Luglio 19th, 2010 Riccardo Fucile
A 18 ANNI DALL’OMICIDIO DI PAOLO BORSELLINO E DELLA SUA SCORTA, UNA PARTE DI PALERMO ASSISTE INDIFFERENTE, LA POLITICA NASCONDE LA VERITA’, LA LEGALITA’ E’ MESSA IN DISCUSSIONE…. PAOLO RAPPRESENTAVA LA DESTRA VERA, PULITA, CORAGGIOSA CHE NON HA PAURA DI AMARE IL PROPRIO PAESE E DI MORIRE PER DIFENDERNE I VALORI….RAPPRESENTA LA NOSTRA MEMORIA E LA NOSTRA SPERANZA DI CAMBIAMENTO
Molti di quelli che lo avevano simbolicamente votato alla presidenza della Repubblica come “uomo giusto”, oggi ne avrebbero limitato gli strumenti di indagine.
Eppure sfileranno stasera durante la fiaccolata che a Palermo concluderà il ricordo dell diciottesimo anniversario della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita, per mano mafiosa, Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta.
Al termine di una giornata di tensione, con contestazioni al governo avvenute anche a Milano, con i parlermitani che finora hanno scelto di stare a casa. Disinteresse, disincanto, timore di marciare a fianco di qualcuno che potrebbe essere stato il mandante della mano assassina?
Siamo certi che stasera in piazza ci saranno invece tanti giovani siciliani desiderosi di riscatto sociale.
La mente non può non tornare alla immensa fiaccolata che attraversò Palermo nell’estate del 1993, dopo la strage di Capaci e l’assassinio del giudice Falcone.
A guidare quella fiaccolata era Paolo Borsellino, lo sguardo triste ma determinato di chi sapeva che “era arrivato il tritolo anche per lui”, ma non intendeva disertare l’ultima battaglia: quella della legalità , del servizio alla Comunità , quella della difesa dei valori e degli ideali che avevano caratterizzato la sua vita.
Fino al sacrificio supremo.
Erano i giorni nei quali un potere occulto e criminale, dopo aver eliminato Falcone, doveva abbattere l’ultimo ostacolo a quella ignobile trattativa finalizzata a salvaguardare la vita e il potere di vecchi e nuovi referenti politici ed economici di Cosa Nostra.
Fu proprio al termine di quella straordinaria manifestazione che Paolo Borsellino prese la parola.
Un silenzio surreale sembrava avvolgerlo.
Iniziò a parlare per “ricordare Giovanni e i Giuda che lo avevano tradito”.
Paolo concluse quella magnifica “orazione civile” con parole fortissime e sprezzanti, tra gli applausi e le lacrime della folla, verso chi “aveva perduto per sempre il diritto alla parola”. Continua »
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Luglio 19th, 2010 Riccardo Fucile
FONDATA DA MANUELA MARRONE NEL 1998, LA SCUOLA E’ IMPRONTATA ALLA CULTURA LOCALE…PRESIDENTE E’ DARIO GALLI, EX SENATORE LEGHISTA: LA COMMISSIONE BILANCIO DEL SENATO HA EROGATO QUELLA CIFRA SU RICHIESTA DELLA LEGA…NEL 2008 LA SCUOLA HA DICHIARATO UN PASSIVO DI 495.796 EURO…MA NON ERA ROMA LADRONA LA PATRIA DELLE CLIENTELE?
Le ristrutturazioni costano, e se c’è un aiuto statale è meglio.
Quello che non vale per i comuni cittadini è però sempre un principio cui può appellarsi la Casta quando deve far arrivare contributi a fondo perduto ad enti, organismi, associazioni della “parrocchia di appartenenza”.
Metodi da prima Repubblica ormai superati?
Sistemi clientelari tipici del sud assistenzialista o della Roma ladrona?
Pare di no: piuttosto caratteristica della Lega dei “duri e puri”, a giudicare da
quanto è stato stabilito nel decreto del ministro del Tesoro, lo scorso 9 giugno, particolarmente generoso con la Scuola Bosina di Varese.
Un nome che forse dice poco ai più, ma che nella Lega Nord dice molto.
La Scuola Bosina, o Libera Scuola dei Popoli Padani (una delle associazioni della galassia Lega nord), è stata infatti fondata nel 1998 dalla signora Manuela Marrone, “maestra di scuola elementare di lunga esperienza” (spiega il sito della scuola), ma soprattutto moglie di Umberto Bossi.
La signora Marrone è tuttora tra i soci della cooperativa che dà vita a questa scuola materna, elementare e secondaria, improntata alla cultura locale, alle radici e al territorio.
Presidente della scuola è Dario Galli, che oltre a occuparsi di pedagogia padana è stato anche senatore della Lega.
Proprio il Senato, in commissione Bilancio (di cui la Lega ha la vicepresidenza), ha formalizzato l’elenco di enti beneficiari dei contributi stanziati nel «Fondo per la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio» creato nel 2008.
Un elenco lunghissimo che comprende associazioni culturali, case di riposo, comuni, fondazioni, diocesi, parrocchie, università e appunto qualche scuola. L’impegno statale per l’istituto scolastico padano è complessivamente di 800mila euro per due anni, 2009 e 2010, rubricato alla voce non meglio precisata di “ampliamento e ristrutturazione”.
Il provvedimento della commissione bilancio ha anche un nome più popolare, «legge mancia», perchè in quel modo senatori e deputati assegnano contributi e fondi a enti o amministrazioni che hanno particolarmente a cuore (per circa 200 milioni di euro tra Senato e Camera), per fini elettorali.
Leggiamo un po’ in cosa consiste la metodologia della scuola Bosina sul sito della Lega Nord (una scuola di partito o una scuola sul sito di partito?). Continua »
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Luglio 19th, 2010 Riccardo Fucile
SCUOLE, FERROVIE, SANITA’, ACQUE, ELETTRICITA’ MISURANO IL GRADO DI CIVILTA’ DI UNA COMUNITA’…IN UNO STATO NAZIONALE CHE SI RISPETTI LA QUALITA’ DI UN VIAGGIO IN TRENO DOVREBBE ESSERE LA STESSA OVUNQUE: L’ODISSEA DI UN DOCENTE UNIVERSITARIO
Un treno che parte dalla terza città d’Italia, un espresso notte che da Torino raggiungerà Reggio Calabria.
Vi sale anche uno stimato docente universitario genovese, il prof. Dino Cofrancesco, cattedra di Storia del pensiero politico all’Università di Genova, qualificato collaboratore di testate nazionali.
Il resoconto del viaggio lo ha fatto qualche giorno fa sul quotidiano genovese “il Secolo XIX” e ne riportiamo qualche considerazione in sintesi.
Pur percorrendo solo il tratto tra Torino e Genova, il docente definisce il viaggio “un’esperienza sconvolgente: il convoglio era costituito solo da sei vetture di seconda classe, senza aria condizionata, coi finestrini bloccati dalla ruggine e dalla salsedine. Valigie nei corridoi, toilette in gran parte bloccate, sporcizia ovunque, una bolgia infernale e un caldo tremendo”.
Questo il treno appena partito: il capotreno infatti spiega ai viaggiatori che non c’è da meravigliarsi, visto che quelle vetture attendevano da giorni la partenza sotto un sole rovente.
Il prof. Cofrancesco definisce il suo breve viaggio “una lezione di vita e di storia indimenticabili”.
E scrive:”In anni in cui si discute di avveneristici ponti sullo Stretto, partono dalla civilissima Torino treni che nelle aree più depresse dell’Europa balcanica, sarebbero considerati un’offesa alla dignità umana. Si può davvero pensare che se la destinazione non fosse stata Reggio Calabria, ma Roma o Trieste, i dirigenti della stazione sabauda avrebbero utilizzato quelle vetture vecchie e scrostate, neritevoli di riposo eterno? I meridionali che ho incontrato si sentivano trattati come animali ammassati in un carro bestiame, vittima di una cultura nordista che li retrocede a sudditi”. Continua »
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