NUOVO TEDESCO, SOLITI NOMINATI: MENO COLLEGI, PIU’ PROPORZIONALE, MENO PLURICANDIDATURE
NUOVA INTESA SULLA LEGGE ELETTORALE PER RENDERLA PIU’ DIGERIBILE AL M5S… MA RESTANO I CAPILISTA BLOCCATI E NON CI SARANNO PREFERENZE
Tutto in una notte. Tecnicismi e trattative per rimediare a un problema che aveva mandato nel panico i partiti e soprattutto molti parlamentari M5S che avevano minacciato di far saltare l’accordo sulla legge elettorale.
In pratica era emerso che alcuni vincitori dei collegi uninominali rischiavano, nel calcolo della ripartizione dei seggi, di restare fuori dal Parlamento.
Che fare quindi? Un nuovo patto riducendo il numero dei collegi e aumentando così la quota degli eletti con il sistema proporzionale nei listini bloccati.
In sostanza, adesso il nuovo accordo stretto tra Pd, Forza Italia, M5S e Lega Nord prevede più nominati: più eletti nelle liste bloccate.
I punti del nuovo patto sono tre: i collegi uninominali della Camera scendono da 303 a 232 (compresi quelli del Trentino Alto Adige e Val d’Aosta), i collegi del Senato da 150 passano a 116.
Le circoscrizioni proporzionali, dove viene presentata una lista con il capolista bloccato, da 27 diventano 29.
Le multicandidature passano da tre a una.
Come diretta conseguenza i candidati nei collegi, essendo di meno, hanno maggiori possibilità di essere eletti.
E i nomi di peso possono essere candidati anche nel listino bloccato così da garantire loro il posto in Parlamento attraverso la ripartizione proporzionale dei seggi. L’aumento delle circoscrizioni crea inoltre due capilista bloccati in più per ciascun partito, garantiti al 100%.
Non è un caso se le due circoscrizioni saranno in Veneto e Lombardia, regioni dove la Lega Nord e più forte. Ed è per questo che Matteo Salvini ha dato il via libera.
Il nuovo sistema aumenta poi la quota degli eletti nelle liste proporzionali. Secondo i calcoli infatti il 35% del Parlamento dovrebbe essere eletto nei collegi uninominali, la restante parte, circa il 65%, nelle liste bloccate dove i candidati vengono pescati in proporzione ai voti presi dal partito e sulla base del posto in lista in cui vengono collocati.
La nuova legge dà quindi sempre più potere alle segreterie dei partiti che scelgono i candidati nei collegi e l’ordine del listino proporzionale.
Listino che adesso può avere un minimo di un candidato per un massimo di sei.
Ciò può aiutare i piccoli partiti, che se vogliono eleggere un nome in particolare nel collegio uninominale potranno presentare un solo candidato nel listino così gli altri eletti passeranno in automatico ai candidati nei collegi anche se non sono arrivati prima.
I 5Stelle hanno presentato due emendamenti in particolare. Uno per inserire le preferenze e l’altro per il voto disgiunto.
È certo tuttavia che non saranno approvati e che i grillini non faranno le barricate. Basti pensare alle parole di Francesco Paolo Sisto di Forza Italia, che citando una frase di Aldo Moro del ’59, parla di “convergenze parallele”: “Questo è il punto di sintesi più alto. Pur essendoci una distanza politica tra i partiti abbiamo trovano punti di convergenza”.
La convergenza è tangibile nell’aumento dei nominati.
(da “Huffingtonpost”)
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