REPETTO-GATE IN PROVINCIA A GENOVA : E’ GIALLO SUL SISTEMA INFORMATICO
SULLA CONSULENZA ROSSINI, REPETTO FINISCE PER DARSI LA ZAPPA SUI PIEDI …. VIETA L’ACCESSO INFORMATICO E LA VISIONE AI GRUPPI POLITICI DELLA DELIBERA 422, VIOLANDO L’ART 58 DEL REGOLAMENTO …IN PROVINCIA SOSPESE LE LIBERTA’ POLITICHE? …CHI HA DATO DISPOSIZIONE AL CENTRO ELABORAZIONE DATI DI SEGNALARE I COLLEGAMENTI DEI GRUPPI E DEI DIPENDENTI ALLA DELIBERA 422? SIAMO IN REGIME MILITARE SUDAMERICANO?
Scava, scava, chi non è abituato a usare la pala, alla fine finisce per darsi la zappa sui piedi, diremmo che sia inevitabile. Dopo la nostra denuncia sulle spese inutili della Amministrazione provinciale, in relazione al rinnovo della consulenza a Mirella Rossini, come Assistente del Presidente nel settore culturale, per la cifra di 24.250 euro per sei mesi, e la successiva scomparsa della delibera “incriminata” dagli atti della Provincia (notizia che aveva trovato eco sul “Secolo XIX”), il presidente Repetto ha fatto come quei mediocri stopper che, pressati dagli attaccanti, alla fine spingono il pallone nella propria rete, segnando il più classico degli autogol.
Ricostruiamo le ultime vicende che ormai portano a un vero e proprio Repettogate, con ripercussioni politiche che verranno evidenziate già mercoledì prossimo con gli interventi in Consiglio prov. di Renata Oliveri e Giuseppe Rotunno, esponenti della opposizione di Centrodestra. Dopo il nostro articolo, dicevamo, la delibera sparisce dall’archivio della Provincia, pur essendo stata all’ordine del giorno della Giunta del 10 giugno (abbiamo documento). Qualcuno non si aspettava l’articolo del Secolo XIX e rimane spiazzato: si decide così di far ricomparire la delibera 422, ma solo come numero. Infatti, se si decide di cliccarla per leggerla, sia dagli uffici dei dipendenti che ( caso gravissimo) dai gruppi politici, sia di maggioranza che di opposizione, l’accesso viene impedito e compare la scritta sul Pc ” Utente non abilitato alla visualizzazione della proposta in questione” (abbiamo diverse foto da postazioni diverse a testimonianza). In pratica qualcuno si è permesso di dare disposizione all’ufficio informatico della Provincia, di impedire l’accesso con il sistema interno alla visione di un atto pubblico ufficiale di Giunta che esiste, ma non si può leggere.
Mai, in tanti anni di Amministrazione, si era arrivati a violare il diritto costituzionale dei partiti politici di accedere alle delibere ufficiali, regolarmente registrate. Non solo: viene violato l’art 58 del Regolamento della Provincia che recita ” I consiglieri prov. in carica hanno diritto a) di prendere visione e di ottenere copia degli atti e dei documenti di archivio, nonchè dei provvedimenti adottati dall’Ente e degli atti preparatori in essi richiamati b) di avere tutte le notizie e le informazioni degli uffici utili all’espletamento del proprio mandato.”
Non ci si giustifichi dicendo che la delibera necessitava di correzione, noi ne abbiamo copia , non c’era alcuna imperfezione e in ogni caso sono sempre rimaste tutte nel circuito informatico, come infatti si può trovare il relativo ordine del giorno della seduta di Giunta in cui è stata trattata. In pratica la delibera è stata sepolta due giorni, poi riesumata per necessità , ma vietandone la vista e l’identificazione, come nei peggiori film horror.
Ma non siamo in un regime militare dove vengono temporaneamente sospese le libertà costituzionali e le libertà individuali, siamo in democrazia e non si possono violare i diritti dei partiti politici tutti, sia di maggioranza che di opposizione, per “nascondere” una delibera di Giunta scomoda.
Ma non è tutto. Qualcuno ci dovrà spiegare a che titolo, con che mandato, per conto e su indicazione di chi, con quale referente tecnico è stata data disposizione al Centro Elaborazione Dati della Provincia, che cura la gestione del Sistema interno, di “intercettare” i collegamenti informatici di dipendenti e gruppi politici che richiedevano accesso alla delibera 422 per visionarla. Da chi è stata violata la privacy, da chi è stata autorizzata una schedatura, con relative segnalazioni, di coloro che avevano diritto a visionare un atto amministrativo ufficiale? Forse lo scopo era di identificare “l’informatore” che ci segnala anomalie nelle delibere? E pensate che i nostri presunti “informatori” non siano così bene informati da non sapere in anticipo che è stato messo in atto arbitrariamente un sistema di schedatura di questo tipo e quindi evitino di collegarsi? Ma in che regime pensate di vivere? In qualche Paese sudamericano?
Confidiamo che tutti i gruppi politici, senza distinzione, prendano le distanze da questa prassi che sta violando le più elementari regole del confronto politico civile e democratico, per tramutarsi in qualcosa di ben più preoccupante. Che nessuno si permetta più di “intercettare” partiti, gruppi, dipendenti che svolgono correttamente il proprio lavoro. Chi l’ha fatto ha violato l’etica politica, la privacy, le leggi, i regolamenti e il codice penale. Non c’e’ bisogno di caccia alle streghe in Provincia, solo di una corretta amministrazione, dove conti la competenza e non l’amicizia, la professionalità e non la clientela. Non siate nervosi… noi siamo sereni …e documentati come sempre. Nella vita c’è chi intercede, c’è chi intercetta…e c’è chi non cede…noi apparteniamo, inutile dirlo, alla terza categoria.
La vignetta è di Punta Fine.
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