STRAGE DEL BARDO, TOUIL SCARCERATO: “CON L’ATTENTATO CON C’ENTRA NULLA”
NEGATA L’ESTRADIZIONE IN TUNISIA.. ORA CHI AVEVA SPECULATO SULLA VITA DI UN INNOCENTE ABBIA LE PALLE DI CHIEDERGLI SCUSA
Non solo i giudici della V Corte d’Appello di Milano hanno negato l’estradizione verso la Tunisia di Abdel Mayid Touil, il marocchino accusato dalle autorità tunisine dell’attentato del 18 marzo al museo del Bardo (24 morti tra cui 4 italiani), ma la Procura di Milano ha anche deciso di chiedere l’archiviazione per le accuse di strage e terrorismo internazionale per le quali il giovane era indagato.
Touil, dunque, potrà lasciare il carcere di Opera in cui è rinchiuso da cinque mesi con l’accusa di terrorismo internazionale.
Gli investigatori – coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Enrico Pavone – hanno accertato, dunque, che Touil non è coinvolto nella strage.
A suo carico – stando alle accuse dei tunisini – c’era il fatto che fosse stato riconosciuto da testimoni sul luogo della strage e che avesse contattato un soggetto coinvolto nell’attentato.
Ma l’indagine ha permesso di accertare come Touil sia arrivato in Italia già il 17 febbraio, e da quel momento non abbia mai abbandonato il territorio nazionale, così da rendere poco attendibile il riconoscimento fotografico.
In più, le forze dell’ordine hanno ricostruito i movimenti della scheda telefonica: quando Touil si muove dalla Tunisia per raggiungere l’Italia attraverso la Libia, la scheda è attiva solo il 4 e il 5 febbraio.
Touil racconta che il 5 febbraio il suo cellulare viene requisito dagli scafisti prima di mettersi in viaggio verso l’Italia.
La scheda resta inattiva fino all’8 marzo quando risulta essere operativa ancora in Tunisia, per di più caricata su un altro telefono.
Ma in quel momento il ragazzo è gia in Italia da tempo.
Anche l’ultimo indizio a suo carico cade quando si scopre che il presunto terrorista che Touil avrebbe contattato era innanzitutto uno scafista, chiamato nella trasferta dal Marocco alla Tunisia, probabilmente per organizzare il suo viaggio in Italia.
La decisione della Corte che ha negato l’estradizione era prevedibile, visto che già la Procura generale aveva chiesto alla Corte di non estradare il 22enne verso la Tunisia perchè nel Paese nordafricano il reato di strage viene punito con la pena di morte. Touil avrebbe rischiato, dunque, la pena capitale.
E questa è una motivazione ostativa all’estradizione, non essendo ammessa nell’ordinamento italiano.
“D’altra parte – spiega ancora la nota del tribunale – la convenzione bilaterale di estradizione Italia-Tunisia non prevede alcun meccanismo di conversione della pena di morte in altra sanzione detentiva. Nè l’autorità tunisina ha fornito alcuna assicurazione sulla non esecuzione della pena capitale”.
Le accuse formulate dagli inquirenti tunisini avevano sollevato dubbi sin dai giorni dell’arresto.
Touil – che si è sempre professato “innocente” aveva spiegato ai giudici di essere stato a lezione di italiano in una scuola di Gaggiano sia il 16 che il 19 marzo scorso (l’attentato al Bardo fu il 18 marzo), come risulta anche da testimonianze e dai registri della scuola.
Dal carcere, il 22enne aveva fornito pure una versione che ricalcava quella di sua madre: “Non sono un jihadista – aveva detto – quel giorno ero con lei davanti alla tv a guardare quello che succedeva a Tunisi”.
Non solo i parenti, dunque. Anche gli insegnanti della scuola di italiano frequentata da Touil a partire dal suo arrivo in Italia, a bordo di un barcone approdato a Porto Empedocle (Agrigento) e senza documenti avevano confermato la sua versione.
Così Flavia Caimi: “Confermo che il 16 e il 19 marzo era in classe”.
Questo aveva portato gli investigatori italiani a escludere, con ragionevole certezza, che il giovane abbia avuto un ruolo da esecutore materiale.
Dopo 5 mesi in carcere la innocente, Touil torna finalmente in libertà : chi ha speculato per settimane sul “terrorista a casa nostra” dovrebbe avere almeno le palle di bussare alla sua porta e chiedergli scusa.
Leave a Reply