VERONA, TOSI PREPARA LA SUA LISTA, IL CENTRODESTRA CANDIDA CASTELLETTI, VICEPRESIDENTE DI UNICREDIT
IL SINDACO RESPINGE L’ULTIMATUM DI BOSSI, SI APRE LA CORSA PER IL CONGRESSO… DOPO IL TERZO POLO ANCHE IL PDL CON CASTELLETTI
Continua il braccio di ferro sulla lista Tosi alle comunali di Verona.
Dopo la fatwa domenicale di Bossi dal palco di Collegno – «Se fa una sua lista, Tosi si mette automaticamente fuori dalla Lega», ieri mattina, ospite della trasmissione tv «La telefonata di Belpietro», è stato lo stesso sindaco a rispondere al capo del suo partito.
«La lista civica con il mio nome non è un’invenzione di adesso: era già presente nel 2007, fu quella che coagulò il consenso di tutta la coalizione e servì per raccogliere i voti di chi non era leghista ma voleva votare Flavio Tosi come sindaco».
Cosa succederà ? Bossi lo caccerà come ha minacciato? Tosi romperà con il Carroccio e correrà da solo, forte del suo consenso personale? Troveranno un accordo?
La prima e la seconda ipotesi, dopo l’annuncio di poche ore fa del Pdl che ha deciso di candidare (con l’appoggio di Udc e Fli) Luigi Castelletti, vicepresidente vicario di Unicredit e già presidente di Veronafiere, appaiono sempre più improbabili.
La via d’uscita meno cruenta sembra quella suggerita da Matteo Salvini: una lista civica pro Tosi, ma senza il suo cognome, accanto a quella del Carroccio.
È dello stesso avviso anche il governatore del Veneto Zaia: «Spero che su Verona si trovi la quadra, come dice Bossi, l’obiettivo comunque è quello di portare a casa il Comune».
Il punto, però, come ormai Tosi confessa pubblicamente senza troppi problemi, non è certo il cognome.
E il suo avversario non è certo il Senatur.
«Bossi non c’entra – ha ribadito Tosi – è qualcuno che al consiglio federale ha posto la questione, non tanto per la coalizione Verona ma per questioni interne alla Lega».
La vera questione, per il sindaco, riguarda «i congressi da celebrare in giugno in Veneto, in Lombardia, e sui congressi regionali è chiaro che un pò di tensione c’è perchè dopo la fuoriuscita dal governo c’è una situazione che sta cambiando in Lega. E quindi c’è qualcuno che sta cercando di mettere in contrapposizione Flavio Tosi con il movimento per metterlo in difficoltà in vista del congresso, perchè la decisione di vietare le liste civiche con il nome del candidato è inaudita, non è mai stata presa ed è stata presa solo questa volta. Il congresso della Lega è il congresso della Lega le elezioni di Verona sono per i veronesi e per la città di Verona. C’è qualcuno che mette assieme le due cose, sbagliando».
Già , il congresso.
È proprio sul via libera ai congressi (durante i quali si stabiliranno i nuovi equilibri interni al partito e dunque i nomi dei prossimi parlamentari) che si basava la pax bossiana siglata sul palco di Milano il 20 gennaio fra i “barbari sognanti” di Bobo Maroni e il Cerchio Magico.
Lo scontro su Verona è lo scontro sul congresso regionale (nazionale, secondo l’ortodossia padana) veneto, il congresso su cui sono puntati tutti i riflettori visto che in Lombardia i “maroniani” avrebbero già in tasca la maggioranza.
Se Tosi e Maroni battessero il segretario uscente del Carroccio Veneto Gian Paolo Gobbo (bossiano di ferro) ribalterebbero il tavolo della partita a poker con il Cerchio Magico.
E’ certamente un caso ma, come ha notato Gianluca Marchi, primo direttore della Padania e buon conoscitore di cose leghiste, la pax bossiana si è rotta proprio ieri, a otto anni di distanza esatti dal giorno in cui Umberto Bossi fu colpito da un ictus.
Francesco Moscatelli
(da “La Stampa”)
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