RENZI INSEGNA LA POLITICA AI LEGHISTI, COSÌ MAGARI SCENDONO AL 2 PER CENTO
MATTEUCCIO VA ALLA SCUOLA DI FORMAZIONE DELLA LEGA E LA PLATEA LO APPLAUDE PURE… LONTANI I TEMPI IN CUI SALVINI DICEVA “MEGLIO ‘BESTIA’ CHE RENZI”
Di Matteo, ieri alla scuola di formazione politica della Lega ce n’era uno solo. Renzi.
Il padrone di casa, Matteo Salvini, ha confessato alle agenzie di essere all’oscuro dell’invito: «Non lo sapevo. Lo ringrazio. Renzi è stato gentile ad accettare». Una versione che però non combacerebbe con la realtà dei fatti. «L’invito ufficiale me lo ha fatto Siri – ha detto il leader di IV ai suoi – ma è stato Salvini a dirmelo in Senato».
È un piccolo antefatto, ma serve per inquadrare il gioco di specchi che è andato in scena ieri in casa della Lega dove Renzi, intervistato dal direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, ha strappato diversi applausi alla platea leghista nonostante quello tra i due Matteo sia un rapporto altalenante.
Alti e bassi. Distanze come sul reddito di cittadinanza – «L’avete votato voi. Va abolito. Non solo è sbagliato ma è profondamente antieducativo» – sulla riforma del catasto – «Non condivido la vostra battaglia» – , ma anche convergenze come sui referendum sulla giustizia: «Sicuramente, io voto a favore. Che passino o no i referendum, il tema della giustizia non finisce comunque qui».
Attacchi sui «calci di rigore» sbagliati dal Matteo leghista nelle elezioni del presidente della Repubblica, ma anche riconoscimento dell’avversario. «Salvini una volta ha detto “meglio bestia che Renzi”. Ce le diamo e continuiamo a combattere, qualche volta insieme, spesso divisi». Punti di contatto? «Il nome di battesimo sulla carta d’identità».
Non si erano ancora conclusi gli applausi della sua entrata in scena che Renzi ha subito messo in campo le sue arti retoriche individuando un nemico comune. «Non sono venuto qui per lisciarvi il pelo – attacca l’ex premier – non sono qui a dirvi che sono un populista come ha fatto Conte. Io non sono un populista».
È proprio il leader dei Cinque Stelle il convitato di pietra di questa lectio renziana. «Nel centrodestra avete qualche tensioncella. Nel centrosinistra se il campo largo è quello con i Cinque Stelle, mi pare che non ci sta nemmeno il Pd. Si stanno accorgendo che Conte è inaffidabile, ci hanno messo un po’ ma
«Noi di sinistra chi?» chiede Sangiuliano: «Sono venuto dalla Lega solo per dire che sono di sinistra. Non potevo certo farlo alla festa di Leu», replica Renzi suscitando le risate della platea.
Esattamente come quando parlando di fisco ha citato il codice da inserire nella dichiarazione dei redditi per assegnare il due per mille a Italia Viva: «Non avrei mai immaginato che un giorno sarei venuto qui a chiedere il 2 per mille per IV. È troppo anche per me».
Torna serio. Rivendica quando Bossi gli disse «sei stato l’unico che ha fatto qualcosa per i miei». «I tuoi chi?». «Gli imprenditori del Nord». Attacca ancora una volta Conte sulle armi agli ucraini: «Le armi sono state fondamentali, ora serve un’azione diplomatica. Conte si è scoperto pacifista all’improvviso perché ha letto un sondaggio».
Alla fine lancia la sua proposta di riforma elettorale: «Facciamo una legge elettorale come quella del sindaco d’Italia, ci si scontra, poi si va al ballottaggio e chi vince, governa per 5 anni. Su questo mi piacerebbe che ci ritrovassimo». Sipario. Applausi.
(da “La Stampa”)
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