RUBY TER: PER BERLUSCONI CHIESTA LA CONDANNA A 6 ANNI. PER KARIMA 5 ANNI
PER FALSA TESTIMONIANZA CHIESTI 2 ANNI PER CARLO ROSSELLA E 1 ANNO E 4 MESI A MARIA ROSARIA ROSSI… PER LE EX OLGETTINE RICHIESTE DI CONDANNA FINO A 5 ANNI
Arrivano le richieste di condanna della Procura di Milano nel processo milanese sul caso Ruby ter a carico di Silvio Berlusconi e altri 28 imputati, tra cui una ventina di cosiddette ‘ex olgettine’, ex ospiti alle serate di Arcore che sarebbero state pagate, per l’accusa, per dire il falso nei processi sul caso Ruby.
Il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno chiesto una condanna a 6 anni di reclusione per Silvio Berlusconi imputato per corruzione in atti giudiziari nel processo sul caso Ruby ter.
Cinque anni di reclusione è la richiesta avanzata dal procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio nei confronti di Karima El Mahroug, ovvero l’ormai ex ‘Ruby rubacuori’ accusata di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari, nella parte finale della requisitoria del processo milanese sul caso Ruby ter.
Tra le richieste quella di condannare Maria Rosaria Rossi, senatrice ed ex fedelissima del Cavaliere, a 1 anno e 4 mesi per falsa testimonianza. Accusa contestata anche al giornalista Carlo Rossella per il quale sono stati chiesti 2 anni.
Chieste condanne fino a 5 anni per venti ragazze, ex ospiti delle serate di Arcore, il cui silenzio sarebbe stato comprato dall’ex premier. Chiesti 6 anni e 6 mesi per Luca Risso, ex compagno di Ruby. Da assolvere, per i pm, solo Luca Pedrini.
Ci sono elementi e prove, aveva spiegato il pm nella lunga requisitoria, “che dimostrano che già dal 2011”, prima che le giovani testimoniassero in aula, “esisteva un accordo corruttivo” tra l’ex premier e le ragazze “volto ad ottenere le false testimonianze di tutte le testimoni dei Ruby 1 e 2”
Ruby ter, la requisitoria: “Alle ragazze 2.500 euro al mese e una casa per il loro silenzio”
“A queste ragazze è stato assicurato che sarebbero state a posto sia come reddito, con un mensile da 2.500 euro, sia per un tetto, una casa, un alloggio”. Lo ha affermato il pm di Milano Luca Gaglio nella seconda parte della requisitoria, iniziata oggi dopo l’udienza di una settimana fa, nel processo milanese sul caso Ruby ter a carico di Silvio Berlusconi e altri 28 imputati, tra cui una ventina di cosiddette ‘ex olgettine’, ex ospiti alle serate di Arcore che sarebbero state pagate, per l’accusa, per dire il falso nei processi sul caso Ruby. Requisitoria che oggi si chiuderà con le richieste di condanna.
Ci sono elementi e prove, ha spiegato il pm, “che dimostrano che già dal 2011”, prima che le giovani andassero a testimoniare in aula, “esisteva un accordo corruttivo” tra l’ex premier e le ragazze “volto ad ottenere le false testimonianze di tutte le testimoni dei Ruby 1 e 2”. Le giovani venivano “pagate anche per rendere interviste ai media non diverse da quelle in tribunale”.
“Vi è stato un accordo per le false testimonianze e si deve comprendere nel pacchetto anche la soluzione aggiuntiva di non rilasciare interviste ai media in senso contrario a quelle rese davanti ai giudici”, ha aggiunto il pm che parlerà ancora per alcune ore, prima di chiedere le condanne.
La tesi difensiva, invece, è che le ragazze fossero state risarcite per la loro reputazione compromessa dopo lo scandalo delle serate a Villa San Martino. Per la Procura, invece, l’accordo corruttivo fu stretto “embrionalmente” nel gennaio 2011 con l’ormai nota riunione ad Arcore tra Berlusconi, i suoi legali e le ragazze, dopo le perquisizioni dei pm per il caso Ruby 1.
Gaglio ha ricordato anche che “alcune di queste imputate avevano l’aspettativa di ricevere un alloggio in proprietà” e non in affitto e ha ricordato il ‘pressing’ delle giovani che andavano ad Arcore, davanti alla villa dell’ex premier, e telefonavano al ragioniere di fiducia del Cavaliere, il ragioniere Giuseppe Spinelli per avere soldi.
Ruby Ter, il pm: “Berlusconi foraggiava le spese di Karima ma lei era inaffidabile
“Le centinaia di migliaia di euro che Karima spendeva le venivano consegnate, tramite il suo legale Luca Giuliante, da Berlusconi; lei più di così non poteva spendere, più di così c’era solo buttare i soldi dalla finestra. Soffre in quel periodo di una vera e propria compulsione a spendere”. Lo ha spiegato il pm di Milano Luca Gaglio nella requisitoria del processo sul caso Ruby ter a carico di Silvio Berlusconi, della stessa Ruby, di Giuliante e altri 26 imputati.
Il pm ha ricordato molte delle prove già agli atti sul ritmo di spesa di Ruby ‘foraggiatò dall’ex premier, tra cui “i taxi da Genova a Milano, ristoranti e gli alberghi di lusso, dove spendeva anche 1.400 euro in una notte, gli champagne più costosi anche con le scritte fluorescenti”.
In quel periodo Karima El Mahroug, secondo il pm, “è come le persone che vincono la lotteria e prima spendono, spendono, poi arriva la depressione e anche il rischio suicidio è alto”.
“Karima era inaffidabile – ha detto ancora Gaglio – e il progetto era non farla testimoniare ed è stata fatta volare via per non farla testimoniare”. In particolare, tra dicembre 2012 e gennaio 2013, quando avrebbe dovuto deporre nel processo Ruby 1 (Berlusconi fu poi assolto in via definitiva). Ruby, ha spiegato il pm, “si incontrò con Maria Rosaria Rossi”, senatrice, ex fedelissima del Cavaliere e imputata anche lei, “e ricevette i soldi per andare in Messico”, assieme all’allora fidanzato, anche lui imputato.
Ruby ter: il pm paragona Karima alla “moglie di Mario Chiesa”
“Ricordate la moglie di Mario Chiesa che va a vuotare il sacco? Ruby esplode nel 2014”. Così il pm Luca Gaglio, nella requisitoria sul caso Ruby ter, ha paragonato la moglie dell’ex presidente del Pio Albergo Trivulzio (il cui arresto diede il via a Tangentopoli) a Karima El Mahroug che “esplose” quando scoprì “il tradimento” dell’allora fidanzato Luca Risso. E che, dunque, nei messaggi agli atti delle indagini in quel periodo non faceva “che ripetere che nulla era stato intestato, ma i soldi erano suoi”, quelli investiti in Messico e, secondo l’accusa, a lei versati da Silvio Berlusconi, attraverso l’allora compagno, accusato di riciclaggio.
Il pm, infatti, nella requisitoria ha ricostruito anche il tema di quei soldi che sarebbero arrivati fino in Messico e coi quali Ruby e Risso avrebbero messo in piedi un ristorante con annesso pastificio a Playa del Carmen e acquistato anche alcuni appartamenti. Denaro, secondo le indagini, passato per Francoforte e Lugano. “C’è la prova di un bonifico da 300mila euro che ha come beneficiario Luca Risso”, ha detto Gaglio, spiegando che tra dicembre 2013 e gennaio 2014 il telefono di Risso agganciò più volte la cella telefonica di Arcore
Processo Ruby Ter, il pm: “Le ragazze chiedevano casa a Berlusconi, ma critiche sulle zone di Milano”
Per le ragazze ospiti delle feste di Arcore lo ‘stipendio’ di “2500 euro al mese è la metà della promessa” fatta da Silvio Berlusconi in cambio del loro silenzio con i magistrati milanesi che stavano indagando sul caso Ruby, perché “manca la casa”. È quanto ha detto il pm Luca Gaglio in un passaggio della sua requisitoria al processo Ruby ter, sottolineando però che “le ragazze sono molto moto critiche sulle zone di Milano” che vengono loro proposte.
Emblematico è il caso di Barbara Guerra, che dal 2012 al 2014 cerca un appartamento idoneo per lei, anche con l’aiuto dell’architetto Ivo Redaelli, amico di famiglia di Silvio Berlusconi, che diventa “una vittima sacrificale” della ragazza e di altre giovani e viene subissato di richieste, come il ragionier Giuseppe Spinelli, contabile di Silvio Berlusconi, a cui le ragazze si rivolgono di continuo pretendendo danaro.
“Se le ragazze stanno male, hanno accesso diretto al professor Zangrillo e al San Raffaele”, chiarisce il pm. “Tutto quello che Berlusconi può fare poco sforzo, lo fa. Per le case, invece, la situazione è più complessa”. Gli immobili, infatti, non vengono intestati alle ragazze ma concessi in comodato d’uso. Soluzione che scontenta tante di loro, tra cui Barbara Guerra che aveva chiesto una casa in Brera ma a cui è stato assegnato un appartamento all’Arco della Pace nello stesso palazzo di un’altra ragazza. “Barbara Guerra non è contenta della casa all’Arco della Pace, ci va ma non è contenta – ha aggiunto il pm – : dice che è una zona di discoteche, un po’ buia e con brutta gente”.
(da agenzie)
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