SVELATE LE PALLE DI MARONI: IN UN MESE E MEZZO SU 23.938 TUNISINI SBARCATI A LAMPEDUSA RIMPATRIATI SOLO 861
L’ACCORDO CON IL GOVERNO TUNISINO PREVEDE NON PIU’ DI 60 RIMPATRI AL GIORNO, MA NON RIUSCIAMO SPESSO A FARE NEANCHE QUESTO… VOLI CHE SALTANO, POLIZIOTTI CHE MANCANO, PROBLEMI BUROCRATICI….IN COMPENSO ABBIAMO GIA’ REGALATO A TUNISI QUATTRO MOTOVEDETTE
Ne possono rimpatriare 60 al giorno, ma spesso non riescono a fare neanche quello.
Nella generale distrazione della campagna elettorale, capita che l’accordo con la Tunisia, stipulato il 5 aprile dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, salti in maniera continuativa.
Parlano i numeri: dei 33.880 immigrati sbarcati sulle coste italiane dal primo gennaio, 23.938 sono tunisini.
È vero che i primi rimpatri sono scattati subito dopo la firma dell’accordo, ma in un mese e mezzo sono fermi a 861.
Qualcosa quindi non funziona.
Il 2 maggio, per esempio, si sarebbe dovuto provvedere a riportare a casa 60 tunisini ospiti della ex tendopoli (trasformata poi in un Cie temporaneo) di Palazzo San Gervasio, nel potentino.
“Il ministero dell’Interno — racconta Franco Maccari, segretario generale nazionale del sindacato autonomo di polizia Coisp — ha organizzato in due turni il trasferimento da Palazzo all’aeroporto di Napoli, distante 200 chilometri. Per i primi 30 si organizza la scorta nel cuore della notte. Sono impegnati 60 poliziotti, il rimpatrio procede senza problemi, ma al rientro dei colleghi da Napoli a Potenza l’auto di servizio viene coinvolta in un incidente stradale”. Due poliziotti rimangono feriti.
Ma è col secondo trasferimento che il meccanismo del rimpatrio si inceppa. Ancora Maccari: “Partenza programmata alle 4 del mattino, si parte soltanto alle 13, dopo i numerosi ordini e contrordini da parte del ministero. Gli altri 30 immigrati dovrebbero imbarcarsi all’aeroporto di Capodichino. Lì ai 60 poliziotti viene concesso un lauto pranzo: un panino e acqua minerale. Alle 18 ancora gli immigrati non vengono imbarcati. Poi si svela l’arcano: a Napoli non c’è alcun aereo per Tunisi! Così qualche papavero del ministero, pensando di spostare gli agenti per mezzo Sud Italia come se fossero carri armati del Risiko, dispone l’incredibile: spedire gli immigrati da Napoli al Cie di Bari, che dista soltanto 80 km da quello di partenza di Palazzo San Gervasio”.
Cosa è accaduto? “Il problema è che sono tanti e il ministero non sa come gestirli — commenta Maccari — Fate caso che non li portano nè a Napoli nè a Milano, per non scontentare le fazioni di governo. I centri di Civitavecchia e Cagliari vengono chiusi e riaperti a seconda delle necessità ”.
E non si tratterebbe dell’unica volta in cui il rimpatrio è saltato.
Lunedì scorso un volo con a bordo 29 immigrati e una settantina di poliziotti è decollato alle 10 del mattino da Roma-Fiumicino destinazione Tunisi (via Napoli-Palermo), ma l’autorizzazione all’atterraggio dall’altra parte del Mediterraneo non è mai arrivata.
Così l’aereo è rimasto fermo prima a Capodichino, poi nello scalo siciliano: qui si è aspettato il console per il riconoscimento, ma il nullaosta finale non è mai arrivato.
Così a tarda sera il velivolo è decollato nuovamente, alla volta però del Cie di Torino.
Sono rimasti tutti senza mangiare, compresi i poliziotti che dal capoluogo piemontese sono poi dovuti rientrare nella capitale.
Costo dell’operazione, seimila euro all’ora per l’affitto del mezzo Mistral Air, oltre naturalmente allo stipendio dei poliziotti.
E sembra che il Viminale, anzichè riconoscere la missione internazionale, abbia declassato la giornata a “ordine pubblico”.
“Un’odissea dovuta alla situazione interna alla Tunisia — spiega Enzo Marco Letizia, segretario generale dell’Associazione nazionale funzionari di polizia — con i violenti scontri di sabato che hanno riportato il coprifuoco dalle 21 alle 5”.
Sarà , ma altri due episodi analoghi si sarebbero verificati anche a fine aprile e all’inizio di maggio.
Se da un lato Maroni non riesce dunque a rispettare gli impegni assunti con la base leghista, dall’altro è costretto a ottemperare agli obblighi proprio con la Tunisia: mercoledì scorso ha consegnato personalmente all’omologo tunisino Essid, 4 motovedette di ultima generazione, 15 metri, due motori con una potenza di 1000 cavalli, ecoscandaglio e navigatore satellitare.
Per chi ascolta la Tv sembra che tutti i tunisini siano ormai stati rimpatriati (profughi libici a parte), invece siamo fermi al 4% di quelli arrivati a suo tempo.
Basta che ne arrivino 300 in una settimana e annullano chi viene rimpatriato. Per smaltirne 23.000 di questo passo ci vorranno due anni.
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