“PARTITO NAZIONE” PRONTO AD ACCOGLIERE I NAUFRAGHI
ORCHESTRATO DA RENZI, SCATTA IL PROGETTO FUSIONE PER SCELTA CIVICA E SEL
Molto c’è da festeggiare per il Pd. Ma Matteo Renzi, scusandosi con “la volontaria dei tortellini di Modena” – che ha tutto il diritto di voler far festa per una vittoria storica del partito alle europee – elenca subito le sfide da vincere e non c’è tempo da perdere.
L’obiettivo è «cambiare l’Italia, cambiare la Ue: l’Europa o cambia o non si salva».
Il primo passo però è affrontare «la madre di tutte le battaglie», cioè quella sul lavoro. Partire anche con una politica industriale di rilancio
Elenca poi il timing delle riforme: il 13 quella della Pubblica amministrazione, il 20 sulla competitività , quindi la delega fiscale.
Giugno sarà un mese cruciale per la riforma del Senato, per quella della giustizia e entro l’estate la nuova legge elettorale dovrà essere stata incassata.
Colpo di acceleratore su tutto anche sul partito che avrà il 14 giugno, data dell’Assemblea nazionale, una nuova segreteria unitaria e il nuovo presidente.
Se qualcuno aveva pensato a una direzione di pacche sulle spalle, complimenti e rinvii, aveva sbagliato.
Il premier-segretario striglia: «Chiediamoci se il 40% è un accidente della storia, un colpo di fortuna o un obiettivo stabile». Per Renzi deve essere «casa nostra, dobbiamo metterci la residenza».
Mostrare di essere a tutti gli effetti ciò che il voto delle europee ha indicato, cioè un «partito della nazione, dell’Italia, della speranza».
Per questo partito hanno votato oltre 11 milioni di italiani e bisogna esserne all’altezza. Quindi le stoccate a Grillo. Innanzitutto sul punto più basso raggiunto in campagna elettorale: la canzone contro Napolitano sul palco grillino.
Rincara: «Si fa lo streaming quando si fanno i dibattiti, ma quando si vanno a trovare i populisti inglesi ci si va di nascosto. M5Stelle sapevano da prima con chi sarebbero stati in Europa». Comunque il Pd di Renzi è il partito della “volontaria dei tortellini di Modena” e dell’artigiano del Nord est. E qui Renzi racconta un retroscena su Bonaccini e Guerini che nella notte del trionfo elettorale hanno evocato Berlinguer e De Gasperi, la storia dell’orgoglio dem.
Renzi è pronto ad accogliere i naufraghi. In direzione è stato chiaro: «Non facciamo campagna acquisti ma dobbiamo essere disponibili a riflettere immaginando che l’orizzonte della legislatura sia quello del 2018».
D’altra parte se l’obiettivo è quello di «fissare la residenza» allo straordinario risultato del 40,8% delle europee, il Pd deve allargarsi ad altri mondi e consolidarsi come il vero «partito della nazione».
Un processo di cui l’incorporazione di Scelta civica, e degli altri centristi che ci staranno, costituisce solo uno dei passaggi.
Lo stesso Mario Monti, dando implicitamente luce verde all’operazione, ha ammesso che «se Renzi avesse vinto contro Bersani, Scelta civica non sarebbe nata».
E ora «l’agenda Renzi è l’agenda Monti». Fosse solo per l’ex premier sarebbe cosa fatta.
Ma nelle stanze dei montiani l’opzione di una resa incondizionata crea divisioni.
Per questo è stato affidato a un comitato di quattro saggi il compito di trovare una via d’uscita, coinvolgendo anche le assemblee locali del movimento.
I più determinati nel percorso di avvicinamento al Nazareno sono Andrea Romano, Irene Tinagli, Linda Lanzillotta e Pietro Ichino.
Proprio dalla Lanzillotta, ex dem, vice presidente del Senato, arriva l’endorsement più netto: «Il Pd di Renzi è quello che avrei voluto quando l’ho lasciato nel 2009».
Sul fronte opposto invece stanno l’ex presidente del partito Alberto Bombassei, Andrea Causin, Gianfranco Librandi, che veleggerebbero verso il Nuovo centrodestra di Alfano.
Quanto al ministro Stefania Giannini, segretario dimissionario, fa premio il rapporto personale con Renzi.
Non si diluiranno subito nel gruppo democratico ma il primo passo sarà un nuovo nome che richiami l’obiettivo della “unità democratica”. Un modo che consentirebbe ai parlamentari mantenere gli uffici che hanno attualmente.
Il Pd allargato a cui pensa Renzi non può guardare solo ai centristi.
La sinistra dem pretende uguale capacità attrattiva anche nei confronti di Sel e dei fuoriusciti 5Stelle.
Quella che Pippo Civati definisce «l’area del nuovo centrosinistra». E molti civatiani stanno insistendo con il vice segretario Lorenzo Guerini perchè lo stesso Civati entri nella segreteria unitaria che partirà a metà giugno. La pax renziana si estende anche alle riforme.
E proprio per trovare un compromesso la presidente Anna Finocchiaro ieri ha spostato alla prossima settimana il termine per la presentazione degli emendamenti al nuovo bicameralismo.
Il «terreno d’atterraggio» studiato da Finocchiaro – anche per venire incontro alle richieste di Ncd, Lega e Forza Italia, che insistono per un Senato elettivo – è quello di un’elezione alla francese, di secondo grado, da parte di una vasta platea di amministratori locali: consiglieri comunali, regionali e deputati del territorio.
Sarebbero loro a scegliere i futuri senatori.
Una proposta identica a quelle presentate ieri dal renziano Andrea Marcucci, dal rappresentante dei senatori franceschiniani Franco Mirabelli e dal bersaniano Miguel Gotor.
Ma se il “lodo francese”, benedetto anche dal ministro Boschi, riunifica le varie anime del Pd, Forza Italia sembra andare in direzione opposta.
Del resto l’avvicinamento di Berlusconi alla Lega e Fratelli d’Italia è sotto gli occhi: la carta su cui è stato scritto il patto del Nazareno appare sempre più ingiallita.
«Per noi – ragiona il capogruppo forzista Paolo Romani – un Senato alla francese è inaccettabile. Parliamo di 140-150 mila amministratori, in gran parte di sinistra. Allora tanto vale far votare tutti gli italiani». Quanto al patto del Nazareno, che pure prevedeva un Senato non elettivo, per Romani «rischia di essere ormai una gabbia. Queste elezioni hanno dimostrato che è difficile far capire alla nostra gente che siamo all’opposizione di Renzi ma collaboriamo sulle riforme. Nei prossimi giorni andrà fatta una riflessione»
Francesco Bei e Giovanna Casadio
(da “La Repubblica“)
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