VENTISETTE RAGAZZI ITALIANI POSITIVI A MALAGA DURANTE LA VACANZA STUDIO FINANZIATA DALL’INPS
UNA MADRE: “L’INPS NON POTEVA BLOCCARE I VIAGGI, VISTO CHE LA SITUAZIONE STAVA PEGGIORANDO?”
“Quando ho scoperto di avere il Covid sono scoppiata a piangere, ma non mi pento: avevo bisogno di stare tra i miei coetanei”. Laura (nome fittizio), 15 anni, è tra i 27 ragazzi italiani risultati positivi a Malaga, in Spagna, durante una vacanza studio finanziata dall’Inps. Il gruppo, un centinaio di giovani tra i 15 e i 19 anni, è stato l’ultimo a partire il 16 luglio, prima che l’ente, nel pomeriggio dello stesso giorno, decidesse di bloccare i viaggi per l’estero.
I primi contagi erano stati individuati tra domenica e lunedì: sei ragazzi risultati positivi e una decina finiti in isolamento preventivo. Poi giovedì, al momento di effettuare i tamponi per il rientro in Italia, previsto per ieri, la nuova scoperta: “Altri 16 casi, per un totale di 22 contagiati tra chi è partiti con noi”, dice Michela Mastini, responsabile estero della San Marino Tourservice, l’agenzia con cui è partita Laura. “In totale però qui siamo 27 – specifica la giovane – gli altri cinque sono partiti con un’altra agenzia”.
Ospitati nel campus universitario in cui hanno soggiornato nelle ultime due settimane, i ragazzi sono tutti paucisintomatici, in pochi hanno avuto qualche linea di febbre. “Stiamo seguendo le linee guida sanitarie spagnole – continua Mastini – dieci giorni di quarantena, con tampone all’undicesimo giorno. Sono controllati ogni cinque ore e c’è un medico presente in struttura”.
Il loro però non è un caso isolato. Nelle passate settimane già due studentesse italiane, partite con Ef sempre per Malaga, si erano contagiate e ancora prima c’era stato l’episodio degli 80 studenti bloccati a Malta.
Per questo S., mamma di Laura ora domanda: “L’Inps non poteva decidere prima lo stop ai viaggi? Si sapeva che in Spagna la situazione stava peggiorando”.
Laura e gli altri ragazzi non si rimproverano nulla: “Abbiamo sempre portato la mascherina, sono stata attenta – dice – e non ho avuto nemmeno un contatto diretto con i primi ragazzi risultati positivi”. Difficile capire quando e dove possa essere avvenuto il contagio: “Da tre giorni avevo il raffreddore, altri miei amici il mal di gola. Pensavamo fosse colpa dell’aria condizionata, per questo non ci siamo preoccupati”. Così, ignari del virus, hanno continuano a partecipare alle attività e alle gite.
“E pensare che mio babbo non voleva farmi partire – continua – ma ci tenevo troppo ad andare, ne avevo bisogno. Dopo un anno e mezzo chiusi in casa è stato bello stare insieme a persone della mia età. A noi giovani il Covid ha tolto le amicizie, abbiamo perso quasi tutti i rapporti”. Nonostante l’inconveniente Laura non si abbatte: “Certo ai compagni che sono rientrati è andata meglio. Ma sono felice lo stesso. Cercherò di sfruttare questo tempo nel migliore dei modi, magari portandomi avanti con i compiti”.
(da La Repubblica)
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