PRESA PER I FONDELLI IN VISTA: VIA LIBERA AI BANDI PER GLI APPALTI, RISERVANDOSI LO STOP ALLA TAV DOPO LE EUROPEE
SI RITORNA ALL’IPOTESI DEL PAPOCCHIO DOVE TUTTI POTRANNO CONTINUARE A DIRE SI’ E NO ALLA TAV A SECONDO DEL PROPRIO ELETTORATO
Un’altra capriola può salvare capra e cavoli, governo ed elezioni europee.
La soluzione è la «clausola della dissolvenza, una regola che permetterebbe la revoca dei bandi Telt in qualsiasi momento, ipotesi tecnica di cui si parla da almeno un mese.
Capriola più capriola meno, tanto affanno nel rivendicare la paternità della dissolvenza puzza di una non-decisione mezza presa.
L’escamotage consisterebbe nel permettere che lunedì Telt faccia partire i bandi per i lavori «con riserva», in modo che le aziende italiane e francesi si possano candidare agli appalti e (soprattutto) i consiglieri di amministrazione di Telt non vengano in futuro chiamati a rispondere del danno erariale che potrebbero procurare al Paese bloccando tutto.
I consiglieri sono stati chiari: senza un mandato esplicito del governo non vogliono rischiare di essere chiamati a rispondere di un buco che si misurerebbe in centinaia di milioni. In futuro, grazie alla riserva, sarà sempre possibile non approvare i capitolati d’appalto appellandosi all’interesse nazionale.
È il punto sui cui starebbe lavorando Conte. Il premier avrebbe anche concordato che sarà lui ad annunciare l’eventuale compromesso. Ha esposto il petto alle bordate polemiche di questi giorni, ha ben diritto a un piccolo risarcimento d’immagine.
Gli osservatori più attenti notano che nella giornata di oggi i segnali di papocchio in atto non sono mancati.
L’apparentemente inflessibile Di Maio, durante la conferenza stampa pomeridiana a Palazzo Chigi, per la prima volta non ha parlato di sospendere o bloccare i bandi ma s’è fermato un attimo prima: chiarendo che si tratta di «non vincolare i soldi degli italiani».
Insomma, far partire i bandi con riserva permetterebbe al governo di avviare la «ridiscussione» promessa dal contratto di governo e annunciata da Conte.
Salvini ha rinviato tutto a lunedì, incurante del fatto che Di Maio lo abbia richiamato all’ordine e un «weekend di lavoro». Per ora le agende non contemplano un incontro tra i due, ma domani i vicepremier saranno entrambi a Milano.
(da “La Stampa”)
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