ORBAN HA ABBASSATO LA CRESTA, HA VOTATO A FAVORE DEL BILANCIO PLURIENNALE, CHE PREVEDE 50 MILIARDI PER KIEV, DOPO AVER MINACCIATO E STREPITATO
ALTRO CHE MELONI, IL COMPROMESSO FINALE È STATO IDEATO DAL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO, CHARLES MICHEL E DA EMMANUEL MACRON… L’UE AVEVA MINACCIATO LO STOP AI FONDI A BUDAPEST
A Bruxelles l’accordo sui fondi all’Ucraina e sulla revisione del quadro finanziario pluriennale c’è. Arriva già a metà mattinata, tra i capi di stato e di governo europei riuniti per sciogliere gli ultimi nodi. Che l’accordo ci sia, significa anche che il premier ungherese ha dovuto ritrarre il suo veto. C’era infatti Viktor Orbán a ostruire la strada verso i cinquanta miliardi.
Serviva un via libera dei leader alla revisione del quadro finanziario pluriennale anche per poter aiutare con cinquanta miliardi l’Ucraina, ma anzitutto per le politiche comuni; la premier italiana ad esempio contava sui dieci miliardi previsti sul versante migratorio.
A metà dicembre il premier ungherese aveva consentito, con una assenza concordata, il via libera ai negoziati per l’ingresso dell’Ucraina in Unione europea, ma non aveva sbloccato i soldi.
Negli ultimi giorni ci sono state pressioni da Bruxelles, e poi la sera prima del vertice ci sono stati incontri bilaterali con Orbán. Gli incontri coi leader hanno sbloccato un accordo finale.
Orban dunque cede. La pressione su di lui era stata fortissima.
Di prima mattina Meloni, con il presidente francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, hanno avuto un incontro con il premier ungherese, Viktor Orban, prima dell’avvio dei lavori del vertice. All’incontro hanno partecipato anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la Segretaria generale del Consiglio, Therese Blanchet. L’obiettivo del meeting era convincere Orban a ritirare il suo veto contro l’approvazione della revisione del bilancio Ue che stanzia 50 miliardi di euro per l’Ucraina. Alla fine ce l’hanno fatta, annuncia Michel.
(da Editoriale Domani)
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