VIGILANZA RAI, PALLOTOLIERE CDA: MAGGIORANZA SICURA DI 4 CONSIGLIERI, 1 A FORZA ITALIA, 1 A M5S
VERDINI AGO DELLA BILANCIA SUL SETTIMO NOME
Il pallottoliere è già in azione. Martedì la commissione di Vigilanza Rai si riunisce.
Il compito è di quelli pesanti: eleggere i sette membri del Consiglio d’amministrazione del servizio pubblico che andranno a sostituire quelli già scaduti e attualmente in regime di prorogatio.
Una convocazione fatta in tempi rapidissimi. Perchè il presidente Roberto Fico ha sentito Pier Carlo Padoan. Che gli ha seraficamente comunicato che mercoledì si riunisce l’assemblea degli azionisti.
Il messaggio implicito: noi andiamo avanti, vedete voi se fare figuracce o darvi una mossa.
L’iter affinchè il nuovo Cda si insedi è complesso.
Dopo il voto della Vigilanza, l’assemblea dei soci recepisce una lista bloccata di nove nomi (i sette più due indicati dal Mef) per procedere alla formalizzazione dei nomi. Terzo passaggio: il Cda si riunisce e, recependo le indicazioni del ministero dell’Economia, elegge il presidente.
In ultimo, torna a riunirsi la Vigilanza, che con un voto dei due terzi deve ratificare il vertice apicale dell’azienda.
Una road map complicata, che Palazzo Chigi punta però a chiudere in settimana, con i quattro step risolti tra martedì e venerdì. E, al di là della scelta del presidente, gli occhi sono puntati interamente sui futuri commissari.
Matteo Renzi rischia seriamente di fare l’en plein.
Oltre ai due indicati dal governo, la maggioranza ha altre quattro caselle sicure, forte di un numero di voti (ogni commissario può esprimere una preferenza singola) che oscilla tra i 23 e i 24.
Che potrebbe salire di uno nel caso in cui Nicola Fratoianni di Sel aggiungesse la sua scheda al mazzo.
Servono 5 voti per essere sicuri dell’elezione, dunque il Pd e gli alleati di governo si giocano la quinta poltrona al fotofinish.
La partita si gioca tutta con Forza Italia.
Gli azzurri sono forti di 7 componenti, che arrivano a 9 se si aggiunge il leghista Jonny Crosio e Fabio Rampelli, esponente di Fratelli d’Italia.
L’ago della bilancia, ancora una volta, potrebbe essere il nuovo gruppo di Denis Verdini.
Se Antonio Scavone voterà con i vecchi compagni di strada, il centrodestra incasserà quasi matematicamente il secondo consigliere.
Al contrario se sceglierà di votare con la maggioranza, il rischio del 5 a 2 – o di un pari merito fra il settimo e l’ottavo consigliere e la necessità di una seconda votazione che premierebbe quasi sicuramente la maggioranza.
La situazione potrebbe ulteriormente cambiare. Perchè Maurizio Lupi, sostenuto dal Pd, ha preannunciato che invierà una missiva ai Presidenti di Camera e Senato in cui si chiede di non procedere all’elezione del Cda Rai prima di aver risolto la questione della presenza di tutti i gruppi e della loro rappresentatività proporzionale.
La questione è semplice: dei nove componenti originariamente designati dal Pdl, sette sono rimasti fedeli a Silvio Berlusconi e solo due hanno traslocato verso i lidi di Angelino Alfano.
Una questione non tecnica, ma sostanziale.
Perchè anche una minima modifica degli equilibri interni potrebbe cambiare radicalmente lo scenario del futuro Cda.
(da “Huffingtonpost”)
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