PRUDENZA, CONTINUITÀ, DISTACCO: RITRATTO DEL NUOVO PRESIDENTE GENTILONI
CHI E’ E COME GOVERNERA’… SOPRANNOMINATO “IL PRUDENTE”, POCHI NEMICI NEL PD, FEDELE A RENZI MA DIVERSO NEL CARATTERE, MITE MA CHE SA ALZARE LA VOCE
Pochi nemici dentro il Pd, forse nessuno, renziano ma non del Giglio magico, anche perchè non è fiorentino, bensì romano.
Mite (“non rimprovera nessuno, piuttosto usa giri di parole”) e pragmatico. “Incarna continuità con il vecchio esecutivo, tuttavia con un certo distacco. È indipendente ma leale”, dice chi li conosce bene.
Paolo Gentiloni, dopo la batosta referendaria scriveva su Twitter: “Capisco la delusione, ma si può essere tristi per un giorno. Bisogna saper perdere come ha indicato Matteo Renzi. E poi ripartire”.
E il governo adesso potrebbe ripartire proprio da lui, a cui il presidente Sergio Mattarella ha dato l’incarico per formare un nuovo esecutivo.
Per l’ormai ex ministro degli Esteri, la passione politica è arrivata prestissimo, grazie al fascino della sinistra extraparlamentare e ‘gruppettara’.
Radici profondamente diverse quindi rispetto ai renziani. Così Gentiloni è entrato nel Movimento studentesco di Mario Capanna.
Si è laureato in Scienze politiche e ha presto scoperto il giornalismo (scrivendo sul settimanale ‘Fronte popolare’, su ‘Pace e guerra’ di Luciana Castellina).
Poi, la prima vera svolta, quella ambientalista. Nei primi anni ’80 è diventato direttore di ‘Nuova Ecologia’, il periodico di Legambiente, e ha conosciuto Ermete Realacci, Chicco Testa e, soprattutto, Francesco Rutelli.
Più tardi è arrivata la Margherita, partito che Gentiloni ha fondato, gli anni da deputato semplice e l”escalation’ fino al ruolo di ministro delle Comunicazioni ricoperto nel governo ‘Prodi II’, dopo essere stato presidente della Vigilanza Rai.
Con Rutelli c’è stato un lungo sodalizio che ha segnato la discesa in campo di Gentiloni in prima persona.
Di Rutelli sindaco di Roma, infatti, il premier incaricato è stato prima portavoce e poi assessore al Giubileo. Della squadra facevano parte anche Filippo Sensi, Michele Anzaldi, Roberto Giachetti ed Ermete Realacci.
Una volta l’ex primo cittadino della Capitale ha spiegato, riferendosi a quanti della Margherita sono entrati a far parte della cerchia del premier Renzi o hanno a ricoperto ruoli importanti, che “la Margherita è stata una sorta di cantera, il vivaio del Barcellona”.
Sarà vero o no, sta di fatto che lo stesso Gentiloni avanza verso Palazzo Chigi.
Il cognome è doppio e, per la precisione, è Gentiloni Silverj (con la j), perchè vanta nobile lignaggio, origini marchigiane e un palazzo di famiglia dalle parti del Quirinale, dove ha festeggiato i sessant’anni con gli amici più stretti.
Non ama i salotti e la vita mondana. Il resto è storia recente.
C’è stato anche un tentativo di scalare il Campidoglio con la candidatura alle primarie per il sindaco di Roma (chiuse al terzo posto dopo Ignazio Marino e David Sassoli). Con Renzi ha sempre avuto un dialogo sincero, come quando nel 2014 gli disse che la sua ascesa a Palazzo Chigi al posto di Enrico Letta gli era sembrata prematura, salvo poi ricredersi ed entrare a far parte del governo. Cosa che qualcuno della sinistra-sinistra dem non ha visto di buon occhio.
Alla Farnesina, da ministro degli Esteri si è trovato ad affrontare missioni delicate, tra cui la liberazione dei due marò e l’uccisione di Giulio Regeni.
In entrambi casi, il mite Gentiloni ha invece fatto uso della durezza che in pochi conoscevano. Stile e carattere sono diversi rispetto a Renzi, anche in questi giorni chi ha parlato con lui racconta che Gentiloni non si è mai sbilanciato e aspetta di consultare i gruppi parlamentari.
Non a caso tutti i suoi amici lo chiamano: “Il Prudente”.
(da “Huffingtonpost”)
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