RESA DEI CONTI RIMANDATO NEL CENTRODESTRA FANTOZZIANO
E BERLUSCONI COMINCIA A PENSARE AI CINQUESTELLE MA NON LI VOTERA’ AL BALLOTTAGGIO
Un tempo era Denis Verdini ad occuparsi di fare questi “miracoli”: prendere dei risultati elettori negativi e presentarsi in tv per trasformarli magicamente in un bicchiere mezzo pieno.
Questa volta nessuno nel partito di Silvio Berlusconi ci mette la faccia, l’analisi del voto amministrativo è affidata a una lunga nota.
Si parla sì di “luci ed ombre” ma si esprime comunque soddisfazione perchè Forza Italia “si conferma il primo partito della coalizione”. Soprattutto grazie a Milano che non tradisce e regala a Maria Stella Gelmini il primato di preferenze (anche rispetto a Matteo Salvini) e al partito azzurro un consenso quasi doppio rispetto alla Lega.
La sfida della leadership della coalizione, però, era stata lanciata su Roma dove l’ex premier ha deciso di appoggiare Alfio Marchini. E certo lo scarso bottino non ha reso felice Berlusconi ma ad Arcore non hanno musi lunghi perchè la convinzione è quella di aver dato una “lezione” ai due “ragazzotti”.
Soprattutto al segretario della Lega che — ragionano — non solo non è riuscito a dare l’assalto finale ma, fermandosi al 2,7% di consensi nella Capitale, dimostra di non saper sfondare al Sud.
E, dunque, di non poter essere un candidato premier nazionale.
Il redde rationem resta momentaneamente in stand by anche perchè tra due settimane ci sono i ballottaggi e la coalizione, che al primo turno ha conquistato soltanto la guida della città di Cosenza, se la gioca a Milano, Napoli e Bologna.
“Il centrodestra, ovunque è unito, è competitivo e in grado di vincere. Questo in modo omogeneo, da nord a sud”, è l’analisi di Forza Italia. Una frase tanto indiscutibile quanto di circostanza.
Perchè il clima resta teso e, soprattutto, restano gli strascichi dello strappo romano. Forza Italia non appoggerà nè l’uno nè l’altro candidato al ballottaggio.
Silvio Berlusconi però si recherà a votare, optando per la scheda bianca. Una scelta — viene spiegato dal partito — fatta per rimarcare “l’importanza di esercitare sempre e comunque il diritto di voto” anche a fronte del “drammatico astensionismo”.
I più maliziosi sono convinti che sarà esattamente questo il modo per “mascherare” il sostegno al candidato renziano perchè, alla fine, stabilità del premier vuole dire stabilità del governo e quindi anche delle aziende di casa Berlusconi.
L’ex presidente del Consiglio, tuttavia, ha notoriamente un grande senso pratico.
Ed ecco che, dopo mesi passati a demonizzare i grillini, arriva un’improvvisa mano tesa. “Dobbiamo prendere atto — si legge nella nota del partito azzurro – che il Movimento Cinque Stelle ha avuto una crescita politica e non solo numerica importante. Non è più solo un fenomeno di protesta occasionale, è una realtà politica che merita rispetto e con la quale bisogna fare i conti”.
Il Cavaliere, insomma, comincia a ragionare sulla possibilità che un domani davvero i pentastellati arrivino a conquistare palazzo Chigi e in quel caso sarebbe meglio non averli contro.
E comunque, se davvero sta montando una protesta anti-renziana che potrebbe portare alla bocciatura del referendum sulle riforme, tanto vale — dicono da Arcore – cominciare a fare fronte comune, magari nell’ottica di fare nascere quel governo di unità nazionale di cui Berlusconi va parlando sempre più spesso.
(da “Huffingtonpost”)
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