SEQUESTRO DEI CONTI DELLA LEGA, SI RIPARTE DA ZERO E SALVINI TREMA
PROSEGUE LA SFIDA TRA PROCURA DI GENOVA E LEGALI DEL PARTITO: ORA IL SEQUESTRO PER 49 MILIONI POTREBBE ANDARE OLTRE I 2 BLOCCATI
Il colpo di scena si è materializzato ieri. E adesso, nella battaglia legale fra Procura di Genova e Lega Nord, si ri-inizia tutto da capo.
Palla al centro, come ha detto ieri il procuratore capo Francesco Cozzi.
La magistratura inquirente adesso ha pieno diritto di chiedere di andare avanti con il sequestro dai conti del partito di Matteo Salvini. Ma dovrà formulare una nuova richiesta per provare ad andare agli oltre 2 milioni sequestrati finora.
Soltanto una minima parte dei quasi 49 che, secondo la sentenza di primo grado emessa contro Bossi e Belsito dal tribunale di Genova, sono stati usati per spese personali della famiglia Bossi, o riciclati in conti offshore a Cipro o nell’acquisto di diamanti in Tanzania.
Così, dopo la pronuncia del tribunale del Riesame, si ricomincia dall’inizio. Non senza qualche groviglio giuridico.
Cosa hanno scritto i giudici?
Che il ricorso della Procura contro lo stop al sequestro è inammissibile. Non per questioni di merito, ma perchè la stessa ordinanza che aveva stabilito di fermare il prelievo dei conti della Lega “avrebbe dovuto essere emessa dal competente collegio che aveva emesso il decreto di sequestro preventivo, mentre è stata emessa da un giudice monocratico”.
Ovvero: se un collegio ha deciso di sequestrare 48 milioni, sempre lo stesso collegio deve stabilire se possono bastarne solo i 2 effettivamente trovati sui conti. E non deve essere, come è avvenuto, il solo presidente del collegio. Per questo il ricorso che poi ha presentato la Procura è inammissibile, perchè è contro un atto dichiarato nullo.
A questo punto logica vorrebbe che si possa proseguire con il sequestro, seguendo la prima decisione del tribunale, l’unica ritenuta legittima. Ma qui entra in gioco un altro aspetto che complica non poco il quadro.
Perchè il Riesame scrive pure “salva la facoltà dei pm di chiedere nuovamente al collegio competente quale organo dell’esecuzione del sequestro” di continuare a prelevare soldi dai conti della Lega.
Una precisazione controversa perchè, se la decisione di fermarsi a 2 milioni è stata definita nulla, a rigor di logica il proseguimento dei sequestri dovrebbe avvenire in automatico, come era stabilito dopo la sentenza di condanna in primo grado per Bossi e Belsito. Invece, serve un altro passaggio.
Insomma la questione è ingarbugliata anche per gli stessi addetti ai lavori.
Ma cosa succede adesso?
Il procuratore capo Cozzi, il procuratore aggiunto Miniati e il pm Calleri hanno già iniziato a ragionare sul da farsi. Al di là dei punti più controversi, il Riesame ha indicato una strada da seguire. Ma, come ha detto lo steso Cozzi, «rimette “il pallino” al punto di prima. Sulla questione centrale – che è la più controversa – quella della sequestrabilità delle somme anche oltre il rinvenuto, non ha deciso e non ha ritenuto di poter decidere».
E la Lega? Pensava di aver chiuso la faccenda una volta per tutte, dovrà ancora lottare nelle aule di giustizia.
I legali del Carroccio, Giovanni Ponti e Roberto Zingari, restano in silenzio ma i leader del partito di Matteo Salvini sono esterrefatti per come si è sviluppata una vicenda che sembrava chiusa con il sequestro dei 2 milioni, e invece è ancora tutta aperta.
(da “La Repubblica”)
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