VERDINI SALVA LA SANTANCHE’ DA 20/30 FRANCHI TIRATORI PDL
IL MOTIVO DELLA RICHIESTA DI RINVIO E’ DA RICERCARE NEL FATTO CHE CHE PDL, LEGA E FRATELLI D’ITALIA POTEVANO CONTARE SU 120 VOTI, APPENA 14 IN PIU’ DEI CINQUESTELLE CHE AVREBBERO VOTATO UN PROPRIO CANDIDATO
“La prossima settimana ci contiamo. E vediamo chi tradisce”. La caccia al killer della Pitonessa è iniziata. Ed è iniziata dentro il Pdl.
Il falco Denis Verdini ha preso il pallottoliere in mano.
Perchè a questo punto è una questione di principio: Daniela deve passare.
E’ l’ordine diramato da Silvio Berlusconi, che ha incontrato Daniela ad Arcore: “I nostri devono essere compatti”.
La verità è che l’annuncio dell’astensione da parte del Pd ha portato il Pdl sull’orlo di una crisi di nervi.
È dentro il partitone berlusconiano che si annida i killer della Pitonessa: tra i venti e i trenta parlamentari pronti a non votarla nel segreto dell’urna secondo il pallottoliere di via dell’Umiltà .
È per questo che, nella conferenza dei capigruppo, Renato Brunetta, con la scusa del Pd, opta per il rinvio.
Sulla carta, infatti, i numeri potevano esserci. Eccoli.
Tutto il centrodestra, compresi Lega e Fratelli d’Italia, ha quota 120.
I cinque stelle 106 e Sel 37.
Poichè vince chi arriva primo, e l’accordo tra grillini e Sel è saltato in mattinata — tanto che hanno presentato due candidati alternativi — il centrodestra aveva i numeri per votare la Santanchè.
Con il solito aiutino dei Cinquestelle che non hanno voluto l’accordo anti-Pdl.
Ma alla fine il Pdl ha optato per il rinvio. Per paura del fuoco amico.
Perchè la Pitonessa è diventata il punto di verifica di più partite che si stanno giocando dentro il Pdl. A partire da quella che riguarda il governo.
C’è un motivo se la diretta interessata, prima della votazione ha fatto sapere che era opportuno forzare, anche rischiando di non passare: “Voleva creare il caso” dicono i ben informati. Già , il caso.
A quel punto, infatti, si sarebbe rotta la maggioranza di governo e proprio su di lei.
È la strategia della tensione di Denis Verdini, Daniela Santanchè e Sandro Bondi, insomma dei falchi del Pdl: usare ogni occasione per scuotere il fragile albero del governo.
E arrivare, colpo dopo colpo, all’Incidente che apra la crisi.
Ma c’è anche l’altro campo minato, quello tutto interno al Pdl, con lo scontro tra falchi e colombe per la guida del partito.
C’è un motivo se Angelino Alfano, un minuto dopo la votazione sul rinvio si precipita a dichiarare: “Su Daniela Santanchè — dice Angelino Alfano – nessun passo indietro, anzi si va avanti”.
Ecco, non solo il Pdl non ha intenzione di cambiare cavallo, puntando su uno più digeribile per il Pd ma ormai, dicono tutti, è una questione di principio.
La prossima settimana ci si conta.
E il motivo lo rivela un pidiellino di peso vicino al ministro dell’Interno: “Se la Santanchè non passa, batte cassa al partito, nel ruolo di coordinatore. È meglio tenerla come vicepresidente della Camera”.
Proprio incrociando i due ragionamenti, si arriva al paradosso della Pitonessa.
E cioè che i suoi principali sostenitori sono le colombe.
Perchè, secondo i loro ragionamenti, la sua elezione stabilizza la maggioranza di governo.
E si evita che Daniela occupi il partito.
Uno schema che però non tiene conto di quello su cui si muovono i falchi: “Ma chi ha detto che se uno fa il vicepresidente della Camera non può avere incarichi pesanti al partito?”.
Il precedente evocato riguarda proprio un fedelissimo di Alfano, Maurizio Lupi, che prima di diventare ministro ha ricoperto l’incarico di vicepresidente della Camera e di responsabile dell’organizzazione del Pdl.
Spifferi, veleni, tensione palpabile. Nel Pdl è l’ora del sospetto.
E la Santanchè al termine di una giornata di passione ha già raggiunto un doppio risultato. È il simbolo della tensione della maggioranza. E ha costretto anche i suoi nemici a sostenerla: “Se non passa — dice un parlamentare pidiellino di lungo corso — il gruppo alla Camera esplode. Abbiamo perso sul segretario d’Aula, se va male anche questa Brunetta si ritrova di fronte alla rivolta” .
(da “l’Espresso“)
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