ROTTURA TRA BERLUSCONI E TOTI? IL SERVO SCIOCCO DIFENDE L’ACCORDO CON SALVINI, ALTRIMENTI TORNA A CASA
SU “LIBERO” SI PARLA DI CONTRASTI TRA SILVIO E IL GOVERNATORE DELLA LIGURIA: BERLUSCONI PRENDE LE DISTANZE DALLA LEGA, TOTI PRENDE LO STIPENDIO GRAZIE AI PADAGNI
Scrive “Libero”:
Una “fuga” di pochi giorni, quella di Silvio Berlusconi in Crimea. Una “fuga” durante la quale nel suo partito è successo di tutto. A tener banco non è tanto l’annosa questione della leadership, nè i sondaggi che danno Forza Italia sempre più in basso. A tener banco è Matteo Salvini, con grandi fette del partito in rivolta contro il leader leghista, accusato di rubare altri voti al movimento e di essere fuori dalla tradizione moderata di Forza Italia. Allarmi che il Cav non può sottovalutare: appena atterrato ha convocato ad Arcore tutto lo stato maggiore del partito.
Dalla Crimea, Berlusconi ha mandato un messaggio chiaro a Salvini, marcando la crescente distanza dal Carroccio: “Con loro – ha commentato sornione – si schierano gli incazzati, noi dobbiamo recuperare i moderati”.
Ma in Forza Italia c’è anche chi di Salvini ha bisogno: Giovanni Toti, che proprio grazie ai voti della Lega è stato eletto in Liguria. Il governatore ha rotto gli indugi, schierandosi de facto in opposizione a Berlusconi: “Non è il momento delle polemiche – ha affermato -. Continuo a ritenere che gli elementi e le valutazioni politiche della Lega e Forza Italia siano ampiamente convergente su molti argomenti”.
Due linee contrapposte, dunque, quella del Cav e quella del governatore, sempre più presente in un partito che cerca di trovare la strada per ridestarsi.
Che Toti sia un “servo sciocco” della Lega è stato ampiamente dimostrato anche nei giorni scorsi, quando ha avallato la nomina di un tecnico ai vertici di una importante partecipata in palese conflitto di interessi tra carica pubblica e ruolo privato.
Per fare questa nomina è stato addirittura modificato di nascosto il regolamento che vietava che un amministratore di una società privata potesse essere nominato in una società pubblica regionale di cui è pure fornitore di servizi.
Ora le opposizioni unite ricorreranno ai giudici, ma Toti ha fatto la marchetta agli amici leghisti, sponsor della nomina .
In attesa di lottizzare ai privati anche la Sanità , con gli accordi capestro con la Lombardia di Maroni.
Ma Toti non può permettersi di dissentire, altrimenti torna a casa.
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