SKY FA SOMMERGERE DI MAIL IL SITO DEL GOVERNO E QUALCUNO COMINCIA A MEDIARE…
COME AL SOLITO CI SARA’ UNA MARCIA INDIETRO SULLA TASSA A SKY… QUALCUNO SI E’ ACCORTO CHE GLI ABBONATI DI SKY VOTANO, BASTAVA PENSARCI PRIMA… L’IVA AL 20% SAREBBE LA PIU’ ALTA IN EUROPA… LA GAFFE DI SILVIO
“Cari abbonati, se il vostro abbonamento subirà nel 2009 un incremento rispetto al passato, le responsabilità non sono nostre, ma del Governo che ha alzato le tasse”… è iniziata la valanga di spot che lo spettatore di Sky da due giorni visualizza a ogni piè sospinto e che la direzione della Tv manda in onda per protestare contro l’aumento dell’Iva dal 10 al 20% da parte del governo.
Il neozelandese Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia, rincara la dose chiedendosi “perchè il 20% di Iva per la pay-tv e solo il 5% per i giornali o il 4% per l’abbonamento alla Rai”. Berlusconi fa la sua gaffe dell’anno e risponde che “la sinistra aveva dato a Sky, per il rapporto che aveva con quella televisione, il privilegio del 10%, noi lo abbiamo solo tolto”.
Peccato che il suddetto privilegio in realtà risalga al 1995, cioè non all’epoca del governo Prodi, ma ai tempi del governo Dini, un governo trasversale e indefinibile.
Peccato che nel 1995 Sky non era neanche nei pensieri dell’attuale proprietario Murdoch che la plasmò nel 2003 dalla fusione tra Stream e Telepiù.
Diciamo di più: Telepiù, fondata nel 1991, vedeva come azionista al 10% proprio la Fininvest.
Con l’entrata in vigore della legge Mammì che disciplinava l’assetto radiotelevisivo, diventarono proprietari i sudafricani di Richemont-Nethold e i francesi di Canal+ che rilevarono la quota Fininvest.
Un’affermazione che a Berlusconi si è ritorta contro quindi.
Se poi diamo un’occhiata al panorama internazionale relativamente all’Iva applicata negli altri Paesi europei, vediamo che la Gran Bretagna l’ha abbassata dal 17,5 al 15%, la Germania l’ha al 19%, la Francia al 5,5%, la Spagna al 16%, la Grecia al 9% e l’Austria al 10%.
In pratica portarla al 20% farebbe risultare l’Italia il paese che applica la tariffa più elevata. Consideriamo poi che Sky non ha nessuna intenzione di assorbire l’aumento ma di farlo gravare sugli abbonati. Quindi come sempre pagano gli Italiani, ovvero 4,7 milioni di abbonati, un italiano su cinque in pratica.
Gasparri parla ( come al solito) a vuoto di “ricchi”, in realtà il 62% di costoro hanno un reddito inferiore a 38.000 euro l’anno e ben il 17% sono operai.
Si tratta del solito ceto medio che paga per tutti, sempre ed ovunque, per potersi vedere una partita di calcio o un film. Altro che sceicchi, come sostiene Gasparri…
Ovvio che si innesti da qui una polemica infinita sui motivi per cui la tassa riguardi solo il cavo e il satellitare e non il digitale terrestre, ovvero il business tipico di Mediaset.
Un po’ di verità sta ovunque, non si può certo negare che Murdoch e Mediaset siano i due colossi privati europei dell’audiovisivo e che, fra tre anni, quando salteranno i paletti comunitari che bloccano Sky in cielo e Mediaset a terra, sarà guerra totale.
Pensate che Murdoch vanta in Europa 11 miliardi di ricavi contro i 7 miliardi di euro di Fininvest. Sarà guerra evidente sul mercato pubblicitario, per acquisire la percentuale maggiore.
Insomma non si dica che danneggiare Murdoch sia stato un caso…Come non si dica che Murdoch non potesse fare il signore e assorbire almeno la metà dell’aumento, invece che riversarlo sugli utenti.
Un Governo disinteressato e un imprenditore con meno ingordigia in un momento di crisi: in effetti confidare su un binomio di questo genere pare impossibile… E dalla parabola del figliol prodigo siamo finiti a quella di Sky…segno dei tempi moderni.
Leave a Reply