SCONFITTI I POPULISTI IN SERBIA, VINCE IL GIOVANE EUROPEISTA VUCIC
ALLE PRESIDENZIALI PREVALE CON IL 58% AL PRIMO TURNO IL PREMIER RIFORMATORE E LIBERALE… BATOSTA PER I NAZIONALISTI DI SESELJ
La Serbia non ha deluso l’Europa. Il giovane premier europeista, riformatore e liberalconservatore Aleksandar Vucic ha vinto le elezioni presidenziali anticipate svoltesi ieri.
Il premier che aveva deciso di candidarsi a capo dello Stato per sbarrare la strada a ogni pericolo di deriva nazionalpopulista e antieuropea, ha ottenuto il 55,7 per cento sulla base di proiezioni sul 93,3 per cento dei voti, e addirittura il 59,89 per cento in base al 16 per cento già scrutinato dei voti, o del 58 per cento secondo le proiezioni dell’istituto demoscopico Ipsos.
La strategia di Vucic – che guida il governo del paese dal 2014 – cioè una strategia di negoziato con Bruxelles per entrare nella Ue al piຠpresto, di riforme accelerate per modernizzare l’economia, di neutralita’ma pro-Unione europea tra Nato e Mosca e infine ma non ultimo di tentativi di dialogo di pace con i paesi vicini, tutti gli Stati nati dalla disintegrazione della Jugoslavia e con l’Albania, vengono dunque confermate dagli elettori.
“Mi dichiaro vincitore”, ha detto in tarda serata il 47enne leader serbo, affermando di aver ottenuto più di due milioni di voti sugli elettori partecipanti alle presidenziali tra i meno di sette milioni di elettori.
“Sono molto orgoglioso di avere conseguito una vittoria pulita come una goccia d’acqua, e incontestabile”, ha aggiunto, parlando in serata al quartier generale dello Sns (il suo Partito progressista serbo, liberalconservatore ed europeista) acclamato dai suoi sostenitori, dai collaboratori più stretti e da membri del governo, che scandivano ‘Pobeda, Pobeda’(Vittoria, Vittoria).
“Ringrazio tutti quelli che mi hanno dato fiducia, saluto e ringrazio anche tutti i miei avversari nella competizione democratica alla presidenza, alcuni di loro hanno ottenuto buoni risultati”, ha affermato ancora.
“Alcuni di loro”, allusione sibillina al fatto che tra i rivali chi è andato peggio, il vero sconfitto, è il nazionalista Vojslav Seselj, antioccidentale, antieuropeo, nostalgico ed ex collaboratore del dittatore e criminale di guerra Slobodan Milosevic il quale distruggendo la repubblica federale creata da Tito e poi con guerre massacri e crimini contro gli altri popoli della Jugoslavia causò l’intervento Nato, perdette la guerra e seppellà quel paese cardine della stabilità¡ balcanica.
Addio ai sogni nostalgici più cupi e pericolosi, insomma. Col voto di ieri si percepisce quasi un’aria nuova nei Balcani dove nel 1914 comincià³ la prima guerra mondiale.
“I serbi”, ha ancora detto il premier, “si sono espressi per la continuazione delle riforme e della via dell’integrazione europea del nostro paese. I cittadini vogliono andare avanti. Abbiamo vinto non con slogan populisti bensà col duro lavoro quotidiano delle riforme, spiegando che per essere efficaci le riforme devono a volte essere dolorose. So che ci sono persone insoddisfatte e in difficoltà per le riforme, ci occuperemo anche di loro”.
Vucic ha promesso di nuovo negoziati con la Ue per entrarvi, il mantenimento da paese neutrale col partner storico, la Russia, e con la Cina che porta sempre piຠinvestimenti.
E dalle prossime ore, alla fiera di Mostar, con un incontro col premier croato Andrej Plenkovic, tenterà¡ di rilanciare il difficile processo di colloqui e pace tra Stati e territori dell’ex Jugoslavia.
È un risultato importante e positivo per tutti i governi europeisti nell’Unione, dall’Italia di Gentiloni partner di riferimento di Belgrado alla Germania della cancelliera Angela Merkel che ha sempre espresso approvazione ed elogio incondizionato a Vucic e al suo appello a “voltare le pagine degli odii etnici e delle violenze del passato e costruire una Serbia europea e moderna che guarda al futuro”.
Non meno significativo, secondo i primi risultati, è appunto, come Vucic ha accennato, l’ordine d’arrivo dei rivali sconfitti.
Al secondo posto sarebbe giunto infatti l’ex ombudsman (difensore civico) Sasha Jankovic con oltre il 14 per cento, seguito dal 25enne eccentrico comico beffardo Luka Maksimovic, un campione dell’antipolitica che però non ha nulla dell’aggressività antisistema e violenza verbale di Grillo.
Al quarto posto l’ex ministro degli Esteri Vuk Jeremic.
Il grande sconfitto è dunque proprio Vosjlav Seselj, nostalgico del dittatore Slobodan Milosevic, l’uomo che con la sua svolta autoritaria e brutali guerre e massacri distrusse la Jugoslavia di Tito.
Vucic è anche nella sua storia personale un simbolo di come la Serbia sia cambiata e stia cambiando. Giovanissimo fu nel governo con Milosevic da nazionalista, poi ruppe con gli ultrà e creò con lo Sns un nuovo partito moderato, riformatore, europeista.
Gli avversari lo accusano di voler accumulare troppo potere e sognare controlli sui media, ma lo fanno avanzando paragoni assurdi con la Turchia di Erdogan o la Corea del Nord. Roma, Berlino e la Commissione europea gli dà nno fiducia.
Da quando egli è al governo è tornata la ripresa con una crescita del Prodotto interno lordo del 2,8 per cento l’anno scorso e conti sovrani sotto controllo. Restano, come in molti paesi di centroest e Balcani, pesanti problemi economici, dalla disoccupazione al 15 per cento a retribuzioni medie di appena 350 euro mensili. Lui integrandosi nella Ue vuole far andare avanti la Serbia.
Il personale Osce, che ha organizzato e supervisionato il voto presidenziale per i serbi del Kosovo, in tarda serata ha trasportato le urne con le schede elettorali a Raska e Vranje, località del sud della Serbia a ridosso della frontiera con il Kosovo, dove il materiale verrà consegnato ai responsabili della commissione elettorale serba. La giornata elettorale in Kosovo e’ trascorsa tranquilla e senza incidenti di rilievo, con una affluenza – secondo l’Osce – del 39,2%.
(da “La Repubblica”)
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