“PRIMA I NOSTRI”: IN CANTON TICINO IL REFERENDUM LEGHISTA CONTRO I LAVORATORI ITALIANI
MA LA DISOCCUPAZIONE E’ SOLO AL 3,1% E LE LEGGI SUL LAVORO SONO DI COMPETENZA DEL GOVERNO
Sono attesi nel pomeriggio i risultati del referendum con il quale il Canton Ticino chiede di limitare l’accesso degli italiani al mercato del lavoro svizzero.
«Prima i nostri» è l’eloquente titolo della consultazione promossa dalla destra nazionalista dell’Udc e dalla Lega dei Ticinesi.
Il responso delle urne non dovrebbe riservare sorprese, anche sulla scorta di votazioni analoghe nel recente passato: prevarranno i sì, anche se gli effetti pratici sono tutti da vedere.
Leggi sul lavoro
In Svizzera, infatti, le leggi in materia di lavoro sono di competenza del governo centrale, non dei Cantoni; dunque dal Ticino partirà al massimo un messaggio di natura politica rivolto a Berna.
Qui in settimana, tra l’altro, è stato votato un provvedimento piuttosto vago che prova a concedere una corsia preferenziale ai cittadini elvetici nell’assegnazione dei posti di lavoro, senza tuttavia suscitare le ire della Ue, con la quale gli elvetici hanno sottoscritto un accordo di libera circolazione.
L’altro fattore che svuota di senso il referendum sono i dati economici: anche ad agosto il tasso di disoccupazione in Ticino si è attestato al 3,1%; dunque che gli italiani «rubino il lavoro» ai residenti appare una tesi non facile da sostenere.
Come quella che gli immigrati nel nostro Paese rubino il posto agli Italiani, sostenuta dagli stessi leghisti nostrani.
(da agenzie)
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