SUPER MARIO COMPIE 40 ANNI. IL PERSONAGGIO PIÙ FAMOSO DEI VIDEOGIOCHI È NATO QUARANT’ANNI FA, DIVENTANDO UN FENOMENO GLOBALE CON UN GIRO DI AFFARI DI OLTRE 60 MILIARDI DI DOLLARI, TRA OLTRE 200 VIDEOGAME, FILM, PARCHI A TEMA E MERCHANDISE
L’IDRAULICO ITALIANO È NATO QUASI PER CASO: LA NINTENDO VOLEVA LANCIARE LE SUE CONSOLE PUNTANDO SU BRACCIO DI FERRO, OLIVIA E LA NEMESI BRUTO, MA L’ACCORDO SUI DIRITTI SALTÒ E COSÌ IL GAME DESIGNER SHIGERU MIYAMOTO DECISE DI CREARE MARIO
«It’s-a me, Mario!». Sono io, Mario. Con tanto di difetto di pronuncia, perché — si sa —
l’idraulico con i baffi icona del
mondo dei videogiochi è italiano. Super Mario inizia ad avere la sua età: è nato ufficialmente il 13 settembre del 1985, 40 anni fa.
Nel corso dei quali, tra una principessa da salvare e un cattivo cui saltare in testa, ha messo in fila più di 200 videogiochi a suo nome, capaci di vendere 840 milioni di copie. Un record di settore, quello dei giochi elettronici, dove Mario nasce e che contribuisce enormemente a far crescere, fino al mercato attuale da 250 miliardi di euro.
E con la recente apertura sulle proprietà intellettuali di Nintendo, la casa madre dell’eroe Mario è uscito dai soli schermi di console e tv e lo troviamo un po’ ovunque: al cinema, nei parchi a tema, su magliette, tazze, cuscini, zaini, porta-sapone. Un fenomeno globale del valore, aggiornato allo scorso giugno, di 60 miliardi di euro. Come il ben più celebrato Mickey Mouse.
Partiamo dall’inizio, quattro anni prima della nascita ufficiale: Nintendo, azienda da sempre orientata al divertimento (nacque a Kyoto nel 1889, producendo carte da gioco), decise di fare sul serio con i videogiochi e di farlo a livello globale. L’idea era di puntare su un trio ben conosciuto all’epoca: Braccio di Ferro, Olivia e la nemesi Bruto. Ma l’accordo sui diritti saltò e così Shigeru Miyamoto, il game designer per eccellenza, allora alle prime armi, creò un altro trio
Uno scimmione, Donkey Kong, una damigella in costante pericolo, Pauline (poi affiancata da Peach) e un eroe piuttosto ordinario, Mario. Talmente ordinario da non avere, allora, un nome: era semplicemente Jumpman, l’uomo che salta. Il protagonista del gioco era lo scimmione
Perché è un idraulico? Nato carpentiere nel primo gioco, diventa esperto di tubature perché sono il sistema viario del titolo che lo vede finalmente protagonista. E che propone al giocatore per la prima volta una grande innovazione: la schermata di gioco smette di essere statica ma segue i movimenti del personaggio.
Ha baffi e cappello non per stile ma per un escamotage tecnico: disegnare capelli e bocche credibili avendo a disposizione (allora) solo 16×16 quadrati (pixel) era molto difficile. E si chiama Mario perché… l’italo-americano Mario Segale fu l’affittuario — pare molto tollerante sui ritardi nei pagamenti — della prima sede di Nintendo negli Stati Uniti.
E l’allora premier giapponese, Shinzo Abe, presentò le Olimpiadi del 2020 (poi disputate l’anno successivo) vestito proprio come l’amato idraulico. Ora quarantenne.
(da Il Corriere della Sera)
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