SONO FINITI I TEMPI IN CUI GIORGIA MELONI ANDAVA IN AMERICA A FARE LA TRUMPIANA
IL PRESIDENTE DEL COPASIR ADOLFO URSO SI STA FACENDO IN QUATTRO PER ACCREDITARE “DONNA GIORGIA” ALL’ESTERO: “RIAFFERMIAMO LA POSIZIONE ATLANTICA DELL’ITALIA”
È il garante della geopolitica di Giorgia Meloni. È appena rientrato da Kiev, dove ha incontrato i vertici del governo e del Parlamento dell’Ucraina. Ha fatto sosta a Varsavia per parlare con il viceministro degli Esteri polacco.
Domani atterra a Washington, dove lo attendono confronti con membri del Congresso delle due sponde politiche, incontri pubblici e riservati con think tank sia di sinistra che di destra, in tutto oltre una ventina di meeting in 48 ore.
Obiettivo: illustrare il programma di Meloni agli americani, rimarcare la continuità con gli impegni del governo Draghi.
Adolfo Urso, lei è in cima alla lista dell’inner circle di Meloni, è presidente del Copasir, ha collaborato in modo stretto con Draghi su tutti gli aiuti militari a Kiev. Cosa va a fare a Washington?
«Vado a illustrare la nostra posizione in politica estera, di difesa e di sicurezza. E a riaffermare la posizione atlantica dell’Italia e il sostegno all’Ucraina nel fronteggiare la minaccia russa. Ma anche sollecitare la solidarietà americana nel fronteggiare l’emergenza energetica anche con misure di compensazione per i Paesi come l’Italia che subiscono le maggiori conseguenze economiche. Infine a cercare di evidenziare l’importanza di sviluppare una politica comune per contrastare la guerra ibrida permanente, come l’ha definita Macron, dei sistemi totalitari di Russia e Cina nei confronti dell’Occidente. E per questo sollecitare una maggiore attenzione nei confronti del Mediterraneo e dell’Africa. È in Africa che si vince la sfida tra Oriente e Occidente».
È un’agenda quasi sterminata…
«Indubbiamente, è ormai chiaro a tutti, ma è bene ribadirlo in tutte le sedi, che l’Italia continuerà ad essere un anello forte della coalizione dei nostri alleati di fronte alla crisi ucraina e alle sfide strategiche alle quali siamo chiamati come membri sia della Ue che dell’Alleanza Atlantica. Ovviamente dirò che nella fase di transizione, che potrà durare anche due mesi, garantiremo gli stessi impegni presi dal governo Draghi, dalle sanzioni a tutto il resto, compresi gli aiuti militari. Non a caso mentre ero a Kiev mi sono sentito con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini che era al vertice di Ramstein in Germania».
Insomma garanzie di politica estera, di politica di difesa e di sicurezza, e più in generale di collocazione geopolitica. Nei suoi incontri americani ha in agenda anche colloqui sulla Cina?
«È inevitabile, sarebbe strano il contrario. Fratelli d’Italia ritiene che sia stato un grande errore la firma del memorandum sulla Via della Seta fra il governo italiano e quello cinese, sotto il governo di Giuseppe Conte. Altresì siamo convinti che se la Russia è una minaccia gravissima, lo è soprattutto a livello regionale: la Cina invece è una sfida sistemica globale, uno Stato che ha ambizioni di primato mondiale, che tende a sviluppare sempre più i propri interessi sia nel Mediterraneo che in Africa. Sono sfide che non possono essere ignorate».
A cosa è servito il viaggio a Kiev?
«Ho avuto l’onore di incontrare i vertici dello Stato nel suo complesso, compreso il ministro degli Esteri Kuleba. Ho ribadito il pieno sostegno dell’Italia alla resistenza Ucraina. Sostegno che non risentirà della situazione politica transitoria legata alle elezioni, e che caratterizzerà anche il futuro governo nel pieno rispetto delle posizioni europee e atlantiche del nostro Paese».
(da il Corriere della Sera)
Leave a Reply