Luglio 28th, 2010 Riccardo Fucile
TRATTATIVA IN CORSO TRA LA BONGIORNO E GHEDINI: IN CAMBIO DI QUESTE CORREZIONI IN AULA, I FINIANI SI IMPEGNEREBBERO A NON GIOCARE SCHERZI SULLA PREGIUDIZIALE DI INCOSTITUZIONALITA’
Siamo in pieno ingorgo parlamentare, tra necessità di eleggere gli otto membri laici del Csm e il voto di fiducia sulla manovra: per quando porre in votazione la legge sulle intercettazioni si deciderà domani.
Ma dietro le quinte è un corso una trattativa tra la Bongiorno e Ghedini: Fini ha chiesto che siano gettate le basi per altre correzioni in aula, con la reaintroduzione della legge Falcone che prevede intercettazioni anche nei confronti di associazioni a delinquere semplici e non di stampo mafioso.
E ha anche chiesto la modifica della norma che impone l’obbligo di rettifica anche ai curatori dei blog, disposizione che ha scatenato le proteste di migliaia di utenti in internet.
Con queste due richieste, Fini ha dimostrato di “rischiare” fino in fondo, in un clima politico ormai al collasso, tra accuse, diffamazioni, liti e deferimenti nel partito.
Ghedini avrebbe chiesto in cambio rassicurazioni che i finiani non giochino brutti scherzi quando si voteranno le pregiudiziali di costituzionalità sulla legge.
Dimostrando indirettamente che i finiani hanno i numeri per affossare il governo, altro che “piccolo gruppetto”.
I finiani sarebbero disposti a concederle ma vogliono salvare la legge Falcone e la libertà dei blog.
Può accadere ormai di tutto, sia che si arrivi a un accordo, sia che i falchi prevalgano e facciano saltare la tregua.
In ogni caso si deve dare atto a Fini di aver cercato fino in fondo di tutelare la libertà di espressione e il lavoro di magistrati e delle forze dell’ordine, in un clima da caccia alla streghe. Continua »
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Luglio 28th, 2010 Riccardo Fucile
“LIBERO” ANTICIPA LA SENTENZA E TITOLA: “COSI’ I PROBIVIRI CACCERANNO GRANATA”… IL PLOTONE DI ESECUZIONE E’ AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO, TRA CHI HA GIA’ ESPRESSO LA SUA OPINIONE E QUINDI ANDREBBE RICUSATO, CHI VENDEVA LE SCOPE ELETTRICHE PORTA A PORTA INSIEME A SILVIO, CHI E’ IN CONFLITTO DI INTERESSI…. SE I FINIANI CHIEDESSERO IL DEFERIMENTO DI VERDINI E COSENTINO, IL TRIBUNALE SPECIALE VERREBBE SOMMERSO DI PRATICHE
Pare che un tale zelante vicepresidente prov. di Ravenna abbia chiesto formalmente il deferimento di Fabio Granata ai probiviri del Pdl.
Una iniziativa che però rischia di rivelarsi un autogol, perchè lo Statuto parla chiaro: “ogni associato che ritenga sia stata violata una norma dello Statuto o che sia stata commessa una infrazione disciplinare o un atto comunque lesivo del Pdl o degli interessi politici dello stesso, può promuovere con ricorso scritto il procedimento disciplinare avanti al competente Collegio dei probiviri”.
Pertanto chiunque abbia una tessera del Pdl da oggi potrebbe chiedere il deferimento di ministri, sottosegretari, parlamentari e chi più ne ha più ne metta.
Non apprezzate che nel Pdl vi sia un condannato a 7 anni per mafia?
Non condividete che un coordinatore sia accusato di far parte di una loggia massonica?
Ritenete ripugnante che un sottosegretario crei falsi dossier accusando Caldoro di andare a trans per impedire la sua candidatura a governatore della Campania?
Non ritenete giusto che a un ex ministro sia stato pagato, a sua insaputa, un appartamento con vista sul Colosseo?
Basta che scriviate ai probiviri e dovranno aprire una pratica, con regolare protocollo e numero iscrizione, ascoltare voi e i testimoni, redigere verbali: in caso venissero sommersi dai finiani di richieste, finirà che dovranno assumere anche qualche precario per smaltire le pratiche di notte.
Senza contare le beghe locali, gli scandaletti di provincia, le accuse di voto di scambio con la ‘ndrangheta” ( in Liguria un deputato, un cons. regionale e un cons. comunale del Pdl, tanto per scherzare…).
In ogni caso le condanne devo essere motivate per “infrazioni gravi alla disciplina di partito o per indegnità morale o politica”.
Fabio Granata, che ha sollevato dubbi su certi provvedimenti che avrebbero finito per ostacolare le indagini degli inquirenti sulle associazioni criminali e quelle di stampo massonico-affaristiche, può però stare tranquillo.
Il presidente dei probiviri, Vittorio Mathieu, è da tempo membro della Massoneria e dell’Opus Dei ed è tra i fondatori di Forza Italia.
Un altro uomo di peso è quel Giuliano Urbani , ex ministro, oggi presidente di una controllata della Tv di Stato, forzista, che ha già pubblicamente condannato Granata.
In una corte di giustizia italiana sarebbe oggetto di ricusazione, insomma.
Tra i nove componenti, spicca anche colui che andava a vendere le scope elettriche porta a porta con Silvio, ovvero Guido Possa, carriera di 7 anni in Fininvest, vice ministro della Moratti all’Istruzione nel 2001, forzista. Continua »
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Luglio 28th, 2010 Riccardo Fucile
CREDIEURONORD FU SALVATA DAL FALLIMENTO DA FIORANI: LA LEGA NON POTEVA PERMETTERSI LO SCANDALO… COSA E’ EMERSO DALLA CONDANNA PER TRUFFA DI 60 ALLEVATORI DI CUNEO, COPERTI DALLA BANCA LEGHISTA… RAINIERI INQUISITO PER UNA TRUFFA DA 1 MILIARDO DI EURO SULLE QUOTE LATTE: ECCO PERCHE’ DEVONO DIFENDERLI
Partiamo dal 22 giugno 2010: nel pratone di Pontida, acquistato con i soldi della Banca Popolare di Lodi del plurinquisito Fiorani, di fronte a una rumoreggiante rappresentanza di allevatori, evasori delle multe sulle quote latte, Bossi lancia in messaggio in codice: “La Lega non vi ha dimenticato, tra qualche giorno capirete il perchè”.
Il popolo dei trattori capisce che ancora una volta si sarebbe rinnovato il patto segreto che unisce i furbetti delle quote latte ai vertici di via Bellerio.
Un patto inconfessabile, fatto di truffe, operazioni finanziarie spericolate, alleanze trasversali con i Palazzi che contano della Roma ladrona.
Fu proprio Fiorani a salvare a suo tempo la banca leghista Credieuronord dal fallimento.
Amico del governatore della Banca d’Italia, Fiorani barattò l’appoggio della Lega a sostenere Fazio, in cambio del salvataggio della banca.
L’operazione fu gestita da Giancarlo Giorgetti, oggi presidente della Commissione Giustizia della Camera, cui era stato affidato il compito di salvare la banca “ad ogni costo”: era necessario coprire le operazioni spericolate dei vertici leghisti e le intermediazioni fittizie con le cooperative di allevatori create per nascondere la truffa delle quote latte non pagate.
La difesa dei produttori che non hanno pagato non è certo una battaglia ideale, quanto piuttosto la restituzione di favori e il risarcimento per mancate promesse.
Non dimentichiamo che furono numerosi gli allevatori che affidarono i loro risparmi alla banca leghista.
Ma soprattutto Credieuroinord era la banca che veniva utilizzata per pagare le multe del latte.
In che maniera truffaldina lo spiega il tribunale di Saluzzo che ha condannato 60 allevatori cuneesi, tutti soci delle cooperative Savoia, fondate da Giovanni Robusti, leader dei Cobas e poi europarlamentare del Carroccio.
I giudici Pasi, Cavallo e Franconiero spiegano: “Quando gli allevatori fatturavano il latte eccedente le quote assegnate, venivano fatte tre registrazioni: la prima estingueva il debito nei confronti del fornitore, facendo sorgere un debito nei confronti degli organi competenti per il prelievo. Continua »
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