TORINO, I RIFUGIATI S’IMPROVVISANO SPAZZANEVE: COSI’ RIPULIAMO LA CITTA’
“ABBIAMO INIZIATO PRIMA DELL’ALBA, FACEVA FREDDISSIMO, MA E’ STATO ANCHE EMOZIONANTE: HO VISTO LA NEVE PER LA PRIMA VOLTA”
Quando l’ha visto sulla sua strada, la pensionata a passeggio su un’imbiancata via Verolengo ha prima tirato a sè la borsa.
Poi, dopo averlo guardato con diffidenza, lo ha ringraziato.
Che soddisfazione inaspettata per Peter Ekamaye, nigeriano di 38 anni, arrivato 8 mesi fa in questa città che «a volte – ammette – non è sempre peaceful con gli stranieri».
Lo confida con un sorriso questo rifugiato spazzaneve. Uno dei cento richiedenti asilo che ieri volontariamente si sono dati da fare per tutta la mattina per cancellare il pericolo di scivoloni sui marciapiedi di scuole, giardini e fermate dei bus.
«Abbiamo iniziato alle sei prima dell’alba – aggiunge Peter –. Faceva freddissimo. Ma è stato anche emozione: ho visto la neve per la prima volta».
Ieri, Torino si è risvegliata ricoperta da una coltre bianca di un paio di centimetri -Abbastanza per far scattare il piano antineve del Comune affidato, in aggiunta ai 300 spazzini di Amiat, a 750 addetti.
Tra cui un folto gruppo di richiedenti asilo di alcuni centri di accoglienza cittadini. Come quelli gestiti dalla cooperativa Isola di Ariel.
«Mercoledì, i responsabili del servizio ci hanno chiesto se, qualcuno dei nostri ospiti, aveva voglia di dare una mano. La nevicata era stata annunciata. Ma si temeva defezioni nelle squadrette costruite attingendo alle liste di collocamento».
Alla chiamata alle armi, o meglio alla pala, hanno aderito in ottanta.
Una gran parte abitante nel grande centro di via Aquila. Gli altri, invece, vivono in altre residenze: come quella di via Cecchi in Aurora o a Moncalieri.
«La nostra cooperativa in passato ha stretto un patto di collaborazione con il quartiere e la città – aggiunge la presidente Perrone –. Alcuni dei nostri ospiti ha già lavorano volontariamente per ripulire i marciapiedi e i giardinetti».
Questa volta, però, hanno fatto di più. Hanno spazzato la neve dai marciapiedi di quasi tutti i quartieri. «Quando abbiamo proposto il servizio, in molti hanno accettato di partecipare anche se non era previsto un rimborso», dicono dall’Isola di Ariel.
La mobilitazione degli spazzaneve provenienti da Nigeria, Senegal, Mali e Gambia è stata fondamentale per contribuire a ripulire gran parte di città .
«C’è chi è partito alle cinque di mattina e, in bus o a piedi, ha raggiunto i punti di raccolta previsti da Amiat».
Un toccasana per Torino che è stata costretta a convivere con l’ennesima giornata di caos ferroviario.
(da “il Corriere della Sera”)
Leave a Reply