello stesso Ateneo degli illustri genitori.
Fu anche circondata sotto la sua casa e minacciata, mentre siti farlocchi diffondevano la bufala che era andata in pensione a 39 anni.
Celebre è stato anche il caso Manuel Poletti, figlio del ministro del Lavoro Giuliano, finito nel tritacarne dopo che il padre scivolò in una pessima dichiarazione sulla fuga dei ragazzi all’estero.
Fu minacciato e insultato su Facebook, trovò tre proiettili e minacce di morte in una lettera, furono diffuse anche molte notizie sulla sua presunta folgorante carriera nell’editoria con i fondi pubblici, alcune vere, altre false.
Ed ancora, i 5 Stelle si intestarono il merito delle dimissioni di Maurizio Lupi, che provò a resistere qualche giorno contro quella che definì la “macchina del fango” che gli passava sopra e travolgeva suo figlio Luca Lupi, laureato in Ingegneria, in una storia di rolex e lavori offerti.
Storie del passato, storie diverse tra loro. Tuttavia non si può non notare un nuovo filtro applicato da Lega e M5S, che passa senza macchia la famiglia Foa e Salvini. Solo alcuni mesi fa, con Lega e M5S seduti sui banchi delle opposizioni, Leonardo Foa sarebbe stato uno scalpo da esporre, il caso Foa avrebbe sollevato campagne social virulente, cori al grido “o-ne-stà “, quando non cappi o soldi sventolati. Oggi però il Governo del cambiamento ci passa sopra come un caterpillar.
Giusto segnalare il rischio di un doppio standard di moralità , quando si passa dalla protesta alle responsabilità di Governo.
Tanto più se si pensa di rappresentare il Governo del cambiamento.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply