PADOAN: “GLI EFFETTI DELLE RIFORME SI VEDRANNO TRA ALMENO TRE ANNI”, CIOE’ QUANDO LUI E RENZI NON CI SARANNO PIU’
ORMAI E’ UN POSTICIPARE CONTINUO: DA POCHI MESI A TRE ANNI
Gli anni per vedere i risultati concreti delle riforme del governo Renzi passano da due a tre. Anzi, “minimo” tre.
Gli effetti delle misure messe in campo dal governo stentano ad arrivare, e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si vede costretto ad ammettere che ci vuole più tempo del previsto.
Così corregge se stesso dopo poco meno di un mese, quando (il 17 agosto) si era detto “più che sicuro che le riforme che stiamo mettendo in campo porteranno benefici nel medio termine, ovvero nei prossimi due anni”.
Aveva forse manifestato troppo ottimismo, nel suo colloquio con la radio della britannica Bbc Radio4.
E quindi dietrofront: occorreranno “minimo” tre anni per avere “risultati visibili” dalle riforme strutturali, dice Padoan a Cernobbio.
Anno più, anno meno, la dichiarazione, passata un po’ in sordina, rende bene l’idea delle difficoltà del governo nel prevedere quando comincerà a riconoscersi la sua impronta.
Nel suo intervento al workshop Ambrosetti, il titolare di Via XX settembre ha rassicurato il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco: “Abbiamo abbastanza tempo per le riforme che aiutano a migliorare la finanza pubblica, a cominciare dal lavoro”.
Il riferimento è all’appello a “fare presto” le riforme, perchè di tempo non ce n’è molto, secondo Palazzo Koch.
Non solo: rivendicando il progresso fatto dalle misure messe in campo, Padoan ha aggiunto che l’introduzione di “parametri” nell’Eurozona per misurare e confrontare le riforme strutturali servirebbe a “creare fiducia” ma anche a “disciplinare” i Paesi.
“Ciò sarebbe utile per l’Italia e l’Europa”.
Il timore è quello di essere aspirati nel vortice dell’annuncite, ovvero che le mosse del governo vengano percepite come azioni di scarso impatto sull’economia.
Soprattutto dopo che i dati economici hanno chiarito lo stato dell’arte italiano: recessione e deflazione.
Allungando da due a tre anni il lasso di tempo per toccare con mano gli effetti delle riforme, Padoan prende tempo.
Dopo il suo invito agli italiani a “spendere gli 80 euro”, la misura che più di tutte ha deluso le attese, il ministro si lascia andare anche alla speranza: “Tutte le previsioni puntavano ad una crescita ed invece sono poi state riviste al ribasso, speriamo che non ci sia un terzo calo”.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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