TRENO DERAGLIATO, FONOGRAMMA COL VIA LIBERA: “ERRORE UMANO”
LE INDAGINI PROPENDONO PER LO SBAGLIO DI UN TECNICO
Alle 5.34 di ieri il Frecciarossa AV 9595, partito da Milano e atteso a Salerno in tarda mattinata, sta viaggiando a 292 chilometri all’ora. Sul monitor del tablet nella cabina comandi, i due macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo, hanno ricevuto un fonogramma: segnala che un evento anomalo sulla loro linea è stato sistemato.
Via libera, dunque. Il treno ha già fatto una fermata, a Rogoredo: sono saliti dei passeggeri e, per fortuna, a bordo sono in pochi.
La prossima è Reggio Emilia, dove contano di arrivare in venti minuti, e dove invece non arriveranno mai. Alle 5.35 è già tutto finito.
All’altezza di Ospedaletto Lodigiano, in un tratto dove alle rotaie dell’Alta Velocità si affiancano altri binari di servizio, il locomotore giace in un groviglio di lamiere e polvere con il muso rivolto nella direzione opposta a quella di marcia. Il resto del treno è fuori dal tracciato.
Percorrendo a ritroso le rotaie per circa trecento metri appare l’imputato numero uno di questo disastro che è costato la vita a Cicciù e Di Cuonzo: uno scambio ferroviario nella posizione sbagliata.
Lo scambio sbagliato e il fonogramma delle 4.45
Il procuratore di Lodi Domenico Chiaro, pur con tutta la cautela che il caso richiede ed escludendo per certo soltanto le ipotesi dell’attentato e del gesto volontario, lascia intendere che è su quel deviatoio d’acciaio che si concentra l’indagine del Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer. “Stiamo verificando l’errore umano”, dice Chiaro.
Gli elementi raccolti da testimoni diretti e da fonti investigative, nonchè il fonogramma delle 4.45 visionato da Repubblica, fanno pensare esattamente a quello. All’errore di un tecnico. Lo scambio, infatti, è stato oggetto nella notte di un intervento di manutenzione da parte di una squadra tecnica composta da cinque operai di Rete Ferroviaria italiana, inviata dal Posto di movimento di Livraga, non lontano da Ospedaletto.
Lo scambio doveva essere chiuso nella posizione che consente di proseguire dritto, invece era aperto, e ha deviato il treno nel pieno della sua corsa sul binario secondario dove era in sosta il carrello giallo usato per la manutenzione da Rfi, l’ente che gestisce tutta l’infrastruttura ferroviaria.
Gli operai, al momento dell’impatto, erano ancora nei paraggi. Ed è assai probabile – ma solo l’esame della scatola nera del Frecciarossa potrà accertarlo – che i sistemi di frenata siano entrati in funzione quando il treno è deragliato.
L’intervento di manutenzione
Stando a quanto si apprende da Rfi, l’intervento di manutenzione su quello scambio era ordinario e programmato, i sensori disposti lungo la rete non avevano segnalato alcun guasto. I tecnici dovevano soltanto sostituire un pezzo del deviatoio, così come prevedono la prassi di sicurezza sull’usura dei materiali.
Intorno alle 4 di ieri notte, l’intervento si è concluso e il caposquadra informa la sede di Livraga, la quale a sua volta riferisce alla Direzione territoriale di Bologna responsabile del traffico su quel tratto di linea dell’Alta Velocità .
Ecco quindi che nel sistema Ertms (European Rail Traffic Management System) utilizzato dal gestore della Rete per comunicare con i treni, viene inserito questo fonogramma, intestato al Posto di Movimento di Livraga: “Dev.05 disalimentato e confermato in posizione normale come da fono 78/81 fino a nuovo avviso”.
Fuori dal gergo tecnico significa che l’impianto elettrico dello scambio di Ospedaletto Lodigiano, che ne permette l’apertura e la chiusura da remoto, è stato disattivato, probabilmente per esigenze di manutenzione, ma che lo scambio – ecco il punto cruciale – è stato lasciato “in posizione normale”.
I due macchinisti del 9595 leggono il fonogramma, il treno può viaggiare tranquillamente a 292 km all’ora che è la velocità consentita in quel tratto dal sistema Ertms. Se anche volessero superare il limite, il sistema li frenerebbe perchè è totalmente automatizzato. Pur avanzato che sia, però, il computer non vede, e non può vedere, l’eventuale errore umano degli operai lungo la linea.
“Non abbiamo fatto errori”
Su quel binario non ci sono telecamere di sorveglianza, ma il Frecciarossa 1000 ha un circuito interno video che potrebbe essere utile. Il caposquadra e i quattro tecnici di Rfi sono stati già sentiti dagli investigatori, ma, a quanto si apprende, hanno negato di aver sbagliato il posizionamento dello scambio.
“L’abbiamo lasciato nella posizione normale, non riusciamo a spiegarci”. La procura di Lodi, che indaga per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni multiple, per adesso non ha iscritto nessuno nel registro degli indagati. Al netto di eventuali ammissioni, solo una perizia potrà accertare come, e perchè, quello scambio era aperto.
(da “La Repubblica”)
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