TROVATO MORTO IN UCRAINA IL CAPO DEI RIFUGIATI BIELORUSSI, LA POLIZIA INDAGA PER OMICIDIO
“UN’OPERAZIONE PIANIFICATA DA AGENTI BIELORUSSI PER LIQUIDARE UN OPPOSITORE”… IL REGIME CRIMINALE SOVRANISTA DI LUKASHENKO E’ UNA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
È stato trovato morto in Ucraina Vitaly Shishov, capo della Belarusian House in Ukraine (Bdu), un’ong che aiuta i bielorussi fuggiti nel Paese a trovare una sistemazione e un lavoro, punto di riferimento della diaspora.
Il suo cadavere era impiccato a un albero in un parco nei pressi di casa sua, a Kiev. “La polizia ucraina – scrive in un tweet il giornalista Tadeusz Giczan – ha aperto un’indagine per omicidio premeditato: sono convinti che sia un omicidio mascherato da suicidio”.
La polizia ha confermato e ha fatto sapere di aver sequestrato il cellulare di Shishov e i suoi effetti personali. L’attivista era scomparso da ore: la sua compagna, lunedì, aveva denunciato come se ne fossero perse le tracce dopo che era andato a fare jogging al mattino e risultasse irraggiungibile al telefono. “La polizia ha tracciato il suo telefono, i volontari hanno setacciato i boschi, ma senza successo”, scriveva Gizcan
“Non c’è dubbio che questa fosse un’operazione pianificata da agenti della sicurezza per liquidare un bielorusso pericoloso per il regime. Continueremo a lottare per la verità sulla morte di Vitaly”, fa sapere la Bdu, che l’8 agosto ha in programma una grande dimostrazione a Kiev per l’anniversario dell’inizio delle proteste contro la contestata rielezione di Alexander Lukashenko, definito l’ultimo dittatore d’Europa. Shishov era stato costretto a fuggire in Ucraina nell’autunno del 2020, dopo aver partecipato alle proteste nella città di Gomel:
In Ucraina, riferisce ancora l’ong, era sotto sorveglianza, e “sia fonti locali sia la nostra gente in Bielorussia” avevano allertato il gruppo della possibilità di un rapimento o un omicidio. “Conosceva il rischio”, dicono. Da qualche tempo c’erano “sconosciuti” a seguirlo quando faceva jogging, aveva riportato su Telegram Vyasna Human Rights Centre, un’altra organizzazione per i diritti umani con sede a Minsk.
Yury Shchuchko, esponente della Bdu, ha dichiarato ad Associated Press che Shishov aveva sul volto segni di pestaggio. “Niente è stato rubato, era vestito negli abiti soliti di chi fa sport e aveva solo il telefono con sè”, ha affermato.
Ha aggiunto che in precedenza l’attivista aveva segnalato di essere sorvegliato nelle sue corse mattutine, in cui sconosciuti tentavano di avvicinarlo e avviare una conversazione. “Siamo stati avvertiti di stare attenti, perché qui è operativa una rete di agenti del Kgb bielorusso è operativo e tutto è possibile”, ha affermato.
Aggiungendo che “Vitaly mi aveva chiesto di occuparmi dei suoi cari, aveva una inquietante sensazione”. Nel mese di luglio, le autorità di Minsk avevano aumentato la pressione su ong e i media indipendenti, ordinando oltre duecento raid in uffici e appartamenti di attivisti e giornalisti in cui sono state arrestate decine di persone. Lukashenko ha promesso di continuare quella che ha definito un’”operazione di ripulitura” contro gli attivisti della società civile, che ha descritto come “banditi e agenti stranieri“.
Ucraina, Polonia e Lituania sono i Paesi di maggior afflusso da parte dei dissidenti in fuga. La notizia della morte di Shishov arriva il giorno dopo la concessione di un visto per motivi umanitari, da parte della Polonia, all’atleta olimpica bielorussa Krystsina Tsimanouskaya, che ha denunciato di essersi opposta a un tentativo di rimpatrio forzato da Tokyo da parte del regime. Il marito dell’atleta ha raccontato di essere fuggito dalla Bielorussia a Kiev e di sperare di ricongiungersi presto con la moglie in Polonia. Il 23 maggio scorso il regime di Minsk aveva dirottato un volo Ryanair per arrestare il dissidente Roman Protasevich, che si trova ancora agli arresti domiciliari e rischia la pena di morte.
(da agenzie)
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