SUI CONTI IL PD DICE LA VERITA’ SOLO ALL’ESTERO
I VINCOLI DELL’EUROPA: FASSINA E BERSANI PARLANO SUL FINANCIAL TIME E SUL WASHINGTON POST
Tranquilli, tra il Pd e Mario Monti non c’è praticamente alcuna differenza.
Il Partito democratico sta dividendo le sue energie tra cercare la vittoria in Italia promettendo rivoluzioni e rassicurare il mondo sul fatto che con Pier Luigi Bersani a palazzo Chigi cambierà poco.
Ieri il segretario democratico interveniva con un’intervista al Washington Post, mentre il responsabile economico del partito, Stefano Fassina rispondeva al Financial Times.
Bersani spiega che si limiterà a fare “fine tuning” delle riforme di Monti, cioè a correggere qualche minuzia.
E sottolinea che l’azione di un eventuale governo di centrosinistra, a parte attutire le conseguenze sociali della riforma delle pensioni, si concentrerà sui diritti civili (unioni gay, cittadinanza agli immigrati e così via).
E quando parla di “politiche per la crescita” non spiega come pensa di finanziarle.
Sul Financial Times Fassina è ancora più esplicito: “Non rinegozieremo il fiscal compact o la modifica che introduce il pareggio di bilancio in Costituzione. Se agissimo unilateralmente, danneggeremmo il progetto europeo. Vogliamo avere spazio per una politica fiscale anti-ciclica, ma a livello europeo”.
Mario Monti sottoscriverebbe, parola per parola.
à‰ stata esattamente questa la politica europea e di bilancio del governo dei tecnici in questo anno.
La traduzione in politica economica di quello che dice Fassina è che il Pd perseguirà il pareggio di bilancio nel 2013 e la riduzione del debito secondo i vincoli europei, cercando di mantenere un avanzo primario (entrate meno spese, prima di aggiungere gli interessi sul debito) del 5 per cento all’anno.
Come rispettare questi obiettivi se la crescita resta sotto le stime e se la ripresa non arriva (la produzione industriale a novembre crolla del 7,6 per cento sul 2011)?
Con una manovra correttiva?
L’unica alternativa è rinviare il rispetto dei vincoli europei o provare a rinegoziarli. Ma Fassina e Bersani stanno promettendo ai giornali anglosassoni, e agli investitori che li leggono, che non è affatto questa la loro intenzione.
Fassina suggerisce la soluzione di attuare politiche anti-cicliche a livello europeo — debito pubblico comunitario, investimenti per la crescita — ma al momento non ci sono le condizioni politiche.
Anzi, si sta discutendo di tagliare il bilancio per gli anni 2014-2020. E il growth pact da 120 miliardi deliberato a giugno (riprogrammazione di fondi già stanziati) non decolla. E quindi? Bersani e Fassina rimandano le risposte definitive a dopo il voto.
Stefano Feltri
(da “il Fatto Quotidiano“)
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