VIOLENZE SESSUALI SULLA FIGLIA ADOTTIVA, INGEGNERE A PROCESSO, MA SALVINI E LA SERRACCHIANI NON HANNO NULLA DA DIRE, NON E’ UN PROFUGO
A LA SPEZIA UNO DEI QUOTIDIANI REATI CHE VENGONO COMMESSI NELLE “FAMIGLIE PERBENE” ITALIANE … MA NON FANNO NOTIZIA PERCHE’ NON PERMETTONO DI SPECULARE …MEGLIO I PEDOFILI NOSTRANI DEGLI “INVASORI”?
«Mio padre adottivo mi ha fatta spogliare, dicendomi che avrei dovuto toccarmi nelle parti intime davanti a lui». La bambina, 11 anni appena, non riesce a trattenere le lacrime quando parla con l’assistente sociale. Ha lo sguardo perso nel vuoto e il capo chino per l’imbarazzo.
E’ così che è una delle storie di abusi e maltrattamenti più tremende degli ultimi mesi è uscita dall’anonimato più assoluto.
La Procura della Spezia oggi chiede che il presunto pedofilo, un ingegnere di mezza età , originario delle Cinque Terre, venga processato per il reato di «atti sessuali con minorenne».
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori l’uomo avrebbe «indotto la vittima a compiere gesti autoerotici».
Gli indizi raccolti dai carabinieri sono numerosi e descrivono nei particolari la storia di una bambina che viene adottata assieme al fratellino da una famiglia spezzina.
Per loro avrebbe dovuto essere l’inizio di una nuova vita, una vita migliore.
Invece, giorno dopo giorno, tutto ciò si trasforma in un incubo. I fatti risalgono al 2013: secondo gli inquirenti, il padre adottivo inizia a prendere di mira la bambina vessandola in diversi modi. In un primo momento ne nasce un’inchiesta per «maltrattamenti in famiglia».
La bambina e il fratellino a quel punto vengono trasferiti in una struttura protetta, a Genova, ed è proprio lì che la piccola rivela le attenzioni morbose da parte del genitore adottivo a una assistente sociale.
La versione verrà poi confermata durante un incidente probatorio davanti al giudice per le indagini preliminari Mario De Bellis.
Il tribunale per i minorenni di Genova, che ha nominato come curatore della piccola l’avvocato Chiara Antola, sta seguendo da vicino la terribile vicenda.
Ieri il fascicolo è approdato in udienza preliminare davanti al giudice Gianfranco Petralia che però ha disposto un rinvio tecnico per consentire ai nuovi difensori dell’imputato di studiare il caso.
L’indagine è molto delicata, le accuse mosse nei confronti del professionista delle Cinque Terre sono pesantissime: l’uomo rischia dai cinque ai dieci anni di reclusione.
(da “il Secolo XIX”)
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