PER SALVARE IL SEQUESTRATORE DI PERSONE ORA I VERTICI M5S PENSANO AL VOTO ON LINE
DOVE NON ESISTE UN CONTROLLO DI SOCIETA’ TERZA CHE GARANTISCA LA CORRETTEZZA DEL VOTO
Il MoVimento 5 Stelle si appresta a organizzare sulla piattaforma Rousseau un voto online per salvare Salvini.
La mossa, rivelata da Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano (solitamente molto addentro alle cose grilline), non servirà però certo a rinvigorire il rapporto con la base ma avrà un duplice effetto: scaricare Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista dalla responsabilità di certificare l’immunità dell’alleato e impegnare alla fedeltà i dissidenti che sono usciti allo scoperto in questi giorni.
Il Fatto spiega che il M5S è attualmente diviso tra la vecchia guardia, in maggioranza per il sì “perchè non ci siamo mai opposti alle autorizzazioni a procedere”, e i nuovi eletti, per i quali il no non è un’eresia, ed è comunque la via per tenere a galla il governo.
“Ma è un gioco a perdere, perchè se diciamo sì Salvini ha il pretesto per far saltare tutto, e con il no invece rischiamo di spaccarci in aula” riconoscono tutti.
E soprattutto, al contrario di quello che scrive il Fatto, nella “vecchia guardia” la maggioranza è per salvare Salvini — per esempio: Michele Mario Giarrusso ha già annunciato il suo no — anche perchè l’effetto sarebbe salvare sè stessi, non mettendo a rischio la legislatura in tempi in cui la regola dei due mandati è ancora in vigore e in molti si giocano la rielezione.
Ecco perchè torna in auge l’ipotesi del voto sul portale. Perchè nella partita sul caso Diciotti è il ministro dell’Interno a poter muovere le pedine dove preferisce.
Anche se per Capitan Coniglio il processo resta uno spauracchio. E il ricatto sulla TAV potrebbe rimanere comunque in piedi anche a salvataggio avvenuto.
Il ragionamento ovviamente dimostrerebbe l’incompatibilità tra i ragionamenti politici del M5S e le democrazie dei paesi civili dell’occidente, le quali prevedono proprio per casi come questo la separazione tra il potere politico e quello giudiziario: affinchè la legge sia uguale per tutti e nessuno possa usare la “volontà popolare” (espressa tra l’altro nell’occasione tramite sondaggio, di solito i grillini non li amano quando sono negativi e li adorano quando sono positivi) per sfilarsi dal giudizio della legge.
Ma questo non sarebbe che l’ennesimo indizio che la democrazia diretta da Beppe Grillo si trova attualmente ben al di sotto degli standard di civiltà europei, somigliando invece di più ai sistemi di potere pre-democratici, dal culto di Quetzacoà tl al Re Sole.
Il punto in realtà è un altro. Ovvero che i voti sul Blog delle Stelle li conosciamo tutti: come quello per Marika Cassimatis, che dopo aver vinto a sorpresa il voto per la candidatura a sindaco di Genova è stata cacciata dopo un post in cui Beppe diceva “Fidatevi di me” ed emanava la sua fatwa nei confronti dell’attivista insinuando chissà quali porcherie di cui in seguito si scusò. Ma intanto il voto era stato fatto.
La stessa cosa successe per l’alleanza con l’ALDE, che venne dipinta come il paradiso in terra dopo che il M5S aveva indicato nei liberali i peggiori nemici nei mesi precedenti: anche lì il voto diede ragione a chi proponeva l’accordo che poi saltò per volontà degli altri.
Con il giudizio di Dio del voto del popolo il M5S si impegna in una partita che è sicuro di vincere e così costringerà anche chi non è d’accordo a impegnarsi a rispettare il voto del blog, annientando la già debolissima opposizione interna. Una partita win-win. Per questo la giocano.
(da “NextQuotidiano”)
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