PECORELLA PREVEDE: “IL SISTEMA SALVERA’ BERLUSCONI”
L’EX AVVOCATO DEL CAVALIERE: “BERLUSCONI HA TRASFORMATO UN CASO GIUDIZIARIO NEL GIUDIZIO UNIVERSALE A CUI E’ APPESO IL DESTINO DEL PAESE: ALLA FINE LA CASSAZIONE DECIDERA’ DI NON DECIDERE”
“Suvvia, non facciamo gli ingenui. Se fossi uno di questi giudici sentirei un peso che va al di là della decisione in sè. Berlusconi ha trasformato la sentenza in un giudizio universale a cui è appeso il destino suo, del governo, e del paese”.
Per Gaetano Pecorella la sentenza è, soprattutto, una questione politica.
Anche per i giudici. Sebbene dovrebbero restarne fuori.
L’ex avvocato di Berlusconi, ma anche ex avvocato in tanti processi politici degli anni Settanta, ha il pregio della chiarezza: “Lei mi chiede quale è il Verdetto che rappresenta un punto di equilibrio per tutti? È chiaro: non decidere. Si può fare o rinviando la decisione o attraverso l’annullamento con l’appello”.
Non azzarda previsioni. Ma è chiaro che l’analisi di quello che nel corso della conversazione chiamiamo “Sistema” porta lì.
Avvocato, partiamo proprio dalla politica. Gliela metto così. Anche se siamo alla fine del ciclo berlusconiano, Berlusconi non è Craxi. E questo è un elemento non da poco per capire in quale clima decidono i giudici.
Sono d’accodo. Craxi, quando fu condannato dai giudici, era stato condannato già dal paese. Berlusconi, al netto degli errori e dell’erosione dei voti che ha avuto, ha ancora un consenso alto. E ce l’ha, a mio parere, per due motivi ancora principalmente. Il primo è che i magistrati hanno esagerato, come nel caso dei sette anni su Ruby, e questo ha fatto presa nel suo popolo. E poi c’è la sinistra che era riuscita in passato a creare un movimento di opinione pubblica alternativa. Mentre oggi non è così.
Ecco, se capisco il suo ragionamento, sta dicendo che la sentenza ha un “peso” diverso a seconda degli equilibri politici.
Certo. Diciamo così. Siamo in un equilibrio instabile. Abbiamo un governo con una sinistra debole che non può fare che quello che vuole la destra. Un Parlamento paralizzato dai veti e dalle risse. E il rinvio come segno dei tempi. In questo quadro la sentenza assume un peso particolare. Con un governo forte, un Parlamento forte e autorevole la sentenza non avrebbe nessun peso. Il suo peso è dovuto al fatto che sembra che governi la sinistra, ma in verità governa la destra e Berlusconi.
Insomma, in un’Italia con un presidente della Repubblica “a termine”, un presidente del consiglio di un governo debole, il Sistema non regge una condanna di Berlusconi.
Il sistema rischia di non tenere. È come se fossero due soggetti dalle parti opposte di un filo e se uno dei due molla cade tutto.
Da un lato Berlusconi, dall’altro Napolitano?
Da un lato Berlusconi, dall’altro Letta. Napolitano è stato l’unico punto di riferimento in questi anni. Non c’è dubbio che però la sua elezione denota debolezza del sistema politico.
Se questo è il quadro, è inevitabile che i giudici, a suo giudizio, sentano il peso enorme di scrivere la storia con una sentenza.
Non dovrebbe essere così. Anzi, dovrebbero agire “a prescindere” come dice Totò, senza pensare alle conseguenze. Ma non c’è dubbio che se fossi uno di questi giudici sentirei un peso che va al di là della decisione in sè. E avendo un po’ di esperienza…
Anche perchè Berlusconi ha fatto di tutto per far sentire il peso della loro decisione.
Sì, Berlusconi ha caricato di responsabilità la sezione della Cassazione: voglio però dire che tutta questa discussione è paradossale. È paradossale che una sentenza venga presa per quel che accadrà e non per il contenuto. Un magistrato dovrebbe stare seduto nel chiusi della sua stanza senza pensare al governo, alla rivoluzione, o all’economia a scatafascio. Sono due ambiti che dovrebbero stare distinti.
Sta dicendo che è Berlusconi a usare politicamente le questioni giudiziarie?
Berlusconi sta trasformando una decisione giudiziaria in una decisione politica. Sta dando, alla decisione, il senso di una sfiducia in Parlamento. Non di una sentenza ma di un giudizio universale, su Berlusconi, sul governo e sulla democrazia.
Bene avvocato. Allora ragioniamo sulle ipotesi. Se i giudici dovessero avere in testa l’equilibrio del Sistema, Con quale Verdetto lo garantirebbero?
Decidendo di non decidere. Una via potrebbe essere quella di dare un nuovo termine dell’udienza o mandarla alle sezioni ordinarie. L’altra è l’annullamento con rinvio alla Corte d’appello. Nel frattempo ci sarebbero alcune prescrizioni inevitabili… In questo clima, il non decidere è la strada maestra.
L’altra ipotesi per “salvare Berlusconi” è annullare in parte la sentenza e ridurre la pena, in modo da evitare l’interdizione. In questo clima il non decidere è una strada maestra.
È la soluzione che accontenta tutti: il governo non cade, il Pd regge… C’è poco da star contenti. Mi pare che il paese stia sopravvivendo a se stesso.
(da “Huffington Post“)
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