QUANDO POTREMO SAPERE DA GRILLO QUANTI VOTI HA PRESO RODOTA’ ALLE QUIRINARIE?
WEB E DEMOCRAZIA: LA DEMOCRAZIA LIQUIDA FA DISCUTERE I CINQUESTELLE
Mentre continua il dibattito sul ruolo di internet e dei social network in politica all’indomani dell’elezione del capo dello Stato, c’è una domanda che ancora oggi non ha trovato risposta.
Quanti sono i voti ottenuti da Stefano Rodotà alla Quirinarie?
Durante la conferenza stampa di domenica, Grillo ha risposto «Non lo so».
E ha cambiato subito discorso.
Poi, sempre durante il comizio alla Città dell’altra economia, ha buttato lì una frase: «Presto avremo una piattaforma di democrazia liquida».
LIQUIDO MA POCO TRASPARENTE
I leader e gli influencer del M5S hanno indubbiamente avuto il merito di riconoscere prima di altri l’importanza di mezzi di comunicazione come social network, forum (si pensi ai MeetUP), streaming, web tv, e quant’altro.
Ma non sempre i Cinque Stelle sono parsi in grado di gestire tutto ciò.
A tratti, la democrazia liquida è sembrata anche sfuggire di mano.
Ultimo esempio, le votazioni online del candidato alla presidenza delle Repubblica, condotte sul blog di Grillo, gestito da Casaleggio.
In questo caso il numero di aventi diritto in quanto iscritti entro una certa data al Movimento era di 48.282.
Ma sul numero di preferenze espresse si è preferito tacere.
E non si è fatta chiarezza nemmeno dopo la denuncia di un presunto attacco hacker che ha costretto a rivotare.
Ancora prima, in un momento particolarmente teso nei giorni successivi all’inizio della legislatura, Grillo ha denunciato la presenza di troll tra i commentatori del suo blog, senza peraltro prendersi la briga di spiegare come in realtà le stesse tecniche siano state usate anche dagli attivisti del Movimento durante la campagna elettorale.
Come dire, insomma, che se democrazia liquida è, il liquido non è poi così trasparente.
SEI SU DIECI NON USANO LA RETE
Risultato, ormai da mesi all’interno del Movimento Cinque Stelle si dibatte sulla necessità di introdurre o meno un programma di e-democracy per votare proposte di legge in collaborazione con gli iscritti al movimento.
E si cerca di migliorare un percorso già avviato. «Ci stiamo ancora lavorando. Ma non abbiamo ancora preso una decisione definitiva», spiega il parlamentare toscano Massimo Artini.
Allo studio ci sono parecchie soluzioni.
Una su tutte, LiquidFeedback, piattaforma usata dai Pirati tedeschi di cui non convince la complessità .
Poi altri sistemi i come White House.gov.
E, infine Airesis, software open source elaborato da alcuni attivisti, che integra i meetup (e dunque la parte di confronto) con la parte di votazione delle leggi.
Spiega Simone Curini, tra i coordinatori del Meetup 5 Stelle di Firenze e programmatore di Airesis: «Usando questo sistema si otterrà un abbassamento dell’età media di chi si avvicina alla politica. Molte persone parteciperanno per l’abbattimento di limiti temporali e geografici tipici delle riunioni».
Il problema è però l’alfabebitazzione digitale degli italiani, ancora indietro rispetto agli altri paesi, con quattro su dieci che non utilizzano la rete.
E il rischio è che si crei una ditattura degli attivi, con pochi che attraverso la rete decidono per tutti.
Un passaggio delicato, che gli attivisti affrontano però da un altro punto di vista.
«Gli svantaggi sono per coloro che non vogliono condividere il potere la partecipazione e mantenere gli status quo, ma consideriamo anche le difficoltà delle persone che non utilizzano strumenti informatici», Curini.
METODO SCHULZE
Tuttavia, come conferma Artini, le piattaforme non sono pensate per scegliere nomi.
Ma per presentare proposte di legge (fino ad oggi i parlamentari del Movimento Cinque Stelle ne hanno portate avanti 14, l’1% del totale da quanto è iniziata la legislatura).
Per quanto riguarda, invece, il sistema di selezione dei candidati l’idea è di continuare ad usare il metodo adottato per Parlamentarie e Quirinarie.
Continua Curini: «Le votazioni per il presidente della Repubblica sono state fatte usando Plurality Voting (che è il metodo più comune di votazione). Purtroppo questo si presta a voto strategico».
Che, tradotto significa: «Non conviene votare in maniera onesta quello che si preferisce, e si finisce per votare il meno peggio (che però ha delle possibilità vere di essere eletto)». Ecco allora che vengono avanzate altre proposte: «Airesis usa il metodo di votazione di Schulze che è molto più difficile da manipolare e restituisce un risultato più aderente a quello che la gente effettivamente vuole. Detto questo Airesis non nasce per sostituire il sistema di voto attualmente usato dal Movimento 5 stelle, ma per fornire un valido strumento decisionale e di confronto in sostituzione del Meetup», conclude Curini.
CHI SCEGLIE
Da parte loro, dunque, i parlamentari del Movimento Cinque Stelle continuano a lavorare anche su questo fronte.
Ma chi prende le decisioni finali ancora una volta non è certo la base dei Cinque Stelle: «Ne stiamo discutendo e ne continueremo a discutere con Casaleggio», spiega Artini.
E poi? «Una volta scelto il sistema migliore, questo verrà integrato sul blog di Grillo».
Un passaggio semplice dal punto di vista pratico.
Ma che rischia di assumere un connotato politico ben preciso.
E cioè che chi non è stato eletto controlli e gestisca processi decisionali che sono propri di una democrazia parlamentare.
Marta Serafini
(da “il Corriere della Sera”)
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